SAMPDORIA CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - La coperta di Linus

SAMPDORIA CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - La coperta di Linus
© foto di Sampdoria.it
Oggi alle 12:34News Doria
di Paolo Paolillo
La rubrica di approfondimento dedicata al rendimento offerto dai difensori impiegati dalla Sampdoria durante il campionato.

La coperta di Linus la conosciamo tutti ed è un simbolo di sicurezza e protezione emotiva, reso famoso dal personaggio dei Peanuts, Linus, che ne è inseparabile. 

Ecco, per quanto riguarda la Sampdoria, la difesa dovrebbe rappresentare la coperta blucerchiata, il primo tassello verso una sicurezza emotiva da ritrovare appieno, dopo anni oggettivamente difficili. Il processo è lungo, gli interpreti sono cambiati in parte - ancora una volta – e i risultati sono stati sempre molto simili. Difficoltà, errori pacchiani, alternati a prestazioni tutto sommato discrete e addirittura a porta imbattuta.

In sette giornate, più un turno di Coppa Italia, abbiamo subito già undici gol. Alternato i due portieri, Ghidotti e Coucke e cambiato la formazione iniziale in almeno tre occasioni. Poi, da Monza, si inizia a cambiare, mettendo una difesa a tre bloccata e senza fronzoli, con Riccio e Vulikic marcatori e Hadzikadunic centrale di ruolo e comando.

Proprio il bosniaco è stata la nota più lieta di questo avvio. Inizio non troppo convincente contro il Monza, ma già in quel frangente ci fa vedere qualcosa, contenendo Dany Mota e poi anche Alvarez, che ringrazia la papera di Coucke, altrimenti sarebbe probabilmente rimasto a bocca asciutta. Dopodichè, l’ex Amburgo dimostra di crescere partita dopo partita (nonostante fosse in ritardo su Moncini a Bari) e col Pescara sfodera una bella prestazione, che gli fa meritare la convocazione in Nazionale e ci dà fiducia, nell’attesa almeno del reinserimento di Giorgio Altare, a mio parere, vera pietra angolare e di equilibrio della stagione della retroguardia e, forse, della squadra intera.

Nelle ultime tre partite sono stati concessi due gol e sono arrivati cinque punti. Poco da fare. Da questo passano il futuro e le fortune della squadra. E veniamo alla coperta. Li dietro i centrali sono tre e sono quelli. Coubis mai schierato, ed un motivo ci sarà. Altare ai box, Romagnoli fuori dalla lista. La coperta è corta, forse troppo.

La coperta di portieri propone un Ghidotti non spettacolare ma efficace, tolto l’errore in compartecipazione con Ferrari a Bolzano, il belga Coucke, che dopo due partite giocate ha già fatto anche troppo per essere giudicato, voglio essere bravo, acerbo. Ravaglia, al sesto anno con i colori del Doria, completa il roster. Anche qui, poche musse, Ghidotti merita la chance di giocare titolare e fare il suo campionato. Poi, si vedrà.

Altro discorso per le fasce, dove, al momento problemi non ce ne sono, perché a destra si alternano Depaoli e Venuti, anche se il capitano deve stare più alto possibile e funziona meglio quando dietro ha il difensore toscano o un difensore di copertura. A sinistra, invece, il duo Giordano-Ioannou va più che bene per le mire di salvezza della nostra amata. Da queste parti, soprattutto quando devono fare i quinti o addirittura i sesti quando la squadra si schiaccia, non si è mai andato nettamente in difficoltà. E prima di dare via a cuor leggero Ioannou, come si vociferava sul finale di mercato, ci si dovrebbe pensare due o tre volte, ad oggi.

Insomma, l’inizio è stato un mezzo disastro, ma le ultime tre partite qualcosa han raccontato e descritto. Se la retroguardia si sbatte e regge, la squadra va in fiducia e può anche offrire molto di più dalla cintola in su. In caso contrario si perde ogni tipo di effetto della coperta di Linus: niente sicurezza strutturale né protezione emotiva. E questo sarebbe un grosso problema per chi è già retrocesso una volta. Quindi, orecchie belle tese e testa a Chiavari, primo banco di prova di questi ragazzi.