L'importante è parare. Auguri a Garella, un anticonformista tra i pali

"E' il più forte portiere del mondo. Senza mani, però". Così l'avvocato Agnelli definì Claudio Garella, uno degli estremi difensori più anticonvenzionali che il calcio italiano abbia conosciuto. La sua filosofia, infatti, potrebbe essere racchiusa nelle parole del manager che lo portò al Napoli, che affermò: "L'importante è parare, non importa come".
L'atipico numero uno torinese vestì la casacca blucerchiata per tre stagioni, dal '78 all'81, alternando prodigiose parate di piede (ma persino di pancia o utilizzando altre parti del corpo) a errori marchiani per i quali fu coniato il termine "garellate".
Garella cominciò la carriera nel Torino, con cui debuttò in serie A nel 1972, approdando in seguito al Casale e al Novara; mentre la Samp lo prelevò dalla Lazio, club in cui aveva trascorso due stagioni. Oltre che per lo stile di gioco poco ortodosso, il portiere classe '55 viene ricordato per la mole fisica decisamente imponente e per i due storici scudetti conquistati con le casacche di Napoli e Hellas Verona. Proprio i butei confezionarono per lui un nuovo soprannome in onore dei suoi interventi, decisivi nella conquista del tricolore, tramutando l'ironico appellativo ideato dai laziali "Paperella" nel positivo "Garellik".
Dopo aver trascorso due stagioni con la maglia dell'Udinese, l'estremo difensore torinese chiuse la carriera nell'Avellino nel 1991, ricoprendo negli anni successivi i ruoli di direttore sportivo ed osservatore per alcune squadre dilettantistiche. Nel 2012/2013 ha intrapreso la carriera di allenatore della squadra giovanile del Cit Turin.
Garella, portiere dalla sagoma inconfondibile che difese la porta blucerchiata negli anni di cadetteria che precedettero la nascita della Sampd'oro di Paolo Mantovani, resta una curiosa figura nell'almanacco doriano. Seppur privo di uno stile impeccabile, sapeva essere efficace nel neutralizzare le conclusioni degli avversari e, con il suo anticonformismo tra i pali e il suo carattere combattivo, riuscì a guadagnarsi la simpatia dei tifosi blucerchiati di allora.
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