Auguri a Bernasconi, autentica bandiera blucerchiata

Nel calcio moderno parlare di bandiere porta spesso ad essere smentiti; sono pochi, infatti, i giocatori che fanno della maglia che indossano una scelta di vita, innamorandosi dei colori al punto di rifiutare proposte allettanti sul piano economico o del blasone.
Nell’albo d’oro della Samp spicca un giocatore che vestì la casacca numero cinque per undici anni, diventando un simbolo blucerchiato e guadagnandosi l’affettuoso soprannome di Orsacchiotto. Stiamo parlando di Gaudenzio Bernasconi, classe 1932, storico centromediano di interdizione doriano tra il 1954 e il 1965.
Nato a Ponte San Pietro, Bernasconi mosse i primi passi nel mondo del calcio nel Vita Nova ed esordì in serie A a vent’anni, indossando la maglia dell’Atalanta. Le 54 presenze con la Dea costituiscono il biglietto da visita con cui si presentò alla Sampdoria.
Nelle 338 gare disputate in blucerchiato questo giocatore cortilineo e dall’ottimo baricentro si rivelò un difensore coriaceo che tallonava il centravanti di turno sfruttando astuzia e forza fisica, qualità che si amalgamavano ad un buon senso della posizione rendendolo una vera e propria bestia nera per gli attaccanti dell’epoca.
Molti sono i volti che accompagnarono il suo lungo cammino a tinte blucerchiate: dal presidente Ravano, che lo acquistò utilizzando come pedina di scambio Fimmei e qualche milione, all’armatore Lolli Ghetti, passando per le reti di Firmani, le prestazioni di Ocwirk, l’idolo della tifoseria blucerchiata Tito Cucchiaroni, il cannoniere Brighenti e quel Vujadin Boskov di cui si sarebbe tanto sentito parlare in futuro.
Il recordman blucerchiato fu coinvolto in un curioso aneddoto che testimonia un fair play d’altri tempi: nel corso di una partita contro la Juventus Bernasconi rimase a terra in seguito ad uno scontro di gioco con il “gigante” John William Charles. Il giocatore gallese, pur avendo ormai davanti a sé soltanto il portiere, decise di buttare la palla in fallo laterale per soccorrere l’avversario, rinunciando ad un goal praticamente certo.
Durante il lungo periodo all’ombra della Lanterna, conquistò anche la Nazionale, collezionando sei presenze tra il ’56 e il ’59, distribuite tra amichevoli e qualificazioni Mondiali. Lo stopper blucerchiato concluse la carriera nelle Marche, disputando due stagioni in serie D nell’Urbino. Nel suo curriculum troviamo anche un’esperienza da allenatore-giocatore nello Jesi.
Al 60° posto di tutti i tempi per presenze in serie A, Bernasconi ebbe anche la soddisfazione personale di giocare ben 133 partite consecutive con la maglia della Samp, diventandone pilastro inamovibile.
A 78 anni Bernasconi è ancora l’Orsacchiotto dei tifosi blucerchiati, quella figura solida e affidabile alla quale la Samp si appoggiò fiduciosa, una quercia che trovò nei colori blucerchiati il terreno fertile in cui affondare le radici. E’ una bandiera che continua a sventolare orgogliosa e sfavillante, stagliandosi senza età nel cielo cerchiato di blu.
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