Vialli: "Troppo innamorato della Samp, ero pronto a camminare sull'acqua per Mantovani. I cori dei tifosi mi hanno commosso"

16.02.2019 07:38 di  Lidia Vivaldi   vedi letture
Vialli: "Troppo innamorato della Samp, ero pronto a camminare sull'acqua per Mantovani. I cori dei tifosi mi hanno commosso"
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Ad alcuni mesi dall'uscita del suo libro "Goals", in cui ha parlato, tra le altre storie, di come ha affrontato la malattia, Gianluca Vialli è stato intervistato dal giornalista Aldo Cazzullo per il programma di Rai 2 Povera Patria, andato in onda ieri sera. L'ex bomber blucerchiato ha ripercorso la sua carriera professionale, dagli inizi fino alle tappe più importanti tra Genova e Torino.

"A 3 anni credo di aver dato il primo calcio ad un pallone, mi sono innamorato e da lì ho capito quello che avrei voluto fare, quindi ho avuto un grande vantaggio rispetto a chi non scopre la propria passione fino a un'età più avanzata. Ho giocato sempre, con gli amici in oratorio, si faceva un'ora di catechismo e in cambio ci lasciavano giocare. Ci ho messo tanta pratica, e di qualità, perché ho sempre avuto maestri che mi hanno insegnato le cose giuste."

Arriva da giovane alla Samp, dove trova il Presidente Mantovani, che aveva dato ai suoi cagnolini i nomi di Gianluca e Roberto... "Non erano proprio cagnolini, erano giganteschi! (ride, n.d.r) Era sicuramente un modo per dimostrare il suo affetto, lui era un Presidente molto bravo, ma era anche una figura paterna nei nostri confronti. Eravamo ragazzi molto giovani, condividevamo la stessa filosofia di vita ma, essendo lontani da casa ed essendo ancora abbastanza immaturi, avevamo anche bisogno di una figura come la sua, che potesse guidarci nelle nostre esperienze, non solo professionali ma anche di vita.

Ero troppo innamorato della Sampdoria, era il mio primo amore. Quando incontrai Mantovani per la prima volta -riporta Sampdorianews.net- lui mi disse che la sua missione era quella di dimostrare che si poteva vincere anche senza far parte dello status quo. Da lì mi innamorai del progetto, ero pronto a camminare sull'acqua, ad andare in battaglia per lui... andavo a letto con il pigiama della Sampdoria! Eravamo tutti così, non c'era niente che mi avrebbe fatto cambiare idea, finché poi, completata la missione, arrivò il momento di andare in un'altra squadra."

Che ricordi ha delle sue due finali di Champions? "Di quella dell'Olimpico ricordo che la vittoria mi portò più sollievo che gioia e soddisfazione, perché sentivo un sacco di pressione. L'avevo già persa con la Sampdoria quattro anni prima, sapevo che sarebbe stata l'ultima partita con la Juventus e quindi c'era necessità da parte mia di vincerla perché altrimenti pensavo che sarei potuto cadere in depressione. Incubi su Wembley? Ritenni di essere responsabile della non vittoria perché mi capitarono due o tre occasioni da gol che non riuscii a trasformare, quindi mi caricai di tutte le colpe e fu un dispiacere enorme. Siccome noi ci teniamo moltissimo, al di là del fatto che molti credono che i calciatori giochino solo per soldi, ma in realtà lo facciamo soprattutto per passione, quella sconfitta fu difficile da digerire."

Il suo "gemello" Mancini ha detto di aver appreso della sua malattia solo dopo averlo letto nel libro: "Avevo deciso di non condividere la mia storia finché non mi fossi sentito nelle condizioni fisiche e psicologiche per poterlo fare. Ci siamo parlati tante volte, e lui sapeva che io sapevo che lui sapeva..."

Quando la notizia è arrivata ai media, le tifoserie delle sue ex squadre hanno intonato i cori di allora per dimostrare vicinanza: "Mi ha commosso, è quel tipo di supporto e di energia che ti arriva e non può che farti del bene. Ogni tanto ci vuole, dire a se stessi 'ho fatto qualcosa di buono, la gente si ricorda e mi è vicina in un momento di difficoltà'. Ne approfitto per ringraziarli. Il coro della Samp? Luca Vialli alé alé, noi ti amiamo, ti adoriamo, tu sei meglio di Pelé... forse è un po' esagerato (ride, n.d.r.), ma lo prendiamo e lo portiamo a casa!

Ora sto bene, sto ancora lavorando sul fisico ma in estate sono stato in vacanza, in costume, e nessuno ha avuto di che lamentarsi... Paradossalmente è un periodo molto felice nella mia vita, sono più equilibrato, ora è tornata la salute e faccio ciò che voglio".