CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - La coperta corta regge a Firenze

Rubrica dedicata alla fase difensiva della Sampdoria
15.10.2020 09:21 di  Paolo Paolillo   vedi letture
CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - La coperta corta regge a Firenze
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Amiche ed amici blucerchiati, bentornati con l'appuntamento fisso di approfondimento sulla difesa doriana. Riparte, oggi, la rubrica "CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA". Il buongiorno vi arriva da tutta la redazione di Sampdorianews e, in particolare, da Paolo Paolillo, che vi accompagnerà durante tutta la stagione. L'analisi del reparto difensivo inizia dalla vittoriosa trasferta di Firenze, dove un Doria arcigno strappa – meritatamente – i primi tre punti della stagione.

La linea blucerchiata scelta da Ranieri offre il meglio che si potesse avere al momento del fischio d'inizio. Tommaso Augello, promosso con la cessione di Murru a padrone della corsia bassa di sinistra, fa una partita che dimostra la sua crescita, specie a livello mentale. Avendo davanti a sè Damsgaard, si dimostra intelligente nel capire come si comporterà il compagno, offrendogli aiuto e copertura. In fase difensiva, tiene bene Chiesa, lasciando veramente poco spazio al neoacquisto della Juve. La prestazione del terzino non lascia spazio a dubbi: in neanche un anno è diventato una certezza. Vasco Regini, entrato a pochi minuti dalla fine, regge bene nonostante non abbia mai digerito il ruolo, mettendosi a disposizione della causa e offrendo anche un paio di diagonali apprezzabili. Il campionato è lungo e sul mercato si doveva agire di più, ma l'inizio della nuova coppia mancina parrebbe confortante.

La coppia centrale che ha iniziato la partita del Franchi era formata da Maya Yoshida e Lorenzo Tonelli. Partiamo da quest'ultimo. Parte bene, levando in spaccata una sponda morbida che avrebbe lasciato Audero contro due giocatori viola a mezzo metro dalla porta, poi annaspa su Vlahovic, che lo gira come vuole. Becca un giallo sacrosanto per un calcione ed effetua un altro paio di entrate decise. Nella ripresa cala a vista d'occhio, contribuendo al pareggio viola, dimenticandosi del gigante serbo in mezzo all'area di rigore. Per lui, è un gioco da ragazzi scaraventare in rete il momentaneo 1-1. Errore da matita blu. In occasione del gol di Thorsby, sembra toccare il pallone lecitamente, prendendo il tempo a mezza difesa toscana, ma il VAR ravvisa il bagher pallavolistico che fa annullare la gioia massima per il norvegese. Il resto è un sentore di fatica, ahimè enfatizzato dall'inseguimento affannato del centravanti viola circa a metà della ripresa. Vuoi l'inizio della stagione e i problemi fisici che lo attanagliano, certo è che il centrale toscano deve crescere di forma al più presto, se vuole essere un valore aggiunto.

Diametralmente opposta la partita di Yoshida. L'inizio è horror: sbaglia tecnicamente appoggi semplici e ci mette quasi un tempo a trovare le misure, commettendo anche un fallo pericoloso al limite dell'area. Poi, nel secondo tempo, grazie anche agli urlacci di Ranieri, sale in cattedra per posizione e tempo di intervento, taglia, cuce e disegna una diga aerea immaginaria, prendendo tutti i palloni che spiovono in area. Meraviglioso e da applausi il suo salvataggio sul destro di Chiesa a colpo sicuro.

Sulla fascia destra, infine, è toccato – e toccherà quasi sempre – a Bartosz Bereszynski. Bere offre una prestazione ordinata e composta, meglio delle ultime uscite, senza grossi punti esclamativi, qualche affanno ma tutto sommato sufficiente. Il vero dramma è alle sue spalle. Onestamente ho paura alla prima somma di ammonizioni del polacco, perché dietro, l'orizzonte è ad un metro. La cessione di Depaoli è molto rivedibile, perché Ferrari, che può ricoprire quel ruolo, rientra da un crociato lesionato e dei centrali nessuno è adattabile. Se lo fosse, solo il pensiero mi suscita un brivido lungo la schiena.

Tirando le somme di questo inizio di campionato e del mercato appena chiuso, la Sampdoria non si può dire che si sia rinforzata nel reparto difensivo, primo grande problema del campionato tribolato appena chiuso. Questo denota un gioco di figurine, da parte della società, nei reparti dove fanno più spettacolo, ossia centrocampo e attacco. A volte, però, ci si dimentica che è il lavoro sporco del difensore, la discesa a sorpresa del terzino, la resistenza dell'altro centrale alle "sportellate" con gli avversari, quello che fa la differenza. Specie in Italia. Giocare a farne uno più degli altri, non ha mai pagato. Va bene avere un signor organizzatore come Ranieri, mago di mestiere, però, non è. O, comunque, il suo sortilegio se l'è già giocato in terra d'Albione. La Samp non necessita di piroette degne di étoile del Bolshoi, ma di solide certezze, come direbbe quella pubblicità dell'immobiliare. Al momento, è tutto sospeso in una bolla e la coperta è molto corta, con i quattro titolari di Firenze – al momento – la migliore soluzione possibile, con Colley che, valigia e biglietto in mano e bacio in testa, non è stato venduto e deve ritrovare le motivazioni giuste. Di Ferrari ho già detto e di Regini aggiungo solo che ha giocato poco in questi anni. Se finisce sempre come al Franchi, bravi tutti e che bello il calcio. In caso contrario - e la Lazio sarà un bel banco di prova anche senza Immobile - la stagione sarà molto travagliata e da montagne russe. Finisco con una provocazione: a chi fosse sfuggito, è anche colpa di Audero il gol di Verre!