Nicolini: “Sampdoria, chi è deputato ad entrare nello spogliatoio e sbattere I pugni sul tavolo?"

Nicolini: “Sampdoria, chi è deputato ad entrare nello spogliatoio e sbattere I pugni sul tavolo?"
Oggi alle 09:18News Doria
di Edoardo Tesei

Enrico Nicolini, dagli studi di Telenord durante Forever Samp, ha analizzato il momento della Sampdoria dopo il k.o. con il Monza, evidenziando luci e ombre della prestazione blucerchiata.

"C’è un confronto tra l’allenatore e il preparatore dei portieri. Non credo che, riporta sampdorianews.net, decida la dirigenza blucerchiata, anche perché a questo punto non lo manderanno mai via. Io ero propenso per la continuità; Ora ha giocato l’ultima in casa e l’abbiamo persa. Ora ne ha sbagliate due su due e probabilmente vedremo Ghidotti, anche perché adesso bisogna mettere dentro un portiere. È chiaro che secondo me, la sconfitta anche se è brutta da dirsi, perché in effetti si giocano 95 minuti passa molto tra le sue mani, perchè quella situazione lì poteva essere gestita molto meglio."

In Serie A magari ho fatto gol all'Olimpico o a San Siro con 50.000–60.000 persone, e ti posso assicurare che non è semplicissimo. Quindi, sul rigore, dire che “ha tirato male” o “superficialità” sono stupidaggini. Nel frattempo parlavamo di questa cosa e intanto c’è il capocannoniere del Modena, anche lui l'ha sbagliato, addirittura l'ha tirato fuori. Il rigore purtroppo è un episodio che poteva essere determinante a favore della Sampdoria. È un problema di testa più che di tecnica. Ci sono momenti in cui la porta sembra grandissima, altri in cui, quando il rigore è importante, diventa più piccola. Io stesso ho detto che, con un portiere così alto, chiaramente andrebbe tirato più possibile rasoterra. Ma quando tiri, a volte la prendi con meno convinzione, eccetera. Quindi non mi soffermerei tanto sul discorso dei rigori. Possiamo soffermarci invece sul discorso di chi tira i rigori e di come vengono gestite le scelte. Io non so se l’allenatore, abbia fatto delle gerarchie. Quando facevo io questo lavoro, c’erano delle regole: se quello che deve tirare è infortunato, o è uscito, o non se la sente, ci sta che un compagno si prenda la responsabilità. Però deve esserci una gerarchia."

Chi è il giocatore, il dirigente deputato a entrare nello spogliatoio e sbattere i pugni sul tavolo? Io ho avuto direttori sportivi e direttori generali che, nei momenti difficili, intervenivano e facevano tremare i tavoli. Vorrei sapere chi, in questo momento, nella società ha la credibilità per farlo. Perché se ci va un dirigente qualsiasi, che fino a ieri stava nel consiglio d’amministrazione, faccio fatica a credere che possa trovare le parole giuste. Serve una persona in grado di dire le cose bene, con chiarezza e in modo adeguato al momento. Ho detto in studio una cosa che penso fosse scontata, ma la ripeto. Quando siamo rimasti in 10,  riporta Sampdorianews.net, eravamo legittimati a fare solo la fase difensiva. L’abbiamo fatta benissimo: in 10 non ricordo parate del portiere né occasioni particolari. Trovare 9 uomini più il portiere al limite dell’area non è facile da superare. Quando invece siamo tornati 10 contro 10, non eravamo più legittimati a stare solo dietro: bisognava anche proporre qualcosa. E lì sono arrivati i nostri errori clamorosi. Perché se è vero che il portiere ha fatto quello che ha fatto, è altrettanto vero che Riccio si è fatto anticipare su quel cross. Un difensore centrale non deve mai farsi anticipare. Enrico, che è stato un grande difensore, lo insegna: la palla che può prendere l’avversario è alle tue spalle, e su una parabola devi leggere bene il movimento. Il primo grande errore nasce proprio da quel difensore che si è fatto anticipare."