Sampdoria, Tirotta: "Ancora qua, ancora vivi. Dieci anni la nostra pena"

30.05.2024 09:18 di  Matteo Romano   vedi letture
Sampdoria, Tirotta: "Ancora qua, ancora vivi. Dieci anni la nostra pena"
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© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com

Vincenzo Tirotta si è espresso su Facebook relativamente al momento in casa Sampdoria. Rispetto alle vicende societarie ha scritto:

"Pare proprio che ormai il tempo sia scaduto. O meglio, se dopo aver sottoscritto dei patti in un tribunale, alla data stabilita una delle due parti disattendesse quei patti, secondo me quel giudice si incazzerebbe tanto tanto tanto e ritengo tenderebbe a fare il culo alla parte inadempiente. Così, a naso, mi viene da pensare quindi che non ci sia più spazio per le tarantelle cacio e pepe. Certo oggi, al netto della solita recita fuori copione (a proposito, per forza ha detto di non essere andato in tribunale, quel qualcuno ogni volta che entra in un palazzo di giustizia non è detto che esca dalla porta principale) la giornata è stata intensa, piena di emozione, un po' di malinconia per quello che poteva essere e non è stato, il dolore di non aver potuto coronare il NOSTRO sogno: poter cantare tutte le settimane Luca Vialli alè alè! chi in cuor suo non ha rivolto oggi un pensiero a Luca... Beh, questa è una serata speciale in cui, oltre al pensiero a Luca viene facile addentrarsi in quel tunnel durato dieci anni, in cui quello lì ha picconato il nostro cuore, offeso la nostra maglia, la nostra bandiera, la nostra storia. Ma siamo ancora qua, siamo ancora vivi, siamo tornati a sorridere dopo anni in cui ci era stato vietato di fare volare gli aquiloni, siamo tutti al nostro posto, nonostante lui, nonostante loro. Dieci anni, tanto è durata la nostra pena, ma l' abbiamo espiata, abbiamo pagato tutti i debiti (ammesso ne avessimo). La Samp ha pagato la sua pena, scontata la condanna adesso dobbiamo ricominciare la nostra vita, facendo tesoro di quanto successo e non chiamandoci fuori dalle responsabilità: per troppo tempo abbiamo fatto finta di non vedere chi era veramente quello lì e cosa stava facendo della Sampdoria. Ma poi, per ultimo, un pensiero (per quanto mi riguarda) ultimo e definitivo a chi la Sampdoria ha deciso di ferirla mettendola nelle mani di quella gentaglia che l'ha trattata come una mucca da mungere. Ma come avete potuto scientemente fare una tale operazione. Ma con quale criterio avete pensato che un tale personaggio, circondato da una corte di nani e ballerine potesse trasformarsi in degno successore di vostro padre (e zio) per non dire di tutti gli altri presidenti prima di lui, più o meno ricchi ma tutti stra degni e meritevoli di sedersi su quella poltrona. Ma con quale arroganza e presunzione avete potuto pensare che bastasse mettergli vicino un "tutor" perché non si trasformasse nel mr Hide dei presidenti. Bella roba avete combinato, e complimenti anche per la scelta del tutor, che mentre giocava a fare il dirigente non si accorgeva che la Samp stava entrando nel cesto di mele marce delle società di quello lì. E questo è successo sotto i vostri occhi, e non avete avuto la prontezza di stoppare la più grande delle condanne della Samp, ma forse anche se ne aveste avuto la prontezza non potevate fermarlo, perché non solo l'avete regalata a lui, non solo gli avete riempito il cassetto, non solo lo avete fatto con la complicità scellerata di parenti e consulenti mediocri, ma non avete neanche posto in essere strategie che salvaguardassero la Samp (ed anche voi stessi) da azioni criminali. Presunzione, arroganza, mediocrità! Per quanto mi riguarda quella stupida scelta è figlia di tutto ciò. noi per quella scelta abbiamo pagato, non soldi, ma la nostra dignità, la nostra bandiera, la nostra storia è stata sporcata ed abbiamo pagato. La vostra pena invece sarà sapere che, ogni persona che incontrerete, amico parente o passante, vedendovi, ridendo, magari tra sé e sé, si ricorderà che voi siete quelli che hanno regalato la Samp a quello lì, e state sicuri che penserà a voi come a chi comprò la fontana di Trevi da Totò.

W la Sampdoria".