IL SAMPDORIANO - Giocando da Squadra, salvi dal disastro. Evani e Lombardo Uomini veri

Anche a Salerno, come accaduto al Ferraris, abbiamo tirato fuori le palle. Abbiamo giocato a testa alta, senza farcela nelle mutande come in tanti si sarebbero aspettati. L'Arechi era caldo ma non ci siamo fatti intimorire. Fin dal fischio d'inizio abbiamo tenuto alto il baricentro, andando più volte alla conclusione. La difesa ha retto bene con pochissime sbavature, Veroli e Riccio hanno confermato la crescita, Ferrari ha stretto i denti e ha sempre onorato la maglia, Ghidotti non ha fatto rimpiangere lo sfortunatissimo Cragno compiendo un intervento prodigioso su Soriano.
Depaoli e Venuti hanno tenuto botta, mantenendo calma e concentrazione, facendosi trovare pronti sia in fase di copertura che di spinta. Meulensteen è tornato protagonista nel decisivo finale di stagione, Yepes e Vieira hanno lottato e corso ovunque nonostante un contratto in scadenza tra pochi giorni. L'ex Leeds, dopo tanti anni , altrettanti allenatori e mille infortuni subiti, ha dimostrato di fornire un rendimento all'altezza nel ruolo di mezzala in un centrocampo a tre o cinque. Si sarà ricordato l'errore con la Reggiana e il rosso con il Cosenza. Con Evani e Lombardo ha dato il meglio di se stesso e il fisico ha retto.
Determinante il rendimento del tandem offensivo. Non "solo" i goal, ma un enorme lavoro a cucire e ricucire il gioco, ad allargare la manovra sulle corsie esterne, a pressare i portatori di palla. Anche Coda e Sibilli stavolta hanno fatto la differenza.
In una stagione, dove è successo di tutto e di più, abbiamo raggiunto l'obiettivo vitale della sopravvivenza visto come eravamo ridotti e la retrocessione sul campo prima del caos Brescia, o il minimo sindacale chiamandoci Sampdoria. I disastri della stagione restano, devono insegnare e nulla li cancella. Ci auguriamo di tutto cuore che tutti coloro che hanno dimostrato di non essere all'altezza, o di non aver nulla in comune con l'ambiente calcistico, non abbiamo più a nulla a che vedere con la Sampdoria, in primis in società.
Concludo dicendo GRAZIE, e lo avrei detto anche in caso negativo, a Chicco Evani e Attilio Lombardo. Sono arrivati nel dramma sportivo, non si sono tirati indietro, Carrara ha rappresentato l'unica partita ceffata completamente dalla squadra durante la loro gestione. Hanno portato serenità nell'ambiente, nello spogliatoio dopo tre allenatori saltati, due mercati, un organico alla deriva e nessuna garanzia contrattuale per il futuro.
Hanno ancora dimostrato con i fatti di essere Sampdoriani, ci hanno creduto, hanno lottato, sofferto, pianto e gioito con noi, come noi perchè come noi i cuori hanno i colori più belli del mondo. Attilio, assieme a Marco Lanna protagonista anche due estati fa come Presidente, lo aveva già dimostrato in campo nel 2002. Ai tempi d'oro sono tutti bravi, nella palude solo gli Uomini veri si dimostrano tali.
Dai Doria!
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