Gastaldello: "Sampdoria piazza dove si può fare calcio benissimo. Suo futuro è tornare in A ad alti livelli"

Gastaldello: "Sampdoria piazza dove si può fare calcio benissimo. Suo futuro è tornare in A ad alti livelli"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
Oggi alle 11:28News Doria
di Lidia Vivaldi

Nel corso di una puntata del podcast Il Gavinone, l'ex capitano blucerchiato Daniele Gastaldello ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera da calciatore, parlando a lungo degli anni trascorsi a Genova. 

"Nell'estate del 2006 ricordo che il mio procuratore mi disse che la Juve voleva lasciarmi andare: io avevo una parola con Gasperini, che mi voleva al Genoa, così andai in vacanza convinto che durante il mercato sarei passato in rossoblu. Invece il procuratore mi chiamò e mi disse 'guarda, c'è la Sampdoria che ti vuole a tutti i costi', al ché io accettai subito.

E' stato il periodo centrale della mia carriera, il periodo dove ho anche reso di più, il periodo più bello. Ho avuto grandi soddisfazioni, ma anche delusioni: siamo andati in Champions, siamo retrocessi, e poi siamo tornati in A. Restare 8 anni in una società, giocando quasi 300 partite, sono numeri importanti, crei legami con una realtà bellissima. Io vivo a Siena, ci sto bene, sono molto legato, ma calcisticamente la Sampdoria è un'altra categoria. E' una realtà che vive di calcio, è una piazza dove si può fare calcio benissimo perché hai gente straordinaria che ti lascia lavorare, che ti consente di sbagliare, mettendoti le giuste pressioni.

Dispiace vederla dov'è oggi? Sì, assolutamente. La Sampdoria ha vinto uno Scudetto, ha giocato una finale di Coppa dei Campioni, e ora hanno 20.000 abbonati allo stadio nonostante siano in fondo alla classifica. Lo dico sempre, non c'entra niente la Sampdoria lì, è un momento particolare che sta vivendo, ma non è quello il suo futuro. Il futuro della Sampdoria è tornare in Serie A ad alti livelli.

Rimpianti particolari riguardo alla mia carriera? No, ho sempre fatto le scelte che mi sentivo di fare. Io rifiutai anche la Juve, quando ero alla Sampdoria, perché dal mio punto di vista non era la scelta giusta in quel momento, per vari motivi. E ancora oggi, se tornassi indietro, rifarei lo stesso. Posso avere dei rimpianti su delle partite, quelli sì: se tornassi indietro quel ritorno di preliminare di Champions con il Werder Brema lo rigiocherei altre 100 volte, soprattutto gli ultimi 10 minuti. Per quel gol subìto all'ultimo non siamo riusciti ad andare ai gironi di Champions League..."

In chiusura, Gastaldello ha parlato anche del suo nuovo percorso come allenatore. Dopo gli inizi nello staff del Brescia, ora si sta dedicando al lavoro con i ragazzi in un'associazione sportiva senese:

"Quando sento dire che in Italia non ci sono più i campioni, questo mi fa arrabbiare. I giocatori forti in Italia ci sono ancora, a mio avviso manca chi li costruisce, chi riesce a tirare fuori il talento e dar loro le giuste motivazioni e valori. Spero di poter trasmettere questo: attraverso il calcio, noi dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a diventare uomini, ancora prima che calciatori. I grandi campioni sono innanzitutto uomini veri."