Lanna: "Mia nomina proposta da interlocutore diverso. Amo la Sampdoria"

Marco Lanna racconta la verità sulla sua nomina alla presidenza della Sampdoria e su come si sono sviluppate le vicende societarie negli ultimi mesi
16.11.2022 09:17 di  Matteo Rosagni   vedi letture
Lanna: "Mia nomina proposta da interlocutore diverso. Amo la Sampdoria"
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Marco Lanna risponde con stile e schiettezza, raccontando come realmente sia diventato Presidente della Sampdoria, con quali motivazioni e cosa l'abbia spinto a non lasciare anche quando avrebbe potuto. Le sue parole ai microfoni di Primocanale:

"La mia nomina mi è stata proposta da un interlocutore diverso, dopo di che ho parlato con altre persone della dirigenza, non con l'ex presidente. In quella fase mi si intendeva affidare un mandato, a me e agli altri consiglieri, fino a giugno con la rassicurazione che entro quel termine la società sarebbe stata ceduta. Tutt'al più c'è stato, come la legge prevede, l'avallo della proprietà rispetto alla nostra nomina. Ma aver dato un avallo non vuol dire assolutamente che 'mi ha messo lui'.

Io e gli altri consiglieri abbiamo trovato una situazione già deteriorata. Non avendo finanza esterna, perché l'azionista non ne dispone e non poteva fornirci capitali propri, abbiamo dovuto chiedere soldi alle banche, che ce li hanno concessi anche in relazione alla rete di rapporti allacciati dal consiglio che presiedo. L'obiettivo non poteva che essere quello di salvare la squadra sul campo garantendone nel contempo l'iscrizione al campionato successivo e ci siamo riusciti.

Il 30 giugno non lasciammo perché era ancora in piedi la trattativa con Redstone-Cerberus e non potevamo certo lasciare a metà un lavoro così importante. Quindi, sfumata quella prospettiva di cessione, siamo rimasti in carica sia per assenza obiettiva di alternative, sia per sollecitare il trustee a battere altre piste.

A Milano è stata la prima occasione in cui visto di persona il mio predecessore, pochi giorni prima della partita con la Roma. E' stato un colloquio voluto dal trustee Vidal e siccome per legge siamo tenuti a riferire al trustee e agli azionisti cosa facciamo e cosa faremo, sono andato. Quando? Pochi giorni prima della partita con la Roma.

Ho saputo del suo arrivo per assistere a quella gara da una telefonata che ho ricevuto mentre ormai stava salendo le scale ed era quasi alle mie spalle. Io mi sono preoccupato subito per gli sviluppi di ordine pubblico, se gli ho stretto la mano è perché sono una persona educata. Ma per quel che ne so, nessuno è stato avvisato per tempo e infatti è entrato senza alcun titolo per farlo.

Penso di dare le dimissioni da giugno. Se non le ho rassegnate è perché, date le condizioni, sarebbero un danno enorme per il club. E io la Sampdoria la amo, ero tornato da vecchio giocatore a cercare di salvarla dalla retrocessione in C, ma questa missione di oggi è davvero la cosa più difficile della mia vita. Non è detto che non mi dimetta, specie se dovessero venire meno le condizioni alle quali avevo accettato la nomina. Però resisto, anche se la mia vita è cambiata, la famiglia e i figli sono il momento di stacco, ma devo viverlo senza portarvi la tensione che accumulo sul lavoro e a volte non ci riesco".