SAMPDORIA GONFIA LA RETE - L'attimo fuggente, la Za(m)pata vincente

L'analisi settimanale dell'attacco blucerchiato
20.04.2018 08:45 di  Serena Timossi  Twitter:    vedi letture
SAMPDORIA GONFIA LA RETE - L'attimo fuggente, la Za(m)pata vincente
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Si dice che la vita non si misuri in minuti, ma in attimi. Quella della Sampdoria da mercoledì sera si misura addirittura in secondi.

Tutto merito di Zapata che, a quattro secondi dalla fine di una partita in cui la determinazione ha prevalso sull’efficacia del gioco espresso, ha gonfiato la rete dopo due partite di digiuno per l’attacco blucerchiato. Un goal che pesa come un macigno, perché consente di continuare a rincorrere il sogno Europa League in questo rush finale, seppur con un calendario complicato, con la speranza di un passo falso da parte delle dirette concorrenti. In parallelo si interrompe la straordinaria rimonta della Fiorentina, fermata in casa dalla Lazio, e, anche se l’Atalanta inanella un’altra vittoria, il Milan viene frenato dal Toro.

Al di là dell’importante vittoria, tuttavia, un’analisi obiettiva del reparto avanzato blucerchiato deve tenere conto di una prestazione poco convincente soprattutto nel secondo tempo, caratterizzata da alcune problematiche che tendono a riproporsi da diversi match. La manovra della Samp, avvolgente, caratterizzata da fraseggio prolungato e finalizzata per vie prevalentemente centrali, è un tratto distintivo del modulo di Giampaolo. Gran parte degli spunti scaturisce perciò dall’estro di chi agisce sulla trequarti, ossia Gianluca Caprari all’inizio della partita con il Bologna. Il numero 9 ha dato la sensazione di fare sempre qualcosa “di troppo” nel corso del match: un tocco in più del dovuto, un secondo dribbling evitabile dopo il buon esito del primo, un attimo di esitazione di troppo nel momento in cui giocare il pallone, decidendo se scaricare su un compagno o andare alla conclusione. Un Caprari confusionario di fronte ai felsinei, ma che con i dovuti accorgimenti potrebbe ancora dare un apporto notevole alla causa doriana in questo finale di stagione.

Secondo aspetto da migliorare: la personalità sotto porta e l’ultimo passaggio. La squadra nel primo tempo ha cercato di imporre il proprio gioco, orchestrando ordinatamente la manovra, ma non riuscendo ad impegnare Mirante. Ai tentativi, lodevoli ma fuori misura di un volenteroso e non sempre preciso Kownacki e di un Quagliarella caparbio, si è accompagnata una tendenza generalizzata nel cercare a tutti i costi il corridoio vincente anche quando la logica avrebbe suggerito di assumersi la responsabilità di andare al tiro. Insomma, in alcuni frangenti un po’ di sano egoismo potrebbe rivelarsi la soluzione vincente per sbloccare il risultato.

Terzo punto: sfruttare meglio le situazioni di palla inattiva. I ragazzi di Giampaolo su corner non sono riusciti a confezionare traiettorie pericolose sulle quali gli attaccanti o i difensori saliti per fare valere i propri centimetri potessero intervenire. I calci d’angolo sono una freccia poco sfruttata quest’anno, ma che sarebbe utile tirare fuori dalla faretra con maggiore frequenza.

Tornando al fatidico attimo in cui Duvan Zapata ha deciso le sorti del match, va sottolineato che non si tratta di una rete da cineteca, ma sicuramente di una delle più caparbie: quasi di forza, lottando, il colombiano si è buttato su quel pallone canalizzando tutta la spinta della Gradinata Sud, che non aveva mai smesso di credere nella vittoria nonostante un secondo tempo deludente e sotto ritmo. Duvan inoltre ha infranto il tabù del recupero, solitamente portatore di risultati nefasti per la Samp piuttosto che di successi corsari.

Impegno massimo, come ha affermato Giampaolo in conferenza stampa, per non spegnere i sogni. In fondo, anche se sembrano un po’ più lontani rispetto a qualche mese fa, ciò che conta è non avere il rammarico di non avere provato a realizzarli.