Foti: "La Sampdoria è la mia squadra. Il nostro pensiero è dare energia e un'identità precisa"

Si è svolta al centro sportivo Mugnaini di Bogliasco la presentazione del nuovo staff tecnico della Sampdoria. Per Salvatore Foti, che affiancherà Gregucci in panchina, si tratta di un ritorno nel club dove è cresciuto da calciatore, e dove ha mosso i primi passi da collaboratore tecnico:
"Io l'anno scorso lavoravo in Turchia ma quando potevo seguivo la Sampdoria, squadra che ho seguito sempre per ovvi motivi. E' la mia squadra. Quello che è successo l'anno scorso, in queste prime partite non ci interessa. Dobbiamo guardare avanti e al Frosinone. Si deve cambiare il prossimo futuro".
Siete la sesta guida tecnica, questo vi pesa? "Il passato lo conosco. Non posso focalizzarmi su questo. Il nostro pensiero è dare energia e un'identità ben definita, lavorare e fare determinate cose in campo e in allenamento. Ma poi vederle anche in partita. Io non sono nato sampdoriano, lo sono diventato. Sono arrivato qua nel 2006. Siamo nel 2025, ho famiglia, moglie e amici. la Sampdoria è sempre stata qualcosa di importante. Alla fine conta però la partita e i punti che dobbiamo andare a fare".
Hai avuto Giampaolo come "professore" qui a Genova e poi Mourinho. "Sono stato tre anni con mister Giampaolo e sono stati tre anni bellissimi. Mi era stata data la possibilità di entrare nel settore giovanile e poi l'anno successivo di far parte dello staff di Marco. Sono stati tre anni di formazione che hanno fatto divertire tanto i tifosi. Non abbiamo fatto forse quello step ma la gente era felice. Mourinho è stata un'esperienza incredibile. Quando sei vicino ad un personaggio del genere è normale che ti arricchisca. Ci siamo tolti delle soddisfazioni, abbiamo avuto delle delusioni. Mi ha mandato un messaggio di in bocca al lupo con scritto 'Forza Samp' perché sa cosa rappresenta la Sampdoria per me".
A quale dei due maestri hai "rubato" di più? "Da entrambi. Con Giampaolo avevo appena smesso. Vi ricordate la linea difensiva, il palleggio, eccetera. Dal primo anno mi ha fatto diventare parte attiva di una squadra che ha fatto tante cose belle. Mourinho è un garanzia di successo. Ovunque è andato ha alzato trofei e dove non ce l'ha fatta ci si è avvicinato. E' uno dei più grandi comunicatori. Ma io mi porto dietro, oltre al lavoro, le esperienze che ho vissuto a Roma e in Turchia".
Il modulo a due punte? "Stiamo cercando di dare un equilibrio. Un conto è vederli dal vivo, un altro è allenarli in base alle tue richieste. Quello che stiamo richiedendo con il mister in alcune cose è diverso. Le due punte sono un'ipotesi ma, ripeto, a quello che è stato non possiamo pensarci. Dobbiamo cambiare la mentalità. La B il mister la conosce, è un campionato difficile".
Coda? "Un giocatore che deve dare tanto a livello di leadership. Ma tutti devono alzare il loro stato d'animo e avere più fiducia nelle loro qualità. Ci sono anche giocatori che hanno vinto anche campionati di Serie B".
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