SAMPDORIA GONFIA LA RETE - Immacolata concezione doriana

11.12.2019 09:26 di  Paolo Paolillo   vedi letture
SAMPDORIA GONFIA LA RETE - Immacolata concezione doriana
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ah, la domenica dell'Immacolata! Prima aria di Natale, con mercatini vari, la preparazione dell'albero e del Presepe, il vento freddo, le prime cioccolate calde. Le docce fredde non sarebbero incluse nel pacchetto, ma, da brava, la Sampdoria ha deciso di farci entrare nel clima di fine anno prima rispetto al solito, per la pochezza vista. Quasi a dire, siamo questi e questo è. 

Un'immacolata concezione blucerchiata, insomma. Una nascita (calcisticamente parlando) bianca, senza colore, senza emozione, senza entusiasmo. Una squadra costruita male e venuta su ancora peggio. Nè carne nè pesce, appesa agli altri, in un limbo. Dopo il gol di Cerri al 97' in terra sarda, ci ha pensato Kucka a dare un'altra testata alla già fragile figura doriana. Per fortuna, almeno quello, non nel recupero. In un primo tempo anonimo da entrambe le parti, con forse un leggero predominio parmense nell'affacciarsi in avanti, il Doria si sveglia dopo la mezz'ora. L'attacco blucerchiato crea spazi e proprio da questi movimenti Murru e Vieira si ritrovano con la palla buona per farci esultare. Il terzino calcia largo da ottima posizione, mentre il centrocampista sbatte contro Sepe. Nella ripresa, l'attacco gira un po' di più, anche se le paure maggiori per i ducali vengono, sempre, o da fuori area o da incursioni solitarie, come quella di Colley, con la Sud pronta ad esultare, prima della strepitosa risposta d'istinto dell'ispirato Sepe.

Analizzando gli avanti doriani, Fabio Quagliarella sembra in ripresa, prende falli, quasi non sbaglia una sponda e cerca anche il dialogo con i compagni, con due belle sventagliate degne di nota. Anche fisicamente, sembra star bene, perchè corre, taglia e chiede il pallone spesso. È lui che si procura il rigore, bruciando Dermaku, che di anni ne ha nove di meno e non può fare altro che stenderlo a pochi metri dalla porta. Ci starebbe il rosso, per Abisso è solo giallo ma si fatica ad immaginare un altro difensore pronto ad intervenire prima dell'estremo parmense. Sul dischetto va proprio il capitano che tira ad incrociare nell'angolo alla destra di Sepe. Lui, felino, anticipa il movimento - con due piedi fuori dalla linea di porta – e devia. Jankto è il più lesto ad arrivare sulla palla, tocco per il numero 27 blucerchiato che insacca. Boato. Sospiro di sollievo e poi di nuovo apnea. Minuti di Var e urlo ricacciato in gola. Jankto entra un millimetro prima in area di rigore ed è punizione indiretta per il Parma. La partita finisce sostanzialmente su questo episodio. Nei successivi minuti l'attacco si dimostra apatico e un po' piatto. La ricerca delle corsie laterali è assidua ma lenta, i cross si alternano tra molli e veloci ma con tre marcantoni come Dermaku, Bruno Alves e Iacoponi è dura prenderla. Anche per lui, che dopo la partita si assume le responsabilità e parla di riscatto immediato nel derby. Lo spirito è ritrovato e su quello mi soffermo questa settimana. Quagliarella è di nuovo prodigo di consigli, incita sempre e non si lamenta, corre per primo a pressare e cerca il dialogo molto più di prima. Nella pochezza di quanto visto finora come squadra, sono segnali positivi che servono ad affrontare un po' meglio la settimana più lunga per un tifoso genovese.

Manolo Gabbiadini continua ad essere quello con il piede più caldo. Dopo la punizione con l'Udinese, il rigore procurato e l'assist per Quagliarella a Cagliari, l'ex Napoli coglie una traversa su punizione che grida vendetta. Nella prima parte del match, il numero 23 blucerchiato corre molto, partendo dall'esterno e accentrandosi per raccogliere i palloni dalla sinistra che Murru o Quagliarella gli recapitano. Purtroppo, non trova mai il varco per sprigionare il suo sinistro, arma da utilizzare – a mio modo di vedere – il più possibile. Nella ripresa cresce con la squadra, ma non riesce ad essere efficace, come la stessa Samp, fino a sparire dal campo. L'unico spunto è la traversa su punizione, un'altra grande esecuzione, altra pillola positiva che va presa per sabato sera. La partita che si affronterà andrà giocata con nervi saldi e badando ai particolari. Questa sua abilità è un'arma e andrà sfruttata, ricordandosi anche che un derby, su punizione, lo ha già deciso e che se Giambattista Vico aveva ragione, la storia è ciclica e speriamo che riproponga lo stesso scenario.

Gianluca Caprari, invece, è ripiombato nell'anonimato, dopo quella zuccata di Ferrara che ha rappresentato l'unica gioia lontano dal Ferraris. Dopo quel lunedì sera, l'apatia lo ha ripreso fra le sue braccia e, anche col Parma, l'attaccante scuola Roma è apparso avulso dal gioco, senza fiato tra le linee strette dei ducali, che respingono ogni suo tentativo. Qualche appoggio, un paio di dribbling e basta. Per l'ennesima volta, serve un altro Caprari e che il derby possa essere il suo trampolino di lancio definitivo. In un senso o nell'altro.

Ah, il Natale! I mercatini, la cioccolata calda, i regali, l'albero. Quest'anno ci hanno messo il derby a ridosso. Ci voleva proprio, vero? Perché questa settimana - che tutti dicono si prepari da sé - è lunga, faticosa e può davvero portare ad una svolta. Servirà essere uniti nell'entusiasmo, difficile da trovare in questa situazione, dove tutto sembra sia finito il 7 di ottobre, ma imprescindibile per firmare imprese. La stracittadina permetterà anche ai sampdoriani di essere uniti, nel ricompattarsi dopo il carosello di questi ultimi 8 mesi. Servirà anche la loro unità e la loro compattezza. Infine, servirà essere uniti nella lucidità di un gran condottiero, nella forza fisica e mentale dei ragazzi, nella furbizia e la classe del capitano, nell'esuberanza e nella follia dei più giovani, nell'estro e nei colpi talentuosi del charrùa. Unità, come Unione. Quello che eravamo e che dovremo essere. Sabato più che mai, per evitare un'altra doccia fredda, che potrebbe farci ammalare seriamente.