L'erba sotto l'asfalto. Auguri a Gaetano Vasari

01.09.2012 11:00 di Serena Timossi   vedi letture
L'erba sotto l'asfalto. Auguri a Gaetano Vasari
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© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

Ci sono persone capaci di continuare a vivere nei nostri ricordi per sempre, che credono in noi nei momenti di sconforto, che ci rendono orgogliose del solo fatto di averle incontrate, ascoltate, vissute. Leggendo un libro di Carlos Ruiz Zafón in cui il rapporto padre-figlio si staglia discreto sullo sfondo della vita del protagonista, mi è tornata in mente una vecchia intervista all'esterno offensivo Gaetano Vasari, in cui le sue parole lasciavano trasparire la figura di un padre che ha avuto un ruolo importante nella sua carriera di calciatore e nella sua crescita come uomo.

Vasari nacque a Palermo, nel rione del Borgo; suo padre, Ferdinando, di professione faceva il barbiere e il piccolo Tano imparò presto a rimboccarsi le maniche per aiutare la famiglia: prima come garzone di bar, poi come apprendista barbiere proprio nel salone del padre. I genitori saggi sanno che è importante costruirsi un futuro, insegnano ai figli come difendersi dalle difficoltà della vita, ma allo stesso tempo non gli impediscono di continuare a cullare i loro sogni. Così Gaetano nel tempo libero rincorreva un pallone per le strade di Palermo, dribblando i passanti e provocandosi sbucciature ad ogni caduta sul selciato, finché un giorno un talent scout lo notò e gli diede la possibilità di calpestare l'erba, lasciandosi alle spalle l'asfalto.

Lo scopritore di talenti lo portò al Cagliari (squadra omonima del più celebre club sardo, ma militante in seconda categoria) e la sua intuizione si rivelò esatta: Vasari aveva doti che avrebbero potuto portarlo in alto, nonostante fossero state scoperte più tardi rispetto a molti altri calciatori in erba. Passato alla Jatina, Gaetano aspettava l'occasione propizia, ma l'artefice del suo esordio fu proprio il padre Ferdinando che, oltre ad accompagnarlo agli allenamenti, lo sosteneva dagli spalti con decisione: fu il suo continuo inneggiare al suo nome che spinse il mister di allora e far alzare dalla panchina Vasari, facendolo esordire contro i Cantieri Navali. A 60 secondi dal suo ingresso in campo, Vasari segnò il goal che diede la vittoria alla sua squadra.

Quando si presentarono le prime difficoltà, fu ancora il padre ad invitarlo a non mollare e a credere nelle proprie qualità, impegnandosi insieme ad altri conoscenti a cercare una squadra in cui l'ingaggio gli consentisse di portare avanti i progetti di mettere su famiglia. I provini con Modena e Foggia non diedero l'esito sperato, ma al Trapani mister Arcoleo puntò su di lui. Dopo una parentesi all'Acireale, Vasari coronò un sogno: vestire la maglia del Palermo, in cui ritrovò lo stesso Arcoleo in panchina. Le sue giocate guizzanti lo resero uno degli idoli della tifoseria e tra le sue gare indimenticabili resta il 3-0 al Parma di Zola e Stoichkov in Coppa Italia, con doppietta personale.

La Samp lo acquistò dal Cagliari nel 1999, su richiesta di Ventura: Vasari si confermò un giocatore rapido e di qualità, nonché il miglior assistman del campionato. Nell'arco di due stagioni e mezzo (inframmezzate dal prestito al Lecce) sotto la Lanterna collezionò 76 presenze in campionato, siglando 13 reti.

La carriera di Vasari è continuata con cambi di maglia con frequenza annuale tra il 2002 e il 2006 (Cesena, Palermo, Vittoria, il ritorno a Trapani), fino all'approdo nella Palermitana, squadra dilettantistica che aveva vinto il campionato di Prima Categoria nel 2010.

Appesi gli scarpini al chiodo, Vasari ha deciso di gestire un panificio nei pressi dello stadio "Renzo Barbera" di Palermo. Da molti anni il padre che gli fu accanto nel corso di tutta la sua carriera, non è più vicino a lui fisicamente, portato via da un male incurabile. Eppure, le persone che ci hanno amato tanto non se ne vanno mai veramente e nel suo cuore il ricordo è più vivo che mai. Il terzo figlio di Vasari, Ferdinando, porta il nome di quel nonno caparbio che lo accompagnò lungo la strada verso la realizzazione di un sogno. "Papà quando il Palermo tornerà in A io ci sarò", promise Vasari alla scomparsa del genitore. Una promessa mantenuta, continuando a calcare il rettangolo verde tra dribbling, discese e assist, ma senza mai scordare l'asfalto di quella piazzetta dove tutto ebbe inizio.