Sampdoria, Fredberg: "Per me è stata una decisione di cuore. Nel calcio i dati sono un alleato forte"

Il nuovo amministratore delegato dell'area Football, Jesper Fredberg, si è presentato all'ambiente Sampdoria attraverso una lunga intervista ai canali ufficiali:
"Sono molto onorato di unirmi a questo club con una storia così importante. Per me significa molto. Nel calcio ci sono cose che non si possono comprare con i soldi, sono la storia e la cultura, e penso siano cose di cui la Sampdoria è ricca. Questa è la mia prima impressione. È bello arrivare qui e vedere il club, le strutture, incontrare le persone. Finora ho avuto buone impressioni. Dopo aver lasciato l'Anderlecht sono stato contattato da persone che volevano sapere se fossi interessato ad avere informazioni sulla Sampdoria. Da lì ho iniziato a seguire il club, e più ascoltavo, più cresceva dentro di me una sensazione... Si possono prendere decisioni con la testa e con il cuore, questa per me è stata una decisione di cuore. Avevo anche altre opzioni, ma c'era qualcosa che mi diceva che questa era la scelta giusta per me.
Mi descrivo come una persona positiva, spero di poter dare energia alle persone che mi circondano e credo sia importante nel calcio. È un mondo emotivo, ci comportiamo come se tutto fosse sempre o bianco o nero. Se vinciamo la settimana va bene, se non vinciamo va male... Ma il mio compito è quello di accertarmi che tutti nel club, sul campo e fuori, si sentano rinvigoriti e pronti ad aiutare e partecipare. Non possiamo permetterci il lusso di essere tristi se perdiamo, dobbiamo rimetterci subito in carreggiata. Questo sarà uno dei miei compiti come manager. Pretendo anche molto, è importante che si lavori duramente per raggiungere gli obiettivi. In questo mondo nulla si ottiene gratis, bisogna impegnarsi. Il modo migliore per farlo è quello di implementare una strategia in cui tutti siano allineati e sappiano cosa ci si aspetta da loro.
Nel calcio i dati sono un alleato forte. Il mondo è grande e ci sono giocatori da guardare ovunque. Penso che uno dei rischi più grossi nel calcio sia perdere tempo: utilizzando i dati puoi sfruttare il tempo in maniera più efficiente. Per me i dati sono una parte del calcio, ma non potranno mai rimpiazzare gli occhi, l'atmosfera, e quella sensazione di pancia che hai quando cerchi un talento. Ma possono sicuramente aiutarti, restringere il campo dei potenziali obiettivi. I dati posso aiutarti anche quando devi valutare le tue partite. Quando si perde non c'è solo la delusione, anch'io posso essere emotivo e dire 'non va bene', ma se si analizzano i dati si può vedere che magari la performance è stata buona, anche se il risultato non è stato perfetto, in modo da capire che siamo sulla strada giusta. Penso che sia importante che costruiamo questo all'interno del club. Vogliamo valutarci tutti i giorni, ma vogliamo farlo oggettivamente, in maniera critica. Se abbiamo i KPI collegati al nostro stile di gioco è alla nostra strategia è anche più facile, per noi, restituire feedback costruttivi per migliorare, piuttosto che pensare solo in termini positivi o negativi. Ci sono più sfumature intermedie".
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