SAMPDORIA ALE’ CAMMINEREMO CON TE – Un centrocampo privo di guida, riferimenti ed equilibrio

SAMPDORIA ALE’ CAMMINEREMO CON TE – Un centrocampo privo di guida, riferimenti ed equilibrio
© foto di Sampdoria.it
Oggi alle 10:49News Doria
di Serena Timossi
Rubrica di approfondimento dedicata al centrocampo della Sampdoria, tra i punti deboli dei blucerchiati da inizio stagione.

Nel primo numero stagionale di questa rubrica ci eravamo lasciati con una fiammella di speranza in seguito alla vittoria con il Pescara, in cui Albidgaard e Bellemo in mediana, affiancati da Depaoli e Venuti, avevano dato maggiore equilibrio all’assetto, fino a quel momento zoppicante, della squadra. Cinque partite e un avvicendamento in panchina più tardi, tuttavia, siamo a commentare un’attitudine ben diversa: il centrocampo si è sfaldato ed è ancora oggetto di sperimentazione.

La débacle con l’Entella è stata forse il punto più basso – ma quante volte ci è capitato di dirlo e di ritrovarci a scavare? –, seguita dai due pareggi con Frosinone ed Empoli e infine dalle due sconfitte consecutive con il Mantova in casa e il Venezia in trasferta. A Empoli abbiamo perso in uno scontro di gioco Abildgaard, costretto a un lungo stop per un infortunio occorso alla spalla destra e una delle chiavi di lettura dell’ulteriore involuzione del reparto passa proprio dall’assenza del danese. Si sente la mancanza di un giocatore con le sue caratteristiche a livello di agonismo e duttilità. Accanto a lui era cresciuto anche Bellemo, più ordinato e consapevole rispetto a quanto mostrato in precedenza. Proprio Bellemo è un elemento su cui Gregucci e Foti sinora hanno puntato poco, preferendogli nell’undici titolare Henderson.

Come già detto in precedenza, lo scozzese non sta portando l’esperienza che ci si attendeva: al di là della prodezza da fuori, purtroppo ininfluente ai fini del risultato finale, nella sconfitta con il Venezia, Henderson continua a distinguersi più per il carattere fumantino e i falli evitabili, non tattici, di “mestiere”, ma spesso dettati da un’irruenza eccessiva che gli costa il giallo nei primi minuti, condizionandone la gara.

Il continuo mutare dei centrocampisti impiegati a fronte di un assetto tattico il cui cardine resta la difesa a tre (con non pochi dubbi da parte di chi scrive sul preferirla allo schieramento a quattro), ha fatto sì che nel 3-5-2 si alternassero praticamente tutti i mediani a disposizione, ma con i medesimi limiti: macchinosità, condizione atletica preoccupante, mancanza di personalità, scarsa visione di gioco.

Abbiamo rivisito Ricci – schierato titolare con Empoli e Mantova –, ma anche se il suo piede è più “educato” rispetto a quello degli omologhi, l’eccessiva lentezza favorisce la superiorità numerica avversaria e dà modo alla compagine opposta di riorganizzarsi quando è la Samp a impostare. In un campionato in cui pressing, agonismo e corsa fanno la differenza più che la qualità delle singole squadre, si tratta di un limite non da poco. Non aiuta, però, questo continuo turnover degli elementi: arrivati alla soglia della tredicesima giornata non ci è ancora chiaro quale sarebbe, se fossero tutti disponibili, il centrocampo titolare. Questo perché, al di là di Abildgaard, i vari Bellemo, Ricci, Barak, Benedetti si alternano senza apparente senso logico, ma con i medesimi risultati: raramente qualcuno di loro risulta pienamente sufficiente e l’aggettivo più frequente nelle loro pagelle è “impalpabile”.

Alle prestazioni carenti e poco incisive dei singoli, aggiungiamo che impiegare Cherubini all’altezza della linea di centrocampo costituisce uno spreco delle sue potenzialità: fargli rincorrere l’avversario non è la sua cifra e partendo così da lontano non può fare ciò che rientra nelle sue caratteristiche, ovvero puntare l’uomo e crossare o incunearsi in area. Per esaltare le sue qualità, meglio sarebbe impiegarlo esterno, magari in un 4-2-3-1 (o in un 4-3-3).

Menzione a parte per le peripezie di Ferri, che riesce nel giro dei pochi minuti in cui viene impiegato a inanellare interventi da cartellino arancione o a farsi espellere per un fallo di reazione, come accaduto a Empoli. Ennesimo errore di mercato di una campagna acquisti condotta con poca intelligenza reale e troppa intelligenza artificiale.

Un centrocampo privo di guida, di riferimenti e di equilibrio che riflette il modo in cui la Sampdoria sta affrontando questo campionato: in totale confusione, leggera di gambe e appesantita di testa. Una tendenza che speriamo cambi, e in fretta, perché nessun tifoso blucerchiato merita di assistere a un tale sfacelo. Di certo, il nuovo staff tecnico ha di fronte una missione difficilissima, ma guai a darsi per vinti ora.