IL SAMPDORIANO - Le ferite a cuore aperto: il mercato, le carenze strutturali, le palle inattive...

IL SAMPDORIANO - Le ferite a cuore aperto: il mercato, le carenze strutturali, le palle inattive...TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 09:18Primo Piano
di Diego Anelli
L'editoriale del Direttore di Sampdorianews.net, Diego Anelli, dedicato all'attualità Sampdoria: la sconfitta di Spezia, il mercato invernale, la Carrarese.

Passano le giornate c ci ritroviamo sempre qui a commentare il quasi identico copione. Quando sembrava che potessimo intravedere un raggio di luce in fondo al tunnel, quando si era compiuto un passettino in avanti con un buon risultato, ecco puntualmente indietreggiare pesantemente. Dopo il successo con il Pescara e una mini striscia positiva con 5 punti in 3 gare, subiamo il crollo di Chiavari. Dopo i pareggi con Catanzaro ed Empoli, ci sciogliamo come neve al sole al Ferraris con il Mantova. L'inattesa ma meritata sul campo vittoria con la Juve Stabia aveva alzato il livello di umore, con la speranza che a Spezia, senza alcun volo pindarico, si potesse ottenere almeno un prezioso punto e invece niente da fare.

Contrariamente alle precedenti nefaste sconfitte almeno stavolta abbiamo assistito ad un primo tempo decente, caratterizzato da un netto ma sterile possesso palla, diversi corner collezionati ma senza creare pericoli e qualche tentativo di giocata, in primis dal rientrante Pafundi. In certi momenti si dava pure la sensazione di poter davvero andare in vantaggio, più che altro per le palesi difficoltà dello Spezia, probabilmente la formazione più in crisi dell'intero campionato in questo momento, avremmo potuto e dovuto sfruttare le loro incertezze e un ambiente caldo, anche nei confronti della propria squadra. A quel punto abbiamo dovuto però fare i conti con le consuete carenze strutturali di un organico “costruito” come peggio non si sarebbe potuto la scorsa estate, le lacune individuali a livello tecnico – tattico, ancora più evidenti in determinate situazioni, in primis i calci piazzati.

Per buona parte della prima frazione abbiamo provato anche ad aggredire, a pressare alti, recuperando un discreto numero di palloni. La nostra fase di possesso è stata prolungata, quasi estenuante, ma giocando sempre orizzontalmente. Quasi nessuna imbucata, quasi nessun tentativo di verticalizzare il gioco, oppure di allargare sugli esterni cercando di andare sul fondo per crossare. La posizione di Cherubini sulla fascia lascia moltissime perplessità, Pafundi è stato l'unico che ha spesso provato ad accendere la manovra ma, per toccare un buon numero di palloni, è stato costretto a svariare a tutto campo, andandosi lui stesso a prendere palla in mediana, o nella nostra metà campo. In area eravamo sempre in pochi, l'azione offensiva non veniva mai accompagnata dal collettivo, Coda era ben marcato e soffriva di solitudine, potendo solo contare sulle iniziative del talento scuola Udinese, mentre del subentrato Barak ancora una volta non abbiamo ricevuto segnali confortanti.

Oltre alle difficoltà palesate quando dovremo renderci pericolosi, emergono due problematiche enormi. La scarsa efficacia del centrocampo, incapace non solo di proteggere la difesa facendosi spesso e volentieri prendere fuori posizione e mettendo in ulteriore difficoltà un reparto già in costante affanno, ma pure di supportare il reparto avanzato, tramite assist o imbucate, oppure tramite conclusioni da fuori, un aspetto ormai completamento estinto. Anche al Picco il trio composto da Henderson, Bellemo e Benedetti ha corso a vuoto, senza lasciare tracce significative in entrambe le fasce. È risaputo come nel calcio moderno le palle inattive siano sempre più un fattore determinante, un'elevata percentuale dei match si decide in tali situazioni. Qui raschiamo il fondo del barile: ogni corner, ogni punizione battuta dagli avversari è un incubo, una potenziale occasione da goal, con i nostri immancabilmente fuori posizione. Quando siamo noi ad andare sui calci piazzati, non si capisce mai quale siano gli schemi preparati in allenamento, perchè assistiamo al nulla più assoluto, non riuscendo nemmeno ad imbastire un qualcosa che possa essere considerato un pericolo per chi ci affronta.

Mancano poche gare prima del mercato di gennaio, al quale abbiamo l'obbligo di arrivare con una classifica migliore dell'attuale per poter mantenere accesa la speranza salvezza con giustificate ragioni. Nel frattempo abbiamo assistito a dichiarazioni che fanno riferimento all'arrivo di alcuni rinforzi già ai primi di gennaio prima della ripresa del campionato ad Avellino, ad un mercato “aggressivo”... Certamente le premesse estive fanno pensare all'esatto contrario ma ci si augura sempre che tutti quanti si siano resi conto dei disastri compiuti finora, in primis il mancato rafforzamento della difesa e il non arrivo di un attaccante rappresentano ferite a cuore aperto. Il mercato può rappresentare una soluzione per salvare la stagione, poi per salvare il presente e il futuro della Sampdoria urge prima possibile un cambio societario sempre più imprescindibile. Domenica ci aspetta la Carrarese degli ex Sekulov ed Abiuso, la classica compagine cadetta, organizzata e compatta, alla ricerca del riscatto dopo il 5-0 subito a Palermo. Speriamo bene, dai Doria!