Un piccolo grande uomo. Auguri a Fausto Salsano

Un metro e sessantasette centimetri di duttilità, tecnica e agonismo. Fausto Salsano è uno dei volti storici della Samp dell’era Mantovani, un centrocampista prezioso e in grado di coniugare grinta e qualità che ha indossato la casacca blucerchiata complessivamente per undici stagioni, inframmezzate da tre campionati con la Roma, sotto la guida tecnica prima di Bianchi e in seguito di Boskov-Pezzotti.
Salsano giunge a Genova all’età di diciassette anni dalle giovanili della Pistoiese. Il ragazzo di Cava de’ Tirreni si fa le ossa tra le fila di Empoli e Parma, tornando dalle stagioni di prestito rafforzato nella tecnica e nella disciplina tattica.
Il debutto con la maglia della Samp, nella stagione ’84-’85, prelude una carriera costellata di successi e trofei: le 5 Coppe Italia vinte (quattro conquistate con la casacca blucerchiata ed una con quella giallorossa) ne fanno uno dei recordman della competizione e ad esse si aggiunge la Coppa delle Coppe ’89-’90.
In versione copetera Salsano risulta decisivo nella finale di Coppa Italia ’87-’88 grazie alla spettacolare rete del 2-1, realizzata di sinistro dal limite dell’area, imparabile per Lorieri, che costringe il Torino ad arrendersi nei tempi supplementari. Va a segno anche contro il Norrköpping nella Coppa delle Coppe ’88-’89 e il suo contributo sarà determinante anche nell’edizione vinta dalla Samp a Goteborg contro l’Anderlecht.
Nato come trequartista, Salsano nel corso della carriera adatta la sua posizione in campo alle esigenze della squadra e di un calcio in evoluzione, trasformandosi da fantasista in centrocampista di stampo classico con ottime doti offensive.
Il secondo periodo blucerchiato abbraccia le stagioni tra il 1993 e il 1998, per poi concludere la carriera restando in Liguria, nello Spezia, nel 2002. Al termine di brevi esperienze da allenatore sulle panchine di Sestrese ed Imperia, entra a far parte dello staff di due ex blucerchiati: è vice di Vierchowod con Catania e Florentia Viola e successivamente collaboratore tecnico di Mancini nell’Inter. Nel dicembre 2009 riveste il ruolo di allenatore in seconda dello stesso Mancini al Manchester City.
La definizione di piccolo grande uomo si adatta alla perfezione alla figura di Fausto Salsano, quel centrocampista brevilineo che sul terreno di gioco sapeva trasformarsi in un gigante tecnicamente invidiabile e dal cuore grande.
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