Mango: “Partita a Chiavari uno spartiacque. Sampdoria può far male con Pafundi. Cherubini l'arma in più"

Dopo il 4-1 al Pescara, che ha regalato alla Sampdoria la prima vittoria stagionale e un po’ di respiro dopo settimane difficili e contestazioni, nel consueto appuntamento di “Forever Samp” su Telenord e riportato da Sampdorianews.net, andato in onda domenica alle 20.45, Salvatore Mango ha analizzato la prestazione dei blucerchiati e il momento della squadra, soffermandosi anche sul possibile ritorno di Roberto Mancini e sull’importanza dei giovani come Pafundi e Cherubini.
"Nel calcio si vince e si perde, ma i primi amori non si dimenticano mai: come nella vita, il calcio è una passione. Mancini non è un ragazzino o un esordiente, quindi sicuramente vorrà un altro tipo di sicurezza e di società. Però quello che hai dentro quando fai l’allenatore è qualcosa che ti dà un certo tipo di trasporto: lui è praticamente nato qua. Se sei un giovane allenatore e vuoi fare carriera è un conto, ma lui la carriera l’ha già fatta, e finirla qua per lui sarebbe una grande cosa. Non so in quale veste, ma secondo me potrebbe fare l’allenatore o anche una figura come Ferguson, che per tanti anni ha organizzato tutto, perché è un grande intenditore di calcio. Quando uno allena per vent’anni e fa quattrocento panchine, vede giocatori tutti i giorni: alla fine diventi un competente, capisci le cose del mestiere. Credo che qualche consiglio al figlio gliel’abbia dato, e comunque qualche giocatore l’ha preso. Lui è qua, e alla gente basta sentire il nome di Mancini per aprirsi il cuore. Mi auguro che possa davvero finire la carriera alla Sampdoria. Sicuramente non sarà immediata come situazione, anche perché alcuni, come Lombardo ed Evani, erano già dentro.
Aldilà di tutto, Donati per me sarà un buon allenatore, non discuto mai i tecnici, ma credo che il fatto che Mancini avesse messo lì quelle persone e poi siano stati esclusi sia stato un errore clamoroso. Questa partita può davvero cambiare la sinergia del campionato, perché rappresenta un vero spartiacque. Ora giochi in casa e poi vai a Chiavari, che per la Samp è come giocare in casa. Non me ne vogliano i tifosi dell’Entella, ma credo che la Sampdoria debba andare là a fare la partita e provare a vincere. Come dico sempre io, vince chi vuole vincere: l’atteggiamento deve essere quello di una squadra che vuole i risultati a tutti i costi. Sul piano tattico ci sono poche cose da dire: nel calcio ci sono tanti numeri, questa difesa a tre che poi diventa cinque, ma la cosa più importante è l’atteggiamento. Davanti devono stare vicino alla porta sia Coda che Pafundi. Pafundi è un giocatore che se parte da lontano o gioca esterno non ha la gamba, ma se gioca dietro le punte diventa devastante, come si è visto col gol al Pescara: lui e Coda sono due giocatori tecnicamente molto forti. La Samp può far male con questo ragazzo, e Cherubini è l’arma in più, perché ha tanta gamba e fa bene anche la fase difensiva.
Credo che sulla carta la Sampdoria sia superiore all’Entella. Non me ne vogliano i tifosi, ma penso sia così. Il campo sintetico può dare un po’ fastidio a chi è abituato a giocare sull’erba, ma non dev’essere un alibi. Ho sentito una dichiarazione di Del Piero molto giusta, e ci ho pensato oggi per venire qua. Nella mia carriera ho avuto spesso questi giocatori che poi diventano micidiali. Purtroppo, riporta sampdorianews.net, oggi la fisicità nel calcio è diventata fondamentale, già da ragazzini si cercano giocatori strutturati. Ma la nostra cultura calcistica è fatta anche di furbizia e di estro: i nostri grandi campioni non sono mai stati dei colossi. Ora invece puntiamo tutto sulla fisicità: se non sei alto un metro e novanta non puoi giocare. Se guardiamo la Spagna, i loro giocatori sono imprevedibili e cambiano la dinamica della partita, mentre noi questi giocatori li snobbiamo. Quando hai un giocatore che prende palla, salta l’uomo e ti cambia il ritmo, deve giocare solo lì, libero di esprimersi. Oggi nel calcio mettiamo al primo posto la tattica e l’organizzazione, ma quando hai uno che esce dagli schemi come lui, devi lasciarlo libero: Pafundi è innamorato del pallone, e meno male, perché questa è la sua forza. L’Udinese è una squadra in cui il più basso è alto un metro e novanta: tutti giganti, ma il talento non si misura in centimetri. Mi viene in mente Giovinco, o giocatori come Insigne e Di Natale: questi tipi di calciatori, se gli dai un compito preciso, non lo fanno, perché non è nelle loro corde. O gli dai fiducia e li fai giocare, oppure non servono. Cherubini invece è un giocatore di fascia, guarda la linea, riporra Sampdorianews.net, è bravissimo anche quando rientra. Secondo me il suo ruolo ideale è dietro una delle due punte: con un attaccante come Coda, che non attacca la profondità ma è bravo a tenere palla, non gli puoi far fare le rincorse. Se gioca dietro una punta o vicino all’altra mezza punta diventa devastante. Il gol è stato l’emblema di questo: se Coda fa il vertice offensivo e mette la palla giusta, lui poi ti manda in porta. Quando la Sampdoria è ripartita, si è vista la loro forza. I registi sono giocatori nati in un certo modo, hanno grande tranquillità quando giocano, difficilmente fanno falli e guardano tutto il campo. A volte sembrano lenti, ma in realtà pensano prima. Pafundi può fare tante cose, ma non il regista. A parte Palermo e Venezia, secondo me le altre squadre di Serie B sono tutte più o meno allo stesso livello. È un campionato equilibrato, puoi vincere e perdere ovunque. È più una questione di atteggiamento che di singoli, perché le rose sono simili. La Serie B è un campionato di seconde palle: vince chi ne conquista di più. Lo dico sempre, pensateci, perché le seconde palle fanno vincere o perdere le partite.
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