Mancini: "Molto legato alla Nazionale dell'82 e alle emozioni di quel calcio"

20.01.2021 08:52 di  Lidia Vivaldi   vedi letture
Mancini: "Molto legato alla Nazionale dell'82 e alle emozioni di quel calcio"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Intervenuto come ospite durante la prima puntata della trasmissione Ti Sento su Rai Due, il CT Azzurro Roberto Mancini ha rilasciato una lunga intervista in cui ha toccato molti temi personali e spirituali, nonché ricordi della sua giovinezza.

Proprio per ripercorrere l'album dei ricordi, all'ex numero dieci blucerchiato è stata mostrata una breve clip della festa Scudetto, in cui duettava con Vialli cantando 'Quella carezza della sera' dei New Trolls: "Festeggiavamo la vittoria dello Scudetto, era un momento bellissimo per noi, però devo dire che Luca era molto più intonato di me..."

Mancini ha poi proseguito su temi lontani dal calcio, partendo da una frase per lui simbolica: 'Nessuno si senta professore della vita altrui, perché la vita è questa: sbagliare, cadere, rialzarsi e ricominciare'. Questa la motivazione della citazione: "Credo che la vita sia veramente uguale per tutti, tutte le persone possono sbagliare, avere momenti difficili. Giudicare è sbagliato. Tutti noi abbiamo vissuto momenti difficili, commesso errori, ma poi siamo risaliti, magari lavorando per migliorarci e non commetterne più. Questo può essere d'aiuto anche per gli altri."

Uno sguardo all'attualità e alla difficile convivenza con la pandemia: "Questa situazione, impensabile per tutti noi almeno fino a un anno fa, ci ha insegnato che purtroppo chiunque può ammalarsi di Covid-19. Bisogna fare attenzione e spero che presto si possa tornare a una vita normale, che il vaccino ci restituisca la nostra vita. Io, avendo avuto il Covid, sarò tra gli ultimi a cui sarà destinato il vaccino ma sicuramente lo farò, ho anche sempre fatto l'antinfluenzale fin da piccolo, non ho problemi. Come convincere i diffidenti? Penso che debba esserci libertà, ma penso anche che il vaccino sia l'unica arma per tirarci fuori da questa situazione e tornare a vivere la nostra vita, socializzare con gli amici, stare con le nostre famiglie, uscire, andare allo stadio... questa è la via."

In chiusura un tuffo nei ricordi del Mondiale '82 e del calcio di quegli anni: "Sono molto legato alla Nazionale del 1982, ero nella lista dei 40, sarei dovuto andare al Mondiale ma ero veramente giovanissimo e all'ultimo mi lasciarono fuori. Ma quella Nazionale ci regalò momenti indimenticabili, in un periodo in cui il Paese attraversava alcune difficoltà, fu molto importante. Cosa rendeva diverso quel calcio? L'emozione, almeno per me. L'emozione quando vedevamo i Campionati del Mondo e conoscevamo giocatori che non avevamo mai visto, che arrivavano dal Perù, dal Venezuela, dal Brasile... per un appassionato di calcio era un'emozione incredibile vedere in tv campioni che non avresti potuto ammirare in nessun altro modo. Quello stupore non si può più provare perché oggi si conosce tutto di tutti, quando vedi una partita sai già chi è quel giocatore e cosa sa fare. Invece quel brivido che si provava quando iniziava la partita, se lo potessero provare i ragazzi di oggi sarebbe molto bello, erano emozioni indimenticabili".