ESCLUSIVA SN - Tirotta: "Non dobbiamo "sbragare". Sul fronte societario credo solo alle voci silenti"

01.03.2019 10:56 di Enzo Tirotta   vedi letture
ESCLUSIVA SN - Tirotta: "Non dobbiamo "sbragare". Sul fronte societario credo solo alle voci silenti"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il ritorno alla vittoria con il Cagliari è stato positivo. La fotografia che ha fatto Giampaolo è esatta: nel primo tempo in difficoltà, molto contratti, e nel secondo tempo molto più sciolti, arrembanti.

Era una partita da vincere e abbiamo giocato per vincerla. Nelle ultime quattro giornate, Napoli, Frosinone, Inter e Cagliari, abbiamo fatto quattro partite una diversa dall'altra: con il Frosinone è stata una tragedia su tutta la linea, mentre con il Napoli, se è vero che abbiamo preso tre gol, è anche vero che abbiamo avuto delle occasioni per rimettere in piedi la gara. A Milano è stata una partita stranissima, l'Inter vincendo non ha rubato niente, ma non avremmo rubato niente nemmeno noi se fosse terminata in pareggio, anzi con un arbitro un po' più "attento" alcuni episodi non sarebbero girati a loro favore.

Contro il Cagliari, arrivando da tre sconfitte, era naturale fare un po' di fatica a livello mentale. Dopo la batosta con il Frosinone si parlava di squadra bollita, ed era una valutazione sbagliata perché poi a Milano hanno corso 90'. Non so che conclusione trarre da queste ultime prestazioni, se non che si tratta di una squadra più convinta, con un atteggiamento diverso. I valori restano quelli e se arriveremo settimi avremo fatto qualcosa di più rispetto a quanto valiamo sul panorama nazionale.

Il risultato va preso per quello che è: un decimo posto è la normalità, un dodicesimo ci può stare, se si arriva tredicesimi significa aver sbagliato qualcosa, se si arriva settimi è un risultato eccezionale. Non dimentichiamo la concorrenza, ci sono cinque squadre in tre punti, per questo ha ragione il mister quando dice che dobbiamo arrivare in fondo giocandocela fino all'ultima partita.

Ora abbiamo due gare fondamentali, se vogliamo legittimare le nostre ambizioni dobbiamo vincerle, uno è lo scontro diretto con l'Atalanta in casa, e domenica giochiamo a Ferrara con una pericolante. Da che mondo è mondo i campionati sono tre: contro le squadre più deboli sono partite da vincere, contro le squadre alla pari si devono portare a casa più punti possibili, per poi permettersi il lusso di perdere con quelle più forti. È banale ma è così.

Noi non siamo capaci di giocare per lo 0-0, Mazzarri mette il pullman davanti alla porta e ha tanti punti quanti la Samp, con una squadra che a parer mio è più forte come valori individuali. Non è una questione di modulo, ma di entrare in campo organizzati, essere bravi ed avere la testa. Non penso che vedremo il calo primaverile degli anni scorsi, non con questa squadra, anche se tutto può essere.

Ma l'atteggiamento che abbiamo dall'inizio è diverso da quello visto negli ultimi campionati, quando abbiamo buttato via certe partite in momenti decisivi. Non dobbiamo "sbragare", perché da adesso in poi se sbraghi una volta poi perdi la testa e ti lasci andare. Nelle ultime gare l'attacco ha fatto fatica e sono venuti a mancare i gol, Quagliarella sta attraversando un momento non brillante, ma ha fatto fatica tutta la Samp. Con il Frosinone tutti hanno giocato male, non solo il reparto offensivo. Defrel non è un attaccante da valanghe di goal, ma i suoi sei li ha fatti e spero che si rimetta a segnare.

Gabbiadini è in grado di segnare un po' di più, eppure sta rendendo tantissimo da subentrato, e in questo vedo un'analogia con Schick, che entrava a partita in corso, quando si giocava negli ultimi 30 metri e non c'era da coprire tutto il campo. Gabbiadini quando subentra è sempre nel vivo dell'azione, riuscendo a pesare di più nell'economia della partita, mentre mi è sembrato in difficoltà quando, nella partita con il Frosinone, abbiamo dovuto coprire un'area più vasta in attacco. Forse in questa fase, essendo arrivato da poco da un'esperienza non da titolare, il ruolo da subentrato in certi momenti cruciali della partita gli si addice maggiormente.

A Ferrara, per esempio, dove si presume avremo il baricentro arretrato di qualche metro e quindi più campo da far coprire agli attaccanti, partirei con la vivacità di Defrel, che forse ora è il giocatore fisicamente più in forma. Lo stesso discorso vale per Saponara, quando entra a partita in corso è tutt'altro giocatore rispetto a quando parte titolare.

Per quanto riguarda il fronte societario, di cui in questi giorni si è parlato parecchio, penso che molte siano solo voci, ad esclusione di qualche indizio, e della dichiarazione di Ferrero uscita ieri in cui tra le righe dice che di fatto non c'è nessuna offerta scritta. Il sogno -non l'illusione- è che la situazione sia così come è stata descritta, ovvero un fondo con grandi disponibilità economiche che vuole investire sulla Samp, e una persona dell'intelligenza, dell'attaccamento e della conoscenza dei valori del calcio come Vialli a fare da figura di riferimento a guida di questo progetto.

Quello è il sogno di tutti, e quindi anche il mio. Non mi illudo, e se non succederà non mi strapperò le vesti, ma nessuno in società si deve offendere se la gente sogna uno scenario del genere. È bastata l'occasione del premio assegnato a Vialli dalla Gazzetta per apprezzare nel suo intervento l'intelligenza, l'autoironia e la leggerezza con cui ha espresso concetti così importanti, e anche pesanti, rendendoli lievi.

Nessuno si senta offeso se i Sampdoriani sognano il suo ritorno. Penso che una persona dello spessore di Vialli, se sposa una causa del genere, lo faccia non perché si stia lasciando comandare dal cuore, ma che agisca con grande razionalità. Io ci metto il cuore, perché mi fido di Vialli e so che il cervello ce lo mette lui. Luca rappresenterebbe una garanzia. Poi ci sono le illazioni, ognuno tira l'acqua al proprio mulino e dice ciò che gli fa più comodo, quindi credo solo alle voci silenti.

Oltre a queste ci sono degli elementi oggettivi, tra cui il rinvio della risposta di Vialli in merito ad un ruolo in Federazione, e le sue dichiarazioni un po' interlocutorie alla domanda precisa sul fondo di investimento. Le sue parole "deciderà Ferrero quando vorrà vendere" le interpreto proprio come se avesse voluto intendere che la palla ora passa a Ferrero. Da lui però non vorrei sentire parlare di aspettative sull'acquirente...

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