Casone a "Belin Che Calcio": "Per me alla Samp fu una stagione eccezionale. Heriberto Herrera un lavoratore vero"

02.04.2019 10:55 di  Emanuele Massa   vedi letture
Casone a "Belin Che Calcio": "Per me alla Samp fu una stagione eccezionale. Heriberto Herrera un lavoratore vero"
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© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com

Nella nona puntata del programma Belin che Calcio, condotto da Marco Benvenuto, Franco Ricciardi e Virginia Scarpellini, è intervenuto come ospite telefonico Roberto Casone. Nativo della provincia di Pavia, classe 1951, Casoni ha indossato la maglia blucerchiata nella stagione 1971-72 per 26 volte. Le altre maglie indossate sono state quelle di Milan, Como, Arezzo, Ternana, Casale e Vigevano. Di seguito un estratto dell'intervista:

"Arrivai alla Samp nell'ambito dello scambio Lodetti-Benetti, per me fu una stagione eccezionale, fin quando ho giocato eravamo quasi in lotta per un posto nelle prime sei, poi ho avuto problemi a un ginocchio e sono stato operato al menisco, saltando le ultime tre giornate. Avevamo fatto un ottimo campionato, con il pareggio 4-4 a San Siro con l'Inter poi altre prestazioni di alto livello, come lo 0-0 a Napoli".

"Ero un po' agevolato perché ero nella scia Lodetti-Santin, conoscevo Spadetto, poi ho fatto amicizia con Boni, con Salvi che mi ha messo subito a mio agio, era un po' il "papà" di tutti noi. Era una bella squadra, con un allenatore come Heriberto Herrera che ci ha subito messi in riga, era molto esigente. I frutti della partita venivano dall'allenamento, non c'era mai un allenamento banale. Il calcio che c'è adesso lui lo cercava di fare quarant'anni fa. Era un lavoratore vero, ci invitava a mangiare e poi magari il mattino ci metteva sulla bilancia".

"Io abitavo inizialmente a Sampierdarena, poi quando è scesa mia mamma siamo andati a Nervi. Abitavo vicino a Perotti, ci si vedeva, si parlava. I rapporti con i giocatori del Genoa erano cordiali, come sono sicuro siano ancora adesso. C'erano meno telefonini, ci si incrociava sul lungomare di Nervi".

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