SAMPDORIA CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Imperativo ritrovare una difesa

11.11.2021 09:57 di  Paolo Paolillo   vedi letture
SAMPDORIA CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Imperativo ritrovare una difesa
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La regola del tre si è trasformata in consuetudine e, di questo passo, non so quante volte ne fai quattro agli avversari. Amiche e amici di Sampdorianews.net, ben ritrovati con la rubrica di approfondimento del reparto arretrato della Sampdoria. Dopo la vittoria sofferta contro lo Spezia, puro ossigeno, la Sampdoria di Roberto D'Aversa si è trovata davanti un trittico di partite toste, che potevano far capire che tipo di campionato si sarebbe fatto. Ecco, per fugare i rimanenti e pochi dubbi, sarà una stagione di polvere e sangue, ferri corti e baccalà. Freddo, per giunta.

Contro l'Atalanta siamo durati dieci minuti, per poi cadere inesorabilmente sotto i colpi del grande ex Zapata, la cui partenza mai, mai e poi mai perdonerò. Detto ciò, il gigante colombiano ha fatto a fettine la nostra difesa, schierata in modalità tipo, ridicolizzando Colley e Yoshida, non solo per i due gol, bensì per la continua apprensione che ha messo a loro, e la qualità di partita che ha fatto, un continuo riferimento per i compagni, letale in zona gol. Murru è oramai la controfigura di quello che Giampaolo aveva trasformato in un terzino del tutto rispettabile e Zappacosta lo sovrasta ogni qualvolta accellera. Dall'altro lato, Dragusin non è un terzino ed è impensabile lanciarlo alla carlona contro un cliente come Maehle, che lo fa letteralmente a fette. Il rumeno c'entra poco, bisognerebbe chiedere al mister.

Risultato, tre gol presi, grazie al sigillo di Ilicic in pieno recupero, che salta tutti come birilli.
Andiamo a Torino e lasciamo perdere. Presi a pallonate è dir poco. D'Aversa cambia e decide per un arrocco, ossia tre centrali (Chabot-Yoshida-Dragusin) e Bereszynski con Augello tornati sulle fasce di competenza, in quella che è una classica difesa a 5 in fase difensiva. Reggiamo venti minuti, poi il gol confezionato ancora da due ex - Linetty mette l'assist e Praet finalizza - fa crollare il castello. Un colpo al cuore per i tifosi, un ko anticipato. Non commento il gol di Singo nè quello di Belotti perché sarei passibile di denuncia, soprattutto per il primo, che sembra Michael Johnson ad Atlanta '96 da come corre, e noi rinculando rinculando verso l'area di rigore. Meno male che c'è la Maratona dietro la porta, altrimenti saremmo finiti tutti nel parcheggio.
Veniamo alla ciliegina di questo trittico, ossia la partita contro il Bologna. terzo ko di fila, segnali di ripresa ma porta sempre aperta. Resistiamo solo perché Audero ne salva due da marziano, riscattando qualche incertezza col Torino. Mostruosa la mano aperta sul destro a botta sicura di Arnautovic, incredibile il riflesso su Sansone, che evita il terzo gol, al calar del match. I gol presi, di Svanberg e Arnautovic, sono sempre figli dell'inadeguatezza della fase difensiva doriana, al limite del provincialismo. Si, perché appena rientrati in campo non si possono fare le belle statuine e sbagliare i tempi di ogni singola uscita fino a raccogliere la palla dentro la porta.

In Serie A, non si può. Non c'è sintonia, nessuno comanda la linea, uno spartito da seguire. Niente. Si gioca sull'esperienza di chi va in campo. Vedi il secondo gol. Appena uscito Colley, Arnautovic con fare volpesco va alle spalle di Augello, non un centrale difensivo. La mancata comunicazione tra Chabot e il terzino, con il tedesco a marcare il dischetto del rigore, fa il resto. Palla dietro la schiena dell'ex Renate e il panzer austriaco può trafiggere Audero. Non doveva esserci lui a marcare il centravanti bolognese, ma non lo devo dire io.
Onestamente, basta così. Quando è troppo, è troppo. Siamo tutti stanchi di vedere il qualunquismo difensivo che stiamo apprezzando. Basta giocatori spaesati, senza sicurezze, basta due/tre gol a partita. Non li meritano i ragazzi, non li meritiamo noi. Basta. In Serie A ci stai se non prendi gol, non se ne fai uno più degli altri.

Tirando le somme, serve fare le nozze coi fichi secchi, una sterzata, una sferzata, a volte anche una vergata. Due settimane per preparare la trasferta di Salerno, dove ci sarà un clima tropicale, nonostante sia tardo novembre. Lavorare sulla linea, sulla testa, con i giocatori a disposizione, che messi nelle condizioni giuste hanno dimostrato di tenere botta molto bene l'anno scorso. Un esempio su tutti, Alex Ferrari. Appena possibile Ranieri lo schierava, salvo poi perderlo per infortunio due volte. Quest'anno non è stato quasi mai preso in considerazione e qui le vie sono due: o non è in grado di giocare o c'è qualcosa che non va. Siccome il suo apporto contro lo Spezia è stato buono, propenderei per la seconda. Non sarà Baresi, non sarà Thuram, ma è una persona intelligente che sa usare la sua intelligenza in campo. Ricordiamo il suo intervento contro il Lecce di petto a salvare la baracca dal tracollo, all'esordio di Ranieri sulla nostra panchina?

Ecco, adesso servono tutte le risorse che abbiamo a disposizione, specialmente in una delle difese più battute del campionato. Reagiamo con l'orgoglio e con il poco di cuore che è rimasto, in tutti gli aspetti di quella che era una gran società calcistica e che, ora, è l'ombra di un personaggio del bagaglino che non fa più ridere nessuno.