IL SAMPDORIANO - Due gare in 90': sofferenza e imprevedibilità per alzare l'asticella

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Collabora con Alfredopedulla.com.
16.10.2017 10:44 di Diego Anelli   vedi letture
IL SAMPDORIANO - Due gare in 90': sofferenza e imprevedibilità per alzare l'asticella
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La classifica fa godere, c'è poco da fare, abbiamo ancora una partita da recuperare seppure contro un avversario di prima fascia come la Roma. In casa blucerchiata sempre meglio non cullarsi sugli allori in vista del match con il Crotone, si rischia sempre di scendere in campo con la mente distratta e la pancia piena, andandoci a complicare la vita contro avversarsi soltanto sulla carta più abbordabili. L'approccio con il Benevento, il primo tempo al  Bentegodi nonostante il turnover e la gara di Udine sono alcuni esempi recenti.

Siamo in grado di dire davvero la nostra per un ambizioso piazzamento alle spalle delle sei grandi, a condizione di restare umili, con i piedi per terra, non pensare di aver fatto chissà cosa perchè i traguardi, gli obiettivi si raggiungono soltanto a fine campionato. La passata stagione dovrebbe aver portato insegnamenti di grande utilità; i punti persi contro le “piccole” e la tendenza ad abbassare la guardia dopo grandi imprese, per esempio la spina staccata dopo il secondo blitz a San Siro.  

Ieri avevamo il dovere di riscattare, almeno in termini di prestazione, la debacle di Udine e al triplice fischio finale possiamo affermare di esserci riusciti. Se la Sampdoria ha davvero raggiunto uno step di elevata maturità, possiamo davvero trarre enormi benefici dall'andamento della sfida contro i bergamaschi. Visto il rendimento in Italia e in Europa degli uomini di Gasperini, almeno ieri non si poteva correre di rischio di sottovalutare inconsciamente chi avevamo di fronte, semplicemente per l'intera prima frazione l'Atalanta ci è stata superiore in tutto, per gioco, personalità e dinamismo. 

Fortunatamente siamo riusciti a “difendere” il solo goal di svantaggio e siamo andati al break con la consapevolezza di poter rimettere tutto a posto, perchè fino a quel momento la vera Sampdoria non era ancora scesa in campo. Gli ospiti stavano facendo un figurone, contro di loro anche il Lione e la Juventus avevano sudato le proverbiali sette camicie non andando oltre il pari, ma dovevamo accantonare timidezza e immobilismo in fase di non possesso e tornare in campo con il sangue agli occhi. Il duello a distanza tra le guide tecniche stava evidenziando come il meccanismo neroblu stesse funzionando alla perfezione e dall'altra parte non si stesse riuscendo a trovare le giuste contromisure per invertire la rotta. 

A questo punto abbiamo avuto l'ennesima prova, come se ce ne fosse ancora bisogno, che uno dei nostri valori aggiunti porta il nome di Marco Giampaolo. Guardando la distinta della formazione non era semplice trovare gli uomini in grado di trasformare così rapidamente e radicalmente l'andamento della sfida. Il mister ha sorpreso tutti, in primis Gasperini, rischiando la terza punta Caprari al posto di Ramirez oltre all'inserimento più prevedibile di Linetty per Verre. Con l'ingresso dell'ex Pescara ci siamo giocati il tutto per tutto, proponendo spesso e volentieri il tridente che ha allargato non poco le maglie della retroguardia neroblu, costringendo inoltre i loro esterni bassi ad arretrare di parecchi metri. 

In fase di non possesso Caprari si è sacrificato molto, andando ad occupare in diverse occasioni la posizione occupata da Ramirez e indossando le vesti del trequartista in alcune ripartenze, con l'obiettivo di servire in profondità il tandem Zapata – Quagliarella. In mediana Linetty ha inciso non soltanto correndo come un forsennato e alzando il tasso qualitativo, ma ha realizzato un goal da attaccante di razza, lasciando un segno notevole sulla gara. Mi è venuto in mente il Karol ammirato l'anno scorso contro l'Inter al Ferraris, un altro dei numerosi talenti pescati all'estero in grado di alzare davvero l'asticella, non limitandosi al compitino tattico svolto quasi sempre alla perfezione.

I cambi all'intervallo hanno fornito un contributo decisivo alla vittoria finale, sarebbe però limitativo pensare che fossero soltanto le prestazioni di Ramirez e Verre i motivi di un primo tempo di completa sofferenza. Nella ripresa è scesa in campo una squadra con maggiore determinazione, consapevolezza dei propri mezzi, rabbia agonistica, con una precisa identità di gioco, maggior dinamismo nel cuore del centrocampo e superiore attenzione al gioco dei nostri esterni. È stato radicalmente rivoluzionato il contesto generale. I 3 punti contro l'Atalanta, oltre a rappresentare un'enorme iniezione di fiducia e un potenziale trampolino di lancio, sono fondamentali in quanto frutto di due partite opposte nell'arco di un'unica sfida e quindi in grado di farci recapitare un messaggio ben chiaro. 

Se non scendiamo in campo con umiltà, abnegazione, intensità e non seguiamo la filosofia di gioco del mister, le debacle sono dietro l'angolo ed è giusto accantonare ogni minimo pensiero ambizioso, siamo pertanto chiamati a mantenere elevato il livello di concentrazione. Non va mai dimenticata la presenza di un tecnico che legge le partite come pochi, capace di massimizzare al meglio il parco giocatori a disposizione, individuando le posizioni più congeniali (es. Praet) e agevolando l'esplosione dei giovani talenti in maniera progressiva.  

Qualcuno ha già fatto partire il countdown verso la prima stracittadina, ma prima bisogna concentrarci esclusivamente sulle prossime tre gare. Aver conquistato l'intera posta in palio con i bergamaschi ci consente di affrontare con fiducia le sfide casalinghe con Crotone e Chievo, nelle quali non sarà semplice sbloccare il risultato, serviranno pazienza e concentrazione ai massimi livelli, attenzione a limitare gli spazi per le loro ripartenze. Due gare intervallate dalla trasferta contro l'Inter, al momento la più vicina inseguitrice del Napoli, trascinata da un Mauro Icardi in forma stellare. 

Non si potrà sempre ottenere il massimo, ma possiamo e dobbiamo provarci. Assieme al nostro pubblico continuare a far sentire il fattore campo e provare a regalare un altro dispiacere ai neroazzurri a San Siro. Parliamo di imprese, ma soltanto credendoci si possono realizzare, o comunque uscire dal campo a testa alta non avendo lasciato nulla di intentato. Coraggiosi e mai leziosi, convinti ma non presuntuosi, consapevoli di essere la Sampdoria, sempre con i piedi ben saldi per terra.