Giocare da Sampdoriani, lottare da Sampdoriani, vincere da Sampdoriani

Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Collabora con Alfredopedulla.com, TMW Magazine, Tuttoentella.com, Antenna Blu.
06.03.2017 08:37 di Diego Anelli   vedi letture
Giocare da Sampdoriani, lottare da Sampdoriani, vincere da Sampdoriani
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E adesso ci attende il derby, ora sì, davvero. Da diverse settimane in molti avevano dirottato l'attenzione alla stracittadina, un fatto fisiologico, naturale sugli spalti. Sul campo invece la Sampdoria è riuscita a restare altamente concentrata, conquistando tre punti fondamentali contro il Pescara, riassaporando il gusto del successo dopo i pareggi con Cagliari e Palermo.

Soprattutto l'1-1 ottenuto in extremis in terra siciliana aveva lasciato molti rimpianti e generato il rammarico per non riuscire ad assistere all'ulteriore salto di qualità, ovvero scendere in campo cattivi, agonisticamente parlando, anche contro le formazioni di livello inferiore. Per fortuna la paura di vincere dei rosanero e l'orgoglio dei blucerchiati si sono rivelati decisivi nei minuti finali, un punto che non cambierà forse la vita a qualcuno, ma non nasconde tutto il suo peso specifico in termini di continuità, consapevolezza nei propri mezzi e maturità.

Nessuno crede e mai crederà che il derby sia una partita come tutte le altre, ci mancherebbe altro, ma rendersi conto che in ogni gara ci sono tre punti da conquistare, a prescindere che l'avversario si chiami Juventus, Genoa, o Pescara, è un dato di fatto incontrovertibile e tale deve essere se vogliamo alzare ulteriormente l'asticella. Si può scrivere la storia battendo la Roma tra le mura amiche e tornare ad espugnare San Siro contro il Milan, ma se contro il Pescara fosse arrivato il quinto pareggio su altrettante sfide contro le ultime tre compagini in graduatoria, avremmo davvero buttato giù dalla finestra buona parte di quanto faticosamente seminato.

Non dobbiamo mai staccare la spina, riuscendoci potremmo davvero toglierci grosse soddisfazioni. Con il Cagliari giustamente abbiamo provato il tutto per tutto per ottenere il quarto successo consecutivo, valeva la pena rischiare anche più dovuto, i sardi hanno risposto colpo su colpo, sfiorando il colpaccio. Una gara sofferta, nella quale abbiamo davvero dato tutto. Al Barbera chi aveva maggiore fame stava per prevalere nonostante la netta inferiorità tecnica e un fattore ambientale finito per non fare assolutamente la differenza a favore dei padroni di casa. Fortunatamente come già avvenuto a Crotone siamo riusciti a sistemare le cose, portando a casa un punto prezioso.

Sulla carta si possono fare mille discorsi, ma in campo nessuna gara risulta davvero abbordabile. Anche il Pescara, sotto la guida di Zeman, è venuto a giocarsela a viso aperto, andando alla ricerca di quel successo che avrebbe dato nuova linfa nella rincorsa salvezza. Abbiamo sofferto forse più del dovuto soprattutto sugli esterni bassi, uno dei principali nostri punti deboli, ma siamo stati bravi a restare compatti, a non disunirci, ad essere pazienti e fiduciosi. La manovra collettiva e la classe dei singoli hanno fatto la differenza. Ottimi segnali in vista del derby: in attesa di trasformarsi in un cecchino sotto rete Muriel continua a regalare assist ai compagni, qualche panchina ha fatto bene a Fernandes ritornato dal 1' ad essere un fattore determinante e Quagliarella, una volta definitivamente archiviato l'incubo personale, può davvero giocare a mente libera, i goal accompagnano il fondamentale lavoro sporco.

Cosa ci cambia il ritorno al successo del Genoa dopo mesi d'astinenza? Assolutamente nulla. Dobbiamo sempre ricordarci di essere Sampdoriani e siamo abituati a guardare in casa nostra. Anche se i rossoblu fossero usciti a mani vuote dal Castellani, non sarebbe cambiato nulla sia nella preparazione della sfida, che nel nostro approccio alla gara. La storia dei derby ha spesso dimostrato come chi arriva peggio alla stracittadina riesca a prevalere facendo leva sull'orgoglio, sulla smania di riscatto, resettando tutto il recente passato e puntando su quei 90' per salvare un'intera stagione. La disperazione può spesso rivelarsi un'arma utile per avere la meglio. Come sempre dobbiamo arrivare al derby con piena consapevolezza dei nostri mezzi, con il coltello tra i denti, con la volontà di proseguire l'opera di consolidamento, se non di miglioramento, della posizione in classifica.

Perchè il derby di ritorno potrebbe non rappresentare l'ultimo obiettivo stagionale, Torino e Fiorentina non sono poi così lontane, dobbiamo pertanto dimostrarci bravi nel non perdere di vista ulteriori traguardi, dare nuova linfa a quegli stimoli che ci consentirebbero di non interrompere il percorso di crescita. Per proseguirlo il primo ostacolo si chiama Genoa e dovremmo affrontarlo al meglio, cercando di proteggere adeguatamente le corsie laterali e dimostrandoci cinici in fase realizzativa, perchè soprattutto queste sono gare decise dagli episodi e risulta imperativo non farsi trovare impreparati. Saremo attesi da una delle tante settimane pre-derby con mille discorsi, altrettante promesse su entrambi i fronti, considerazioni che trasformano un derby in sinonimo di gara della vita, da dentro o fuori.

Non cadiamo in questi tranelli, obbligatorio non sbagliare approccio e scendere in campo con il cuore, la testa e le gambe contrariamente a quanto avvenuto nel derby di ritorno della passata stagione, ma la nostra storia ci insegna che la nostra umile ambizione ci porta a non giudicare un'intera stagione dall'esito di una stracittadina. Nel medio termine meritiamo ben altri obiettivi, puntare a fare strada in Coppa Italia e ad un posto in Europa League non sembrano bestemmie, quelle sì sono le gare di una vita. Lasciamo ad altri l'essere costretti a salvare la stagione in 90', noi pensiamo esclusivamente a giocare da Sampdoriani, a lottare da Sampdoriani, a vincere come siamo abituati, da Sampdoriani. Rispediamo ai mittenti tutto ciò che crea inutili pressioni finalizzate a trasformarsi in tensioni anzichè in stimoli.

Non conterà il nome, la classifica, i punti di vantaggio, sarà un'autentica battaglia e noi non ti lasceremo mai sola, cara Sampdoria. Uniti nella sofferenza, uniti nella gioia, uniti nella lotta, vogliamo i 3 punti.