Brignoli bersagliato, Sala involuto, Skriniar paga l'inesperienza

14.05.2016 19:00 di  Serena Timossi  Twitter:    vedi letture
Brignoli bersagliato, Sala involuto, Skriniar paga l'inesperienza
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Brignoli 5: il tiro al bersaglio dei bianconeri, che ne detengono il cartellino, lo costringe a ripassare tutto il suo repertorio: dalle uscite alte a quelle basse, dal tuffo plastico alla respinta sulle conclusioni potenti dalla distanza dei giocatori offensivi bianconeri. Pesano però molto sulla sua valutazione la mancata uscita sull'1-0 e la respinta difettosa sul corner che porta alla rete del 4-0 di Chiellini.

Diakité 5: rispetto ai compagni di reparto ha il merito di affrontare sempre l'avversario con grinta e, a differenza di Skriniar, sceglie bene i tempi seppur rischiando nell'intervenire in scivolata in piena area. 

Silvestre 4,5: perde completamente la marcatura di Evra in occasione del primo goal della Juventus e sbaglia i tempi dell'anticipo nell'azione che porta al penalty provocato da Skriniar. Pietrificato in diversi frangenti, non legge con dovuta attenzione i movimenti degli attaccanti bianconeri.

Skriniar 4: la sua partita dura appena 13', espulso per un intervento in scivolata in area su Mandzukic. Un'ingenuità che deriva dall'inesperienza, peccato perché con il Palermo era stato l'unico a salvarsi dalla disfatta e sarebbe stato utile per la società vederlo in campo per un minutaggio superiore per valutarne l'utilità in vista della prossima stagione.

Sala 4: tanto promettente e duttile con la maglia dell'Hellas Verona, quanto cincischiante e impreciso persino nel controllo palla nella partita dello Juventus Stadium. Una netta involuzione per il giocatore, oggi schierato a centrocampo nella posizione abitualmente occupata da De Silvestri.

(dal 10' s.t. Ranocchia 5: rileva Sala per dare una mano alla difesa, schiacciata dalla superiorità numerica bianconera. Trova un brutto cliente in Morata).

Krsticic 5: ha le chiavi del centrocampo doriano vista l'assenza di Fernando, ma le consegna troppo presto ai bianconeri. Squadra blucerchiata schiacciata nella propria metacampo inevitabilmente a causa dell'inferiorità numerica, ma i contrasti vinti dal giocatore serbo sono pressoché nulli e l'apporto alla fase offensiva assente.

Barreto 5,5: avulso dal gioco e poco reattivo per i primi 45', nel secondo tempo si piazza davanti alla difesa e sbroglia alcune situazioni intricate, provando a reagire.

Dodo 5: scompare dal gioco per larghi tratti di gara e viene surclassato sulla sinistra dalla corsa e dalla classe dei giocatori juventini.

Correa 5: deve imparare a mettere la propria tecnica maggiormente al servizio della squadra e non ha ancora abbandonato alcune leziosità che ne vanificano l'impegno. Solo qualche squillo sporadico nella ripresa, per il resto un'opaca prestazione.

(dal 30' s.t. Soriano s.v.: entra a giochi fatti, toccando pochissimi palloni).

Alvarez 5,5: con la Samp in inferiorità numerica prova a dare una mano in fase passiva, fungendo quasi da terzino. Al 38' cerca la porta direttamente su corner, ma Neto non si fa trovare impreparato. 

Quagliarella 5: completamente isolato fin dall'avvio, riceve inesorabilmente ben pochi palloni dopo il rosso mostrato a Skriniar.

(dal 40' s.t. Ponce s.v.: pochi minuti per il primo assaggio di Seria A dopo una strepitosa stagione con la casacca della Primavera, purtroppo in un contesto che non gli consente di mostrare le sue qualità).

All. Montella 5: la corazzata Juventus gioca a una porta, approfittando con cinismo della superiorità numerica. Come per altre recenti partite, tuttavia, il problema non risiede tanto nella sconfitta, quanto nell'assenza totale di un'identità di gioco (e affrontare la Juve con due trequartisti e la difesa a tre sicuramente non aiuta), della mancata risoluzione delle problematiche difensive (vedi primo goal subito su calcio piazzato ad esempio) e nella mancanza assoluta di agonismo e determinazione da parte della squadra. La Samp chiude un girone di ritorno con media punti da retrocessione, con tre sconfitte consecutive, la testa in vacanza da tempo e fortunatamente una salvezza miracolosamente raggiunta, più per demeriti altrui che per meriti propri.