IL SAMPDORIANO - Ridicolizzati da figurine senza album

IL SAMPDORIANO - Ridicolizzati da figurine senza albumTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 09:18Primo Piano
di Diego Anelli

La parola "fine" non può e non deve essere scritta perchè mancano ancora quattro gare e ci sono dodici punti in palio ma questa sconfitta a Carrara fa male, malissimo, da tutti i punti di vista. Calcisticamente parlando la Sampdoria si giocava la vita, arrivava dalla scossa con Evani - Lombardo e dal ritorno al successo contro il Cittadella, bisognava giocare su quella nuova ventata d'entusiasmo, sull'agognata libertà mentale. Mettere da parte paure, presunzioni e sbandamenti, far leva su smania di riscatto, voglia di combattere e autostima. E invece... 

Come già accaduto ad un certo punto con Sottil e Semplici (dopo i successi consecutivi con Cosenza e Modena), la squadra entra in campo già sconfitta e si dissolve quando sembra aver rivisto la luce in fondo al tunnel. Mettendo da parte alcune scelte nell'11 di partenza troppo conservativo che non mi hanno convinto, ogni reparto ha fatto il peggio che potesse fare. In difesa i centrali erano costantemente in affanno e non marcavano fuoriclasse mondiali, dalle parti di Bereszynski si sfondava con disinvoltura. A centrocampo Meulensteen si è contraddistinto solo per la lentezza, Ricci ha mal gestito troppi palloni, Vieira costantemente in ritardo. In "attacco" i due esterni erano adattati e si è visto, Niang da punta centrale non ha le caratteristiche e ha pure beccato una giornata no. Solo quando le cose si sono messe male e con Sibilli probabilmente non al meglio, ecco il ritrovato Borini, Oudin e scampoli per Coda e Abiuso.

La Carrarese mancava in serie B da 76 anni e di certo i suoi sostenitori non sono stati abituati al calcio d'alto livello in serie C1 e C2, eppure hanno avuto giustamente modo di commentare la nostra "prestazione". Ero in tribuna e ho potuto ascoltare battute di chi ironizzava sulla nostra sterilità offensiva, sull'incapacità di far arrivare in area una palla battuta da corner, sul nostro "belino" mollo. Inevitabilmente ridicolizzati e in posti dove non ci saremmo immaginati di andare a giocare, figuriamoci a fare queste figuracce. Perfino Roberto Mancini è stato costretto ad ascoltare battute ed insulti, senza scordare accuse su presunti aiuti arbitrali a nostro favore per non farci retrocedere e sprofondare dove non siamo mai stati nella nostra storia.

Se per un attimo non pensiamo di essere Sampdoriani e con il cuore ferito da un coltello mentre lo scrivo, questa squadra merita di retrocedere per quanto fatto vedere finora, per i quattro allenatori cambiati e nonostante la rivoluzione di gennaio, si vede sempre un gruppo che non è una Squadra. Senza anima, senza un senso logico, senza un'identità di gioco e senza grinta, tranne rare occasioni. Se si vedono questi "spettacoli" imbarazzanti nonostante la decisione di professionisti dal nostro glorioso passato di prendere questa patata bollente mettendoci la faccia nel momento peggiore di sempre, ci si rende conto di come sia una nave destinata alla deriva, non si capisca come salvarla. 

Scrivo questo editoriale tornando da Carrara. Inca**ato nero e ferito, ma lucido, il più possibile obiettivo e sincero. Ci sono ancora i margini per salvarsi ma dopo Carrara si ha la netta sensazione di esserci giocati le ultime carte. È una squadra causa di imbarazzo e vergogna, partita con il pensiero della serie A e finora incapace di tenersi almeno cinque avversarie alle spalle, fonte di una presunzione condivisa da diverse componenti. In campo solo figurine che però i bambini non cercano nelle loro collezioni, non avrebbero spazio negli album. Io credo comunque ancora nella salvezza, con la speranza di non lottare contro i mulini a vento. Da Carrara dovevano arrivare tre dei otto/nove punti attesi per provare a salvarci direttamente. Dopo quanto avvenuto, dove li prenderemo? Uno scontro diretto e tre match contro compagini in lotta play-off. Dobbiamo provarci, non abbiamo alternative. Dai Doria.