UNA BOTTA DI DORIA: Perché ci lega un filo che ci porta dritto a lei…ma i tifosi non meritano figure del genere

06.01.2018 18:15 di  Paolo Bardetta   vedi letture
UNA BOTTA DI DORIA: Perché ci lega un filo che ci porta dritto a lei…ma i tifosi non meritano figure del genere
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Non importa quanti siano i kilometri di distanza, non importa se con i pullman o con le macchina o addirittura con il treno per il viaggio della speranza. L’unica cosa che conta è essere li da lei pronti a sostenerla nonostante tutto e tutti. Quel filo che lega i tifosi alla Sampdoria è un qualcosa di speciale, unico e inimitabile.

È come quel cordone ombelicale che non si vuole mai staccare. Ma a che pro? Per vedere figure del genere? Per osservare una squadra che viene umiliata e che inerme non cerca nemmeno di cambiare il corso delle cose?

Eppure loro sono sempre li che nonostante la sconfitta, fino all’ultimo, cantano a squarciagola per i colori più belli del mondo. I tifosi blucerchiati ci sono stati, ci sono e sempre ci saranno ma senza dubbio non meritano tutto questo. Si lasciano famiglie a casa, fidanzate, mogli, figli pur di vedere giocare la Sampdoria e non sempre si è ripagati per questi sacrifici non indifferenti.

Ecco perché tutti devono farsi un esame di coscienza per cercare di capire dove sta il problema. Bisogna tornare ad essere umili come prima perché nessun avversario sarà mai ne troppo forte ne troppo debole da ledere una mentalità vincente. È tempo di rimboccarsi le maniche e ripartire nuovamente con l’umiltà che ha contraddistinto la squadra blucerchiata di inizio stagione.

Del resto i rapporti d’amore sono fatti cosi: servono i sacrifici di ambe le parti per poter essere sempre uniti. Solo cosi si vince, solo cosi non si ha paura di niente e nessuno, ma non possono essere solo i supporter blucerchiati a fare sacrifici.

Allora cara Sampdoria, è tempo di ripartire e chiedere scusa, perché i tuoi tifosi meritano molto di più…