La favola di Joachim Andersen, il vichingo danese
“Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco, che in un anno di conversazione”. Prendiamo in prestito le parole di Platone per soffermarci su Joachim Andersen, talentuoso difensore danese approdato alla Sampdoria la scorsa estate ed inseritosi in punta di piedi, lavorando silenziosamente e cercando di apprendere il più possibile dai compagni più esperti e dalle lezioni impartite da Marco Giampaolo sul campionato italiano e sull’attenzione tattica che lo caratterizza. Nel finale di stagione, il tecnico blucerchiato ha ritenuto che i tempi fossero maturi per metterlo alla prova e abbiamo così imparato a conoscere un potenziale campioncino, ennesimo colpo di genio degli osservatori blucerchiati.
Nell’arco dei suoi primi 90’ da titolare, in una partita ostica come la trasferta contro l’Atalanta, e nelle successive apparizioni, Andersen ha stupito per personalità e qualità: attento, sicuro, abile in fase di impostazione, difficile da superare nell’uno contro uno, capace di imporsi sia nei contrasti che nel gioco aereo, ha mostrato un carisma superiore a quanto ci si aspetta da un ventiduenne al debutto in Serie A.
Nato il 31 maggio 1996 nella cittadina di Fredriksberg, nei pressi di Copenaghen, e cresciuto nelle giovanili del Midtjylland, il centrale è stato notato dal Twente nel 2013 e dopo essersi fatto le ossa nel settore giovanile del club olandese ha bruciato le tappe, debuttando in prima squadra nel 2015 e diventando in poco tempo titolare. In parallelo, è entrato nel giro della Nazionale danese, compiendo tutta la trafila dall’Under 16 all’Under 21.
Un giocatore molto giovane, ma già di caratura internazionale, abituato a misurarsi con altre realtà e dotato di quella dose di ambizione, umiltà e voglia di migliorare che alla sua età può fare la differenza. Agli occhi dello scouting blucerchiato, il difensore si presentava come un’occasione da cogliere immediatamente, battendo sul tempo la concorrenza che prevedibilmente si sarebbe venuta a creare con il passare dei mesi. La scorsa estate è arrivato così l’annuncio ufficiale: Andersen avrebbe lasciato l’Eredivisie per vestire la casacca della Sampdoria a titolo definitivo.
L’omonimia del biondo centrale con il suo noto connazionale scrittore, rimanda alle celebri fiabe tramandate di generazione in generazione, anche se in queste ultime il lieto fine non era spesso così scontato. In questo caso, però, la storia di Andersen è appena all’inizio e i presupposti per un proseguimento pirotecnico non possono che essere dei migliori. Il giovane vichingo (non solo per origini territoriali, ma anche per prestanza fisica con i suoi 190 centimetri per 89 chilogrammi) ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un ruolo importante nel futuro della Samp, società che scommette sui giovani e li accompagna nel migliore dei modi nel loro percorso di crescita.
Stiamo sfogliando soltanto le prime pagine della storia di Joachim Andersen, un intreccio di sogni, scommesse, occasioni ed ambizioni…una favola dal lieto inizio che potrebbe riservare magistrali colpi di scena.