Quando il gioco si fa duro...Auguri a Matìas Silvestre
Matias Silvestre si appresta a festeggiare il suo 32° compleanno, il terzo in maglia blucerchiata. Il difensore argentino quest'anno è uno dei punti fermi di Marco Giampaolo – che lo aveva allenato anche a Catania e al quale lo lega un rapporto di stima reciproca -, e compone con Vasco Regini una coppia titolare che in pochi avrebbero immaginato prima dell'inizio del campionato.
La Samp ha scelto di puntare ancora sul giocatore di Mercedes, che aveva formato un duo difensivo eccellente con Romagnoli un paio di stagioni fa, ma che l'anno scorso non aveva brillato, alternando a buone gare match decisamente in salita. Un reparto in cui la scorsa stagione Vincenzo Montella non aveva saputo trovare la quadratura e che quest'anno dovrà lavorare molto per perfezionare affiatamento e meccanismi.
Le vittorie con Empoli ed Atalanta hanno dato fiducia ed entusiasmo, ma nei successivi impegni con Roma, Milan e Bologna sono sopraggiunte le prime sconfitte, dalle quali scaturiscono diversi spunti di riflessione. Se con giallorossi e rossoneri gli episodi sono stati decisivi, mentre la prestazione complessiva della retroguardia positiva, di fronte ai felsinei la difesa blucerchiata ha mostrato alcuni punti deboli che, senza creare allarmismi, possono essere corretti con lavoro, costanza e il rientro degli infortunati, in modo da avere maggiori alternative.
Silvestre, che in questi anni abbiamo imparato ad apprezzare per l'agonismo e la volontà di anteporre la comunicazione in campo a quella tramite media, mantiene la concentrazione ed è pronto a mettersi a completa disposizione del tecnico doriano, da molti considerato tra i più puntigliosi e attenti ai dettagli.
Se in campo l'espressione è spesso arcigna e il look piratesco, fuori dal rettangolo verde Silvestre è un ragazzo tranquillo che non ama apparire: allergico ai social network, preferisce fare maratone di serie tv in compagnia della moglie piuttosto che darsi alla vita mondana. Testa sulle spalle e serietà, insomma, che ne fanno l'elemento ideale per bilanciare la naturale esuberanza dei più giovani del gruppo. E se il gioco si fa duro, lui non è tipo da tirarsi indietro; il diktat è chiaro: rimboccarsi le maniche, visto che il campionato è solo all'inizio, e continuare a mettere personalità e grinta su ogni pallone e in ogni contrasto. La strada da seguire è stata tracciata, ai tifosi non resta che accompagnare la squadra dandole quella spinta in più che spesso fa la differenza tra una vittoria e una sconfitta.