Giulio Nuciari: una carriera da numero dodici

Giulio Nuciari: una carriera da numero dodiciTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
lunedì 26 aprile 2010, 08:10I Colori dei Nostri Campioni
di Serena Timossi

La vita del dodicesimo è particolare, in chiaroscuro. La voglia di scendere in campo è tanta, ma si sa che le occasioni per dare il proprio contributo potrebbero essere rare e non sempre è facile farsi trovare pronto, nel momento in cui si passa dall’ombra dietro le quinte alle luci del palcoscenico.

Giulio Nuciari lo sa bene, in quanto detentore di un record singolare, ossia quello del maggior numero di panchine in serie A per un portiere: per 333 volte ha indossato la maglia numero dodici, collezionando soltanto 17 presenze nella massima serie.

Seguendo le orme del padre, storico estremo difensore di Spal e Triestina negli anni quaranta e cinquanta, Nuciari, nato a Piovene Rocchette il 26/04/1960, intraprende la carriera calcistica nelle giovanili della Ternana e nella stagione ’79-’80 viene ceduto in prestito al Montecatini, in cui totalizza trenta presenze. Fatto ritorno nella squadra rossoverde, Nuciari resta a difesa della porta per due stagioni prima di essere notato e acquistato dal Milan. Con i rossoneri disputerà 44 partite tra campionato cadetto, serie A e Coppa Italia.

Nel 1989 avviene il passaggio alla Sampdoria, in cui resterà per sette stagioni, scendendo in campo complessivamente in sette partite. Negli anni d’oro Nuciari è il secondo portiere, alle spalle di Gianluca Pagliuca. E’ un tipo tranquillo, lavora sodo ed ha un ottimo rapporto con il collega, che lo definisce un caro amico sempre prodigo di consigli.

Nella stagione ’90-’91 Pagliuca, al termine di Samp-Torino, si lascia andare ad una stretta di mano troppo vigorosa e ad un complimento sarcastico nei confronti del direttore di gara Ceccarini, reo di avere mal condotto l’incontro. Il gesto costa al titolare la squalifica e nei due turni successivi tocca a Nuciari difendere la porta blucerchiata. La prima partita è una sfortunata trasferta a Lecce, in cui una Samp con molte assenze incassa una sconfitta con il risultato di 1-0, la seconda si conclude con un pareggio casalingo contro la Lazio; in entrambi i casi Giulio compie il suo dovere e non ha colpe specifiche sui goal.

Il ruolo del portiere è assai delicato e gli eventuali errori balzano agli occhi con più clamore rispetto ad un passaggio impreciso o ad un goal mancato, capita così che Nuciari si renda protagonista, nella stagione ’92-’93, di un liscio su un passaggio all’indietro, del quale Kolyvanov approfitta, portando in vantaggio il Foggia di Zeman. I successivi interventi decisivi nel limitare il passivo non bastano a rincuorarlo e a fine gara Nuciari non si sottrae alle interviste, si scusa e ammette che, senza l’incoraggiamento dei compagni, forse avrebbe chiesto la sostituzione. Insomma, un professionista umile che si rammarica se qualcosa va storto e se ne assume le responsabilità, perché vorrebbe rendere al massimo ogniqualvolta la rara occasione di partire titolare si prospetti.

Dopo il ritiro dal calcio giocato Nuciari ha intrapreso la carriera di preparatore dei portieri proprio nella Samp ed in seguito nel Milan, nel Cagliari e nella Ternana. Nel suo curriculum figura anche una breve esperienza da allenatore tra le fila del Cagliari al posto di Antonio Sala prima di essere sostituito da Sonetti. Nel 2002 comincia la sua collaborazione con l’ex compagno blucerchiato Roberto Mancini, entrando nel suo staff prima alla Lazio e successivamente all’Inter.

Recentemente, Giulio Nuciari ha fatto ritorno al Ferraris in occasione del Derby della solidarietà, un’iniziativa benefica per la lotta alla SLA.

In occasione del suo compleanno, porgiamo i nostri migliori auguri all’eterno secondo, che ha saputo ritagliarsi uno spazio nella storia blucerchiata e nascondeva dietro ai baffi e all’espressione accigliata, la tenacia di chi sa che, dietro un grande portiere, c’è un collega che dà il suo apporto silenziosamente e contribuisce all’armonia del reparto con la sua professionalità.