DORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE - imperativo: superare gli errori propri ed altrui

07.11.2018 09:29 di  Matteo Rosagni   vedi letture
DORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE -  imperativo: superare gli errori propri ed altrui
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Debacle pesante, quella della Sampdoria contro il Torino: sconfitta per quattro reti ad una, subita in casa, di fronte al pubblico amico, che ha lasciato attoniti ed arrabbiati. Tutti i reparti della compagine guidata da Mister Giampaolo si sono resi colpevoli di questa difficilmente digeribile scorpacciata di gol, centrocampo compreso. La linea mediana blucerchiata però è stata protagonista non solo per una prestazione insufficiente, ma anche per l'essere divenuta vittima sacrificale di due enormi torti arbitrali. Va da sé, ma sempre bene ribadirlo, che se la sconfitta fosse stata di misura, tali 'orrori' arbitrali avrebbero un peso del tutto diverso e la rabbia causata da essi sarebbe esponenzialmente maggiore. Nulla dietro cui nascondersi quindi, ma non si può nemmeno trascurare quanto successo, per il bene del (regolamento del) calcio.

La numero 14 delle Regole del Gioco del Calcio sancisce che si deve fischiare calcio di rigore qualora venga commesso un fallo, dentro l'area, tra quelli passibili di calcio di punizione diretto. Tra questi, che sono dieci come sancito dalla Regola 12, vi è "fare o tentare di fare uno sgambetto ad un avversario", sgambetto che effettivamente Aina vuole attuare su Praet, riuscendoci o meno poco importa, come si evince. Le velocità del gioco può certo trarre in inganno anche un arbitro esperto come Rocchi, ma la VAR al momento esiste: quel che non esiste è lasciarla spenta perché si ritiene di non aver dubbi in una situazione del genere.



Prima, vi è un'altra situazione che, seppur non totalmente lucida e netta come questa, lascia perplessi: corre il minuto undicesimo del primo tempo e Barreto si infortuna, da solo. Non vi è la necessità di sanzionare il Torino con un fallo e l'azione continua. Continua e si dilunga, non certo in pochi secondi, fino a che Belotti non la insacca alle spalle di Audero. Nel frattempo Barreto è sempre a terra e sarà poi costretto a lasciare anzitempo il terreno di gioco: perché l'azione non è stata interrotta dal fischietto toscano? La regola prevede che stia al solo giudizio dell'arbitro decretare se l'infortunio sia grave e quindi si renda necessaria l'interruzione dell'azione in corso: il caso di Barreto non è quindi una palese inapplicazione del regolamento (come avverrà da li a poco col rigore negato a Praet...), ma è "solo" una mala-interpretazione della realtà.

Ribadito l'ovvio, è necessario comunque tornare a guardarsi bene in casa propria e sottolineare nuovamente quanto la prestazione del centrocampo della Sampdoria sia stata altamente al di sotto quanto ha abituato i propri tifosi. Dennis Praet tenta spesso la giocata, talvolta riesce, ma non incide, se non nel procurarsi il rigore del secondo tempo. Le sgroppate di Abin Ekdal il più delle volte risultato perse nella prateria, così come Riccardo Saponara crossa spesso impreciso. Edgar Barreto, pur avendo giocato solo una scampolo di gara, non ha in quei pochi minuti mostrato la consueta cattiveria agonistica ed il subentrato Karol Linetty è apparso l'ombra di quell'ottimo centrocampista che sa essere. Nel complesso quei fraseggi tipici del gioco che Marco Giampaolo insegna ai suoi ragazzi, sono stati dimenticati per buona parte di gara a discapito ovviamente del bel gioco, ma cosa ben più importante, della capacità realizzativa, risultante il tutto in una pellicola horror proiettata dinanzi la Sud. Occorre quanto prima ritrovare lucidità e concentrazione, in vista della trasferta capitolina e della successiva, importantissima, gara al Ferraris.