IL SAMPDORIANO - Combattiamo contro tutto, senza più paura

Diego Anelli Giornalista Pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net, fondato 12 novembre 2008. Collaboratore di Alfredopedulla.com, Mondosportivo.it.
27.11.2019 13:14 di  Diego Anelli   vedi letture
IL SAMPDORIANO - Combattiamo contro tutto, senza più paura
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Un punto con la Roma, zero a Bologna, un punto con il Lecce, bottino pieno a Ferrara, un altro punto con l'Atalanta e intera posta in palio con l'Udinese, nove punti in sei gare. Ufficializzato l'esonero di mister Di Francesco, in uno dei momenti più difficili, caotici, autolesionisti e dominati da un pessimismo cosmico nella storia doriana, se me lo avessero anticipato avrei firmato con il sangue. 

Ho sempre cercato di guardare il bicchiere mezzo pieno, non per follia, superficialità o in preda a visioni. In primis per convinzione personale valutando i rispettivi organici, credevo e credo tuttora sia possibile salvarsi purchè tutti remino nella stessa direzione e a gennaio si intervenga in maniera efficace, in primis sul reparto offensivo.

Anche nel caso in cui avessi pensato l'esatto opposto lo avrei scritto ovviamente in modo costruttivo, in quanto ritengo che ogni componente debba sempre fare il bene della Sampdoria, seguendo il cammino di un'informazione corretta e completa. Farlo non significa nascondere i problemi, né andare avanti dicendo che tutto procede nel verso giusto per partito preso, ma tantomeno ingigantirli, arrivare a temere la propria ombra, fomentare un ambiente intero. A continuare a dire che saremmo scarsi e prendersela con Tizio, Caio, o Sempronio che non rendono, la classifica non si muove. Serviva un tecnico navigato, vincente, a suo agio nel gestire situazioni delicate, sulla carta addirittura compromesse, rimettere a posto le cose in campo e nello spogliatoio. Serviva Claudio Ranieri ed è arrivato, l'uomo giusto nel momento giusto. 

Ieri, oggi e domani contano i punti, non ci interessa e non ci serve il bel gioco. Bisogna ragionare, vivere l'attualità e lottare come una provinciale, in ballo c'è sempre la salvezza e dovremo sputare sangue. Per la prima volta in stagione siamo fuori dalla zona retrocessione ma il cammino è ancora lungo, dobbiamo convivere con un inizio tremendo e ogni sconfitta ci riporta in piena zona calda. Le rimonte del Lecce contro Milan e Cagliari impersonificano lo spirito di chi punta a giocarsela fino alla fine, nella gestione Ranieri abbiamo iniziato a recepirlo; punti pesanti conquistati all'ultimo respiro nel recupero, una difesa non più vulnerabile, elementi recuperati mentalmente e in termini di rendimento.

Contro l'Atalanta per la prima volta ho rivisto una squadra tranquilla, libera dai suoi fantasmi, si è messa nelle condizioni tali da reggere l'urto dei bergamaschi, con umiltà, orgoglio e fame di punti. A prescindere dalla stanchezza orobica post Champions e dalle assenze, esisteva sempre un gap notevole e in campo siamo riusciti a limitarlo. Non potevamo permetterci passi falsi con l'Udinese, l'inizio non è stato dei più positivi, con il goal annullato a Nestorovski ad inizio gara e lo svantaggio realizzato dallo stesso ex Palermo. Per un'altra volta abbiamo avuto il merito di non disunirci, non andare in bambola, siamo rimasti in campo con personalità, la consapevolezza che non tutto era perduto e avevamo i mezzi per rimetterla in piedi. 

Complessivamente la prestazione di Manolo Gabbiadini non è stata strotosferica ma senz'altro convincente, con la perla del goal su punizione, uno dei più pesanti di questi mesi. Ritornare in parità prima del break era fondamentale a livello di morale, l'espulsione di Jajalo ha messo la gara nel binario a noi più congeniale, nonostante le evidenti difficoltà realizzative, ancora più in evidenza contro avversari chiusi a riccio. 

Tra le note più liete non si possono dimenticare Ekdal e Ramirez. Lo svedese si conferma una spanna sopra la media dei centrocampisti dell'intero torneo per personalità, senso della posizione, intelligenza tattica e precisione negli appoggi, prendendosi perfino il lusso di indossare le vesti del protagonista dell'azione che porta al fallo da rigore. L'uruguayano è salito in cattedra nel ruolo di trequartista, con maggiore libertà d'azione e lasciando spazio ad una classe cristallina, non facendo mancare lo spirito di sacrificio. Quando gioca a livelli simili e si pensa a quanto potrebbe essere decisivo per la Sampdoria e l'intera sua carriera, ci si mangia davvero le mani. 

Gli infortuni non ci volevano, in primis nel caso di Depaoli, sempre tra i pochi da salvare anche nelle giornate da dimenticare per il collettivo. Corsa, capacità d'inserimento, buona tecnica e caparbietà sono qualità che rischiano di mancarci non poco nei prossimi impegni, con la speranza di recuperarlo almeno per il derby. Il guaio muscolare subito da Bertolacci riduce le scelte in mediana, anche se possiamo finalmente contare sul pieno recupero di Linetty. Purtroppo quando si punta ad ottobre su elementi reduci da un così prolungato periodo di scarso utilizzo si tratta di rischi concreti da mettere in conto. Rigoni, sul quale pende il numero di presenze per far scattare l'obbligo di riscatto, non riesce a ritagliarsi spazio e a tornare finalmente protagonista. Finora non ha convinto, non ha mantenuto le attese. Un elemento del suo livello tecnico farebbe sicuramente comodo, sempre se il tutto venisse sempre accompagnato da efficacia e abnegazione tattica seguendo alla lettera le indicazioni dell'allenatore.

Il doppio impegno ravvicinato a Cagliari, storicamente un campo avaro di gioie, non cambierà di una virgola le considerazioni fatte finora e l'unico obiettivo stagionale, ovvero la salvezza. I sardi possono contare su un organico in grado di raggiungere un piazzamento europeo, pur consapevoli delle difficoltà siamo chiamati ad andare in campo con lo spirito delle ultime settimane, cercando di  complicare il più possibile il compito ad un avversario tecnicamente superiore. La Coppa Italia è l'occasione per non fare figuracce e giocarsela fino in fondo. Anche se purtroppo quest'anno non potrà diventare in ogni caso una priorità, abbiamo il dovere di onorare l'impegno e sfruttare quei 90' anche in chiave campionato in termini di soluzioni e mentalità. Forza Doria.