IL SAMPDORIANO - Altro scempio. Il paranormale regna in campo e in società. Donati salta ma la piazza pulita?

Schifo, incredulità, incazzatura, vergogna. Ecco cosa abbiamo provato dinanzi alla vergognosa disfatta in quel di Chiavari. Una partita apparentemente in equilibrio fino al vantaggio dell'Entella, simbolo di una società modello a conduzione familiare con radici profonde da sempre su principi umani e lavorativi di programmazione e organizzazione. Una volta passati in svantaggio, il nostro castello di sabbia è crollato, anche se già fin dai primi minuti le avvisaglie di pericolo si erano palesate dinanzi ad ogni percussione. Una squadra, seppure reduce da un successo che avrebbe dovuto liberare le menti e far svoltare la stagione sentendo le dichiarazioni di alcuni tesserati, è invece entrata in campo scarica, distratta e probabilmente convinta con agghiacciante presunzione che il peggio fosse già passato (come avvenuto più volte nella scorsa stagione).
L'Entella ci credeva, si fiondava e lottava su ogni pallone vagante, giocava da squadra. Noi invece senza gioco, senza anima, senza attributi. Per non parlare poi delle carenze tecniche che sono evidenti, ancora di più dopo che una squadra, incredibilmente arrivata terzultima, è stata ulteriormente indebolita in estate e vittima di incomprensibili scelte frutto di algoritmiche genialiate. La difesa, composta da Riccio, Hadzikadunic e Giordano, ha collezionato il valzer degli orrori, il centrocampo con Bellemo ed Abildgaard, travolti dal ritmo locale, avrebbe potuto fare lo spot pubblicitario della lentezza e della difficoltà di garantire filtro e protezione, con le corsie esterne ben presto terreno fertile solo per incursioni avversarie, con Venuti e Depaoli, spesso on affanno in copertura. In avanti senza Pafundi il vuoto totale, con Coda abbandonato là davanti, costretto ad inventarsi un gran goal su una palla sporca arrivatagli sui piedi su un fortuito rimpallo. Cherubini ci ha provato ma senza incidere, Henderson messo fuori ruolo, Barak si è impegnato ma fa molta fatica, Cuni non vede la porta. Anche se a qualcuno era bastato il successo contro il Pescara, per scrivere di una difesa in crescita e la coppia di centrocampisti ricercata da mesi...
Come era facilmente prevedibile il primo a pagare per tutti è stato Massimo Donati, il quale ha dovuto fare i conti con un mercato di impoverimento (folle il mancato arrivo della punta) e sporcato da operazioni algoritmiche che hanno portato giocatori già finiti ai margini, o capaci di far già danni in campo. Dall'altra parte eravamo tutti consapevoli che si poteva trattare di una scelta al risparmio e non consona visto il delicato momento vissuto dalla Sampdoria, reduce dal miracolo salvezza e assolutamente bisognosa di una guida esperta. Donati non è riuscito a dare nè un gioco, nè un'anima alla Sampdoria, confermando l'ennesima decisione assurda presa in estate da quella parte della società che ha calpestato il significato del termine riconoscenza verso Evani e Lombardo e non ha nemmeno optato per altri profili che avrebbero potuto dare qualche garanzia in più. Presunzione, superficialità e nulla conoscenza del calcio italiano (e non solo) hanno portato all'ennesimo esonero.
La scelta pare rappresentata da Salvatore Foti (scongiurando il rischio di neofiti del Nord Europa), un profilo giovane e già molto stimato negli ambienti calcistici, come testimoniato dalla grande stima di allenatori del calibro di José Mourinho che lo ha scelto e voluto come allenatore in seconda. Anche se in una situazione come la nostra servirebbe evitare altre potenziali scommesse ma sappiamo in quale contesto dobbiamo muoverci. Il ritorno di Attilio Lombardo rappresenterebbe una garanzia di competenza, esperienza e attaccamento ai colori, oltre che una base di continuità rispetto al recente passato e un amore/pazienza senza limiti nè confini. Nel frattempo vedremo i futuri passi di una società che ha buttato via altri mesi e mesi di lavoro e il mercato (?) di gennaio è ancora lontano. Nel frattempo auguriamoci che Andrea Mancini abbia maggiore voce in capitolo nelle scelte che contano, e che gli eventi spingano verso la priorità, sempre la stessa: la piazza pulita di tutto il resto della dirigenza.
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