Il duro che allevava canarini. Auguri a Romeo Benetti

Il duro che allevava canarini. Auguri a Romeo BenettiTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
domenica 20 ottobre 2013, 08:30I Colori dei Nostri Campioni
di Serena Timossi

Carattere schivo, un duro dal tackle facile in campo che sorprendentemente nel tempo libero si dilettava ad allevare canarini. Il centrocampista Romeo Benetti, calciatore amante dei contrasti, vestì la casacca blucerchiata nella stagione ’69-’70, collezionando 27 presenze in campionato, impreziosite da due reti, cui si aggiunsero tre partite e due sigilli in Coppa Italia.

Approdato alla Samp in tempi difficili, in cui il Presidente Colantuoni disponeva di poche risorse per rinforzare la squadra, Benetti era reduce da una stagione alla Juventus, cui la Samp cedette Morin e Vieri. La compagine di Bernardini raggiunse la salvezza a due giornate dalla fine del campionato, grazie soprattutto ad un Battara immolatosi in molteplici occasioni, visto che il reparto avanzato fu poco prolifico (Cristin e Francesconi insieme realizzarono appena 7 reti).

Romeo Benetti, dotato di buona tecnica e grande grinta, nacque a Verona il 20 ottobre 1945, ultimo di otto fratelli. Curiosamente, alla sua gemella fu dato il nome di Giulietta. Perse il padre quando aveva poco più di un anno e nell’età dell’adolescenza attraversò una fase di ribellione che indusse la famiglia a mandarlo in collegio a Venezia. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, quelli del collegio furono anni positivi, perché il giovane Romeo poteva dedicare molto tempo alla sua passione, il calcio, in cui esordì in veste di attaccante.

Il calcio, tuttavia, sembrava destinato ad essere soltanto un sogno, per questo dopo il trasferimento a Bolzano iniziò a lavorare come tipografo, finché in un torneo aziendale fu notato e tesserato dal Presidente del club semiprofessionistico della città. Benetti cominciò a viaggiare per l’Italia (Siena, Taranto, Palermo), inizialmente rimpiangendo la routine lavorativa in tipografia, che gli avrebbe consentito di trascorrere più tempo con la famiglia. Ma il calcio, gradualmente, conquistò un posto nel suo cuore e iniziarono ad arrivare i primi traguardi della sua carriera: la promozione in A con i rosanero dopo una stagione personale strepitosa e l’acquisto da parte della Vecchia Signora allenata da Herrera nel 1968.

Definì  Colantuoni, il Presidente che lo volle alla Samp, “un genio nella gestione economica del nulla”. Da quella stagione all’ombra della Lanterna, in cui si mise in evidenza con la sua determinazione e la prestanza fisica nei contrasti, scaturì l’interessamento del Milan, in cui restò sino al 1976, anno in cui fece ritorno in bianconero, per poi chiudere la carriera professionistica con la maglia della Roma.

La fama di “duro” è dovuta soprattutto al serio infortunio al ginocchio causato al centrocampista del Bologna Liguori da una sua entrata in ritardo. In carriera, tuttavia, non collezionò espulsioni e a centrocampo dettava legge con un piglio che spesso scoraggiava gli avversari dal contrastarlo con più veemenza.

A Romeo Benetti, blucerchiato per una stagione che riuscì a lasciare un positivo ricordo in anni in cui l’intensità e la grinta erano più fondamentali che mai nel riuscire a conquistare l’agognata salvezza, vanno i migliori auguri per il suo 68° compleanno.