Sampdoria, Puppo: "Ritroveremo un filo di speranza, ora solo inconsolabile tristezza"
L'autore e tifoso della Sampdoria Maurizio Puppo commenta il pareggio blucerchiato con la Carrarese. Nel suo intervento su Facebook, il pensiero sul complesso momento vissuto dalla Sampdoria: "(Per amore, solo per amore) Sono andato a vedere la Sampdoria per la prima volta nel 1974. Ero bambino. (E in un certo senso lo sono ancora). Ieri, forse per la prima volta, mi sono sentito un po’ sperduto. Cioè privo di riferimenti, di meta, di speranza. Come i giocatori in campo. E l’incrollabile fedeltà del pubblico (numeroso, colorato, sereno ma di una serenità triste, nella fredda serata marassina), mi ha suscitato un sentimento di tenerezza e anche un po’ di pena.
Vedevo la folla riavviarsi verso casa, in silenzio. Ricordo fischi e contestazioni molto più violente alla Sampdoria di Enrico Mantovani (colpevole di un reato gravissimo: essere il figlio di suo padre); una Sampdoria che negli anni aveva schierato giocatori come Chiesa, Karembeu, Veron, Ortega, Montella, che aveva pescato un giovane allenatore destinato a fare una certa strada (Spalletti), e spedita in B da sfortuna e vergognoso killeraggio (Trentalange a Bologna, e il modo ancor m’offende). Ma allora non c’era stata nessuna indulgenza. Forse il disastro dell’oggi (quando di indulgenza ce n’è anche troppa) è nato anche in quel momento. Domani riprenderemo a solcare il vasto mare e ritroveremo un filo di speranza, di illusione. Come capita a tutti i viventi. Ma ora c’è solo una profonda, buia, inconsolabile tristezza".
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