ESCLUSIVA SN - Leone: "Sogno D'Aversa allenare Sampdoria. Leader da sempre"
Manca ormai solo l'ufficialità per l'approdo di Roberto D'Aversa sulla panchina della Sampdoria. Luca Leone, lo storico Ds artefice dei migliori anni del Lanciano, ha raccontato l'allenatore nato a Stoccarda dentro e fuori dal campo in esclusiva a Sampdorianews.net. D'Aversa ha intrapreso la carriera di tecnico proprio nel club abruzzese, in stretto contatto con l'attuale Ds Ternana.
"A Lanciano Roberto è stato determinante sia da calciatore che da allenatore, ha favorito la crescita professionale del club. Un autentico valore aggiunto, un appassionato di calcio, amante della propria professione. Ha portato disciplina, competenza e cultura del lavoro. Sono orgoglioso del suo percorso da allenatore, siamo entrambi di Pescara, ci conosciamo da tanti anni. Come uomo e allenatore porta contenuti importanti, la Sampdoria ha fatto un acquisto importante".
Cosa ha rappresentato per voi. "A Lanciano era il nostro capitano nella vittoria del campionato per arrivare in B, in seguito ha ricoperto il ruolo di allenatore. È sempre stato un leader, una persona buona e generosa, lavora anche ventiquattro ore al giorno per la causa comune, ricordo quando mi trovavo delle sue chiamate perse alle sei del mattino...Lui vive di calcio, è molto scrupoloso e pignolo anche nella cura dei dettagli. A Lanciano ha subito compreso la nostra politica societaria, ricordo che il primo anno dopo aver smesso di giocare mi accompagnava a vedere molte gare di Primavera. In una di queste avevamo seguito Federico Bonazzoli all'Inter che poi portammo da noi in prestito, senza scordare Cerri debuttante in B a diciotto anni, la valorizzazione di Sepe e Conti, oppure Kulusevski e Bastoni a Parma. Da sempre Roberto è molto bravo a valorizzare i giovani e dare il giusto valore agli elementi più esperti, punta al giusto mix".
Prima calciatore, poi allenatore anche a Genova sponda doriana. "La Sampdoria è una società e una piazza che gli sono sempre rimaste nel cuore. Con me in diverse occasioni ha ricordato la sua esperienza da calciatore in blucerchiato, per lui allenare la Sampdoria era un sogno. Del resto parliamo di un club storico e blasonato, ho toccato con mano la sua felicità, darà il massimo per il bene della Sampdoria".
A Parma ha accettato di subentrare dopo Liverani. Alcune incredibili rimonte subite nel recupero, ad esempio con Sassuolo, Fiorentina e Cagliari, hanno fatto crollare il castello delle speranze. "Credeva molto nelle possibilità di salvare il Parma, è tornato perchè, dopo le promozioni e gli anni in A, lo sentiva come una sua creatura. Si lega molto al gruppo e alla piazza, crede molto nel senso d'appartenenza, era convinto di raggiungere la salvezza. Ha la mentalità vincente, non gli va giù nemmeno perdere quando giochiamo a carte (ride, ndr)...".
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