Un mosaico di emozioni, una pazza nostalgia. Auguri a Giampaolo Pazzini

Un mosaico di emozioni, una pazza nostalgia. Auguri a Giampaolo Pazzini TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 2 agosto 2011, 08:15I Colori dei Nostri Campioni
di Serena Timossi

"Le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere niente di bello finché non si guardano da lontano", almeno così diceva Arthur Schopenhauer. Un fondo di verità c'è, ciononostante l'aforisma non si riesca ad applicare perfettamente al calcio. La sensazione unica che ci assale quando la palla varca la linea di porta, si deposita in fondo alla rete e lo stadio esplode in un boato di gioia è una delle scene della nostra vita in grado di produrre un'emozione lunga un istante, eppure ancora intatta quando la si rivive col pensiero a distanza di tempo.

I goal di Giampaolo Pazzini con la maglia della Samp sono autentici mosaici di emozioni, in cui ogni tassello è splendidamente incastrato sino a formare la splendida immagine della sua inconfondibile esultanza che si fonde alla perfezione con le sciarpe e le bandiere blucerchiate che spiccano sugli spalti. Dalle prodezze in Champions League col Werder Brema, all'incornata vincente con il Napoli che valse il realizzarsi di un sogno, passando per girate vincenti, stacchi imperiosi come quello contro il Milan al Ferraris nella stagione 2009/2010, la doppietta all'Olimpico di Roma e il rigore realizzato al Barbera, l'opera d'arte magistralmente realizzata dal Pazzo fa bella mostra di sé nelle immagini e nei nostri ricordi di tifosi.

Gennaio 2009. La Samp di Mazzarri ha grosse difficoltà, falcidiata da infortuni che ne mettono a forte rischio la posizione in classifica. Nel mercato invernale Marotta corre ai ripari: dalla Fiorentina arriva Giampaolo Pazzini, aspirante bomber incompreso. Chiuso da colleghi affermati, porta con sé l'etichetta di promettente attaccante, ma poco prolifico. A Genova l'accoglienza è calorosa, la Samp ha bisogno di goal per risalire la china. Lui risponde timbrando in Coppa Italia, contro l'Udinese, segna il primo goal in blucerchiato in campionato contro il Chievo e a fine stagione avrà un ruolino di marcia impressionante: 11 reti in 18 partite disputate. L'anno seguente diventa uno degli uomini simbolo della cavalcata Champions della sorprendente Samp di Delneri: 19 sigilli in cui mostra un repertorio da centravanti di razza. L'inno della Champions diffuso dagli altoparlanti del Ferraris e il suo volto sorridente con tanto di corona in testa e bandiera indossata in versione mantello regale costituiscono un'altra di quelle immagini che conserveranno per sempre un fascino speciale.

Gennaio 2011. Pazzini viene ceduto all'Inter per 12 milioni e il cartellino di Biabiany, valutato 7 milioni. Un addio inatteso, che peserà per la tempistica e per la mancata sostituzione con un giocatore di pari ruolo. Per lui si apre lo scenario nerazzurro e a fine stagione l'attaccante di Pescia avrà un bilancio positivo: una Coppa Italia (con la Samp l'aveva soltanto sfiorata ai calci di rigore) e il matrimonio con la fidanzata storica. Per la Samp il bilancio (economico e sportivo) sarà disastroso, sprofondando nel baratro della serie B.

Le prodezze del Pazzo, che raccolse il numero dieci di Mancini e Flachi, hanno scritto il recente passato della Samp e resteranno per sempre parte della storia blucerchiata, come un bel mosaico la cui preziosa bellezza non viene scalfita dal tempo. La nuova opera d'arte avrà le fattezze del Pifferaio Piovaccari, il tocco del saettante Diablo Bertani, la grinta di Pozzi, la voglia di riscatto di Maccarone. La certezza è che quando la palla varcherà di nuovo la linea di porta e la rete si gonfierà staremo assistendo ad un'altra emozione indimenticabile. E quando le tessere del nuovo mosaico combaceranno alla perfezione, passeremo dalla Pazza nostalgia ad un'indescrivibile pazza gioia.