La classe corre a braccetto con l'abnegazione

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato il 12 novembre 2008. Direttore Responsabile TMW Sampdoria. Collabora con alfredopedulla.com, Primocanale, Radio Sportiva, Radio19, Tuttoentella.com.
29.09.2014 19:25 di  Diego Anelli   vedi letture
La classe corre a braccetto con l'abnegazione
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Già per conto proprio il derby rappresenta una gara insidiosa, sentitissima, imprevedibile, sempre pronta a sorprendere. Affrontarla senza il Capitano avrebbe potuto incrementare le insidie contro un avversario che smaniava dalla voglia di riscattare il derby deciso da Maxi Lopez, l'infortunio nei primi minuti subito da Regini poteva rappresentare un altro elemento di criticità nel medesimo reparto. Il condizionale è rimasto tale, perchè in campo la Samp non ha risentito delle assenze, in particolare nel cuore della difesa.

Silvestre, fatta eccezione per i primi minuti di fisiologico ambientamento in quel di Palermo dopo poche ore dall'ufficializzazione del trasferimento, ha garantito esperienza e solidità al reparto. Chi ha sorpreso maggiormente è però Alessio Romagnoli, il quale, nonostante la giovanissima età, mette in evidenzia le caratteristiche tipiche del veterano, della chioccia: personalità, carisma, senso della posizione, capacità di caricare i compagni in difficoltà, come avvenuto come Mesbah dopo i primi interventi imprecisi del nazionale algerino, eleganza ma, al tempo stesso, consapevolezza di badare al sodo nei momenti in cui era doveroso spazzare l'area senza troppi problemi. A proposito dell'ex esterno basso del Parma, occorre ancora tempo prima di poterlo valutare. E' reduce da un periodo di scarso utilizzo e ha bisogno di accumulare sufficiente minutaggio. Finora ha alternato, sia con il Chievo che nella stracittadina, cose buone ad errori piuttosto banali in fase di controllo e disimpegno.

Una parte del merito del successo blucerchiato va attribuito alla zona nevralgica del campo, dove Obiang e, in primis, Soriano hanno offerto una prestazione superlativa. Chissà dove saranno finite le persone che ritenevano giusta una cessione di Pedro in estate. “Per fortuna” è poi emerso il problema fisico che ha pesantemente condizionato il rendimento dello spagnolo nell'ultimo torneo, altrimenti qualcuno avrebbe potuto anche pensare di trovarsi dinanzi ad un giocatore di livello ben inferiore. Chi segue il calcio non ha però la memoria corta e i due anni precedenti di Pedro erano sotto gli occhi di tutti.

In poche gare stagionali abbiamo rivisto il giocatore che conoscevamo; dinamico, propositivo, sempre nel vivo del gioco, capace di catturare un elevato numero di palloni in non possesso. Per diventare un centrocampista completo dovrà migliorare la mira in fase realizzativa, ma per il resto le cifre chiacchierate in estate rappresentano spiccioli dinanzi alle qualità dell'ex Atletico Madrid. La Sampdoria ne è ben consapevole, non ha voluto sbarazzarsene in fretta e furia in estate, ma ha deciso di attenderlo e puntare nuovamente sul suo talento.

Parte del merito va attribuita anche a Sinisa Mihajlovic, il quale ha riproposto Pedro dal 1', lasciando in panchina Krsticic, altro talento da recuperare prima possibile. A proposito del tecnico serbo... Spesso si parla giustamente della rinascita di Stefano Okaka, ma Sinisa ha svolto un ruolo chiave anche nella maturazione di Roberto Soriano, un grandissimo prospetto rimasto in buona parte inespresso fino alla precedente guida tecnica. Anche in occasione della sfida più sentita dai tifosi l'ex centrocampista del Bayern Monaco ha offerto una prestazione maiuscola; ormai il talento, la classe, l'eleganza non sono più fini a se stesse, vengono messe a disposizione della squadra, del gruppo. Non si parla più di attimi di luce nel buio generale in forma di vani tocchi leziosi, piuttosto la classe corre a braccetto con lo spirito di sacrificio, l'abnegazione, i raddoppi di marcatura. Anche in contesti di enorme dispendio di energie in non possesso e della necessità di non dare punti di riferimento agli avversari, poco importa se da terzo di centrocampo o da fantasista, i doppi passi e gli slalom restano d'attualità, ma in prima pagina, non più in forma di trafiletto invisibile.

Sinisa Mihajlovic, fin dalla prima gara della scorsa stagione, ha evidenziato la volontà di non buttare mai via la palla, impostare l'azione fin dai difensori, far circolare la sfera con pazienza in attesa della giusta verticalizzazione dell'esterno, o dell'imbucata con i tempi giusti a favore dell'inserimento senza palla del compagno. Come la manovra parte dalle retrovie, gli attaccanti sono i primi difensori. Anche ieri sera il trio offensivo si è reso protagonista di un incredibile lavoro di copertura, diventando spesso e volentieri centrocampisti aggiunti, rincorrendo i portatori di palla e aiutando i compagni tramite fondamentali raddoppi di marcatura. Oltre al lavoro di sacrificio, il tridente messo in campo da Sinisa ha rappresentato un attacco tosto per i difensori genoani, cercando, talvolta riuscendoci, di metterli in difficoltà con triangolazioni nel breve e scatti sulle corsie esterne.

Le conclusioni in porta non sono state numerose su entrambi i fronti, lo spettacolo è stato assicurato più sugli spalti che in campo, dove però le formazioni hanno dato vita ad un derby maschio, agonisticamente sentito, nel quale la Sampdoria ha risposto presente. Forse qualcuno è rimasto un po' spiazzato dall'atteggiamento battagliero di una squadra sempre sul pezzo, incapace di fallire l'approccio alle gare più importanti. Con Mihajlovic non si sbaglia, si tratta del secondo derby consecutivo vinto durante la sua gestione, con lui alla guida la Sampdoria conosce soltanto trionfi nella stracittadina. E' vero, spesso sono gli episodi a decidere sfide di questo livello, ma i due 1-0 consecutivi, con zero goal subiti e lo spirito messo in campo da ogni giocatore, non sono frutto del caso, ma di un gruppo compatto che ha acquisito la giusta mentalità vincente ed è diventato consapevole delle proprie qualità. Grazie soprattutto a Sinisa Mihajlovic.