Sampdoria, Fredberg: "Faremo un passo alla volta. Lavorerò con umiltà e dedizione"

Sampdoria, Fredberg: "Faremo un passo alla volta. Lavorerò con umiltà e dedizione"
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Ieri alle 16:38Primo Piano
di Lidia Vivaldi
fonte Lidia Vivaldi inviata a Bogliasco per Sampdorianews.net
Sampdorianews.net era presente alla conferenza stampa presso il centro sportivo Mugnaini

I nuovi volti della Sampdoria sono stati presentati oggi a Bogliasco con una conferenza stampa presso le nuove strutture del Mugnaini. L'amministratore delegato dell'area football Jesper Fredberg ha risposto alle domande dei giornalisti:

L'Academy ha subito un forte ridimensionamento. Pensa di intervenire su questa scelta, in ottica futura? "Per me il settore giovanile è molto importante sotto molti aspetti, sono sempre stato motivato a lavorare con i giovani. Sono arrivato da pochi giorni e mi sto facendo un'idea, l'academy è qualcosa su cui intendo lavorare. 

Sul budget del mercato: "Negli ultimi tempi la Sampdoria ha speso molti soldi e non ha ottenuto quanto sperato dagli investimenti. C'è un budget, ma c'è anche flessibilità se si dovessero presentare occasioni. Io e Andrea Mancini sappiamo cosa fare e speriamo di potere ottenere il massimo da ciò che abbiamo a disposizione e costruire una squadra di cui essere orgogliosi."

C'è già qualche punto fermo nella rosa, o tutti sono cedibili? "Abbiamo già una lista di giocatori da monitorare. I primi giorni sono stati molto importanti. L'idea è di avere una strategia ben chiara e a lungo termine. ​​​Vogliamo trovare giocatori che possiamo inserire in questa filosofia di gioco che intendiamo portare avanti anche nel futuro. Ma è anche importante costruire un gruppo che scenda in campo e giochi da squadra. Questa è una stagione in cui dobbiamo costruire continuità, dare stabilità alla squadra, insieme ai nuovi giocatori. Quando arriveranno i nuovi? Il prima possibile. So che ci si aspetta di avere le cose fatte prima di subito, ma è molto importante scegliere bene, trovare i profili migliori possibili, e questo può richiedere un certo tempo."

Guarderete più al mercato italiano o a quello straniero? "Non guarderemo troppo al passaporto. Vogliamo trovare i migliori giocatori in Europa ma vogliamo trovare anche giocatori italiani. Se ci sono due giocatori sullo stesso livello, preferiremo un giocatore italiano piuttosto che uno straniero, perché i giocatori dovranno integrarsi bene e contribuire a conquistare l'obiettivo."

Avete già individuato quale sarà il primo reparto da rinforzare? "Quando arrivi in un nuovo club la cosa più importante è avere rispetto per tutti quelli che sono già qui. È un nuovo inizio anche per loro, e bisogna dar loro la possibilità di esprimere la migliore versione di se stessi. Detto questo, ci sono dei target per rafforzare la squadra, ed è la nostra ambizione. Lo staff ci aiuterà in questo, a stabilire una strategia. Abbiamo una lista di giocatori che stiamo monitorando, ma a volte bisogna adeguarla perchè ci sono altre squadre che seguono gli stessi profili. 

Sull'uso dei dati e delle statistiche: "Nel calcio moderno è impossibile non guardare ai dati, tutti i club li sfruttano. L'importante è come scegliere di usarli, perché il rischio è di affogarci dentro. Noi useremo i dati per scandagliare il mercato in modo da usare il tempo in modo più efficiente. Ma i dati non ti dicono come una persona si inserirà in un determinato ambiente o in una squadra. I dati ci aiuteranno ad avere un'idea più precisa, la decisione però resterà sempre una decisione umana e calcistica."

Che cosa significa per voi la Sampdoria a questo punto delle vostre carriere? "Non sono molto vecchio, ma lo sono abbastanza da ricordare la grande Sampdoria. In Danimarca il calcio italiano è stato sempre guardato con ammirazione e la Sampdoria ne è parte. Sono onorato di essere qui. Abbiamo a che fare con qualcosa che significa tantissimo per un sacco di persone. Lavorerò in modo molto umile e con la massima dedizione, per fare in modo che questo club possa tornare dove merita. Non abbiamo un ascensore che ci porti al vertice, dobbiamo costruire le cose un piano alla volta, in modo da avere fondamenta forti. Sarà un lavoro duro, ma a me piace lavorare duramente."

La sua prima impressione del lavoro con Mancini? "Ho avuto una buona impressione, Andrea ha una mentalità molto aperta. Il calcio non è un one man show, si possono avere 11 talenti in campo ma poi l'esito può non essere quello sperato. Sono sicuro che costruiremo qualcosa di importante. Come sono stato contattato dalla dirigenza? La società ha fatto un sondaggio per questa posizione e il mio nome è arrivato alla loro attenzione. Il mio compito ora è fare il meglio possibile."

Il fattore decisivo per evitare la retrocessione è stato tornare a sentirsi una famiglia. Come si sposa questo con il calcio professionistico? "Il calcio è fatto di emozioni e sentimenti. Non è come guidare un'azienda di un altro tipo. I tifosi hanno grande attaccamento e bisogna lavorare bene per loro, questa è anche la nostra forza, dobbiamo creare un senso di unione. Devi lavorare come una famiglia, lavorare tutti insieme, questo è il sentimento che dobbiamo costruire, tutti devono lavorare insieme e avere le motivazioni. Non mi aspetto di fare un salto enorme, faremo un piccolo passo ogni giorno per poter dire "siamo tornati". Questo è il momento peggiore della storia di questo club? Sì, bisogna prenderne atto e partire con un nuovo percorso. Se non avessi creduto in questo progetto non avrei chiesto alla mia famiglia di seguirmi qui e trasferirsi dalla Danimarca."

Conosceva già la storia della Sampdoria? "Ogni ragazzino conosce la maglia della Sampdoria e la sua bellezza. Ora diventerò un esperto della materia ma conoscevo già le tappe più importanti di questo club".