90 minuti nei Distinti: "Visioni - traumi da stress.... History and future"

Torna ogni anno come sempre l’appuntamento con la stracittadina, e come ogni anno ognuno si prepara come può: c’è chi si dà malato per non vedere nessuno i giorni che precedono il match, chi si tiene la mutua per il post derby, chi fa lezioni di rilassamento e respirazione per non farsi venire un infarto e chi si isola in qualche paesino sperduto senza campo scoprendo solo all’ultimo il risultato.
Tutti coloro che, invece, hanno superato l’esame dell’elettrocardiogramma e non sono ipertesi, si recano allo stadio alle 15 in punto per assistere al 118° derby della lanterna. La Sud, come al solito, è da brividi: tutti sollevano le braccia e distendono la sciarpa cantando Lettera da Amsterdam e anche i distinti fanno lo sforzo – una volta all’anno – di partecipare alla coreografia.
Mi impongo il sacrificio di dare un’occhiata anche alla nord, ma i colori mi sembrano rossoneri e ho quasi l’impressione che non stanno veramente scendendo in campo Samp e Genoa.
E invece tutto è pronto per incominciare, compreso un tifoso blucerchiato che, fissando un punto immaginario inizia a urlare: “Tu non ci devi stare qua!” Mi volto cercando di capire con chi ce l’abbia, ma vedo solo maglie di Sampdoriani intorno a me. “Tu, dico a te, con quei colori! Devi andartene da qui!” Ci voltiamo tutti, ma non notiamo nessun genoano e spieghiamo le visioni come traumi da stress pre - match. Qualcuno fa sedere il fanatico paranoico e la partita può iniziare.
Al 1’ il Genoa si fa subito pericoloso con una conclusione di Kouamé che sfiora il palo. “Ecco lì, vedi? Sono partiti già meglio, loro sì che ne hanno voglia…”. “Belin ne prendiamo almeno tre, vedrai!” Ma proprio in quel momento Linetty impensierisce Radu che devia in calcio d’angolo un tiro piuttosto insidioso. Passa ancora un minuto ed Ekdal prova la conclusione, la palla ribattuta arriva a Quagliarella che si inventa un assist per Defrel: il numero 92 devia in rete e il Ferraris esplode di gioia.
“Evvaaaaaiiiii ora gliene facciamo tre!” … come cambiano le opinioni nel giro di due minuti… Vicino a noi anche un gruppo di turisti biondissimi in calzoncini corti saltellano felici lanciando birra. Non capiscono bene cosa stia succedendo, ma partecipano alla nostra felicità cercando di dire Sampdoria, ma senza nessun risultato apprezzabile. “Genoa, no. Sampdoria sì! Du iu anderstand?”. “Yeah, yeah…”
Durante l’intervallo continua il lavaggio del cervello ai ragazzini slavati: “Genoa history, but not tru, Sampdoria future! Ok?” “Yeah, yeah…” Mah, speriamo di averli convinti… Al 6’ della ripresa uno scatenato Defrel si lancia verso l’area, ma Biraschi tocca il pallone con la mano e viene espulso. “Che figata! Sono rimasti in dieci!” “Ma che dieci, son dodici! Non li vedi quei due piccioni in campo?”
Il direttore di gara indica il dischetto e il capitano si presenta dagli undici metri: ognuno non sa se cantare, incitare, stare in silenzio… in un istante che sembra infinito Quagliarella prende la rincorsa, carica il tiro e Radu viene nuovamente battuto. Due a zero e stadio nuovamente impazzito.
A questo punto la maggior parte dei tifosi si prepara a un finale di sofferenza, ma allo scadere è di nuovo il numero 27 ad andare vicino al gol e alla doppietta. Poi arriva il triplice fischio e tutti possono scatenarsi senza paura. Inizia ufficialmente la settimana post derby fatta di selfie, sfottò, storie d’amore che finiscono, mariti lasciati senza cena e figli diseredati, ma con la soddisfazione immensa di un’altra vittoria ottenuta contro i nostri poveri cugini.
Partita IVA 01488100510
© 2025 sampdorianews.net - Tutti i diritti riservati
