IL SAMPDORIANO - Finalmente una reazione di carattere. Che non sia un fuoco di paglia...
Per una volta possiamo dire che la squadra abbia davvero reagito ed era tutto tranne che scontato. Era una partita da vincere a tutti i costi, ricevi la legittima contestazione della tifoseria organizzata, subisci il goal al primo affondo, si rischiava di perdere la gara senza nemmeno scendere in campo, anche in considerazione degli standard di reazione a cui questi giocatori ci avevano abituato...
E invece abbiamo assistito ad una prova di carattere di una Sampdoria che ha saputo rimontare per ben due volte lo svantaggio e nel finale è riuscita a trovare l'episodio chiave per conquistare l'intera posta in palio. Massimo Coda ha nuovamente offerto una prova da leader, nonostante i 37 anni ha lottato su ogni pallone, spesso e volentieri ha fatto salire il baricentro della squadra anticipando il diretto avversario ed allargando il gioco sugli esterni. L'intramontabile bomber ha avuto il merito di trovare il guizzo per ritornare presto in parità con il goal dell'1-1, ha partecipato all'azione del 2-2 e si è preso la responsabilità di siglare con freddezza il rigore decisivo. Aveva e ha tuttora bisogno di respirare, di un'alternativa presentabile per potersi gestire fisicamente dato che è attualmente costretto a restare in campo per l'intero arco di ogni gara. Vedremo se e cosa ci riserverà il mercato di gennaio, con l'augurio che questa società, protagonista di un mercato estivo incommentabile da molti punti di vista, porti veri attaccanti all'apertura della sessione invernale.
La manovra offensiva, Coda a parte per la fase realizzativa, si è concentrata quasi esclusivamente sulle giocate di Simone Pafundi e questa non è una novità. In alcune occasioni può anche essere troppo innamorato del pallone e rischiare di perdere una fase di gioco, è altrettanto vero che in questa squadra in diverse occasioni sia sinceramente difficile trovare compagni smarcati e in posizione più favorevole. Sul talento scuola Udinese sono fondamentali pazienza e cautela nella sua gestione fisica, soprattutto in questa fase quando è appena rientrato da uno stop prolungato, in quanto la sua presenza è imprescindibile per creare qualcosa là davanti. Contro la Carrarese invece più in ombra Luigi Cherubini, il quale quasi mai è riuscito a saltare l'uomo, o creare giocate tecnicamente utili ai fini della manovra offensiva, intestardendosi in alcune scelte che hanno innescato pericolose ripartenze ospiti. Grande il goal di Liam Henderson, il quale, dopo l'immancabile giallo ricevuto nei primi minuti di gara, è salito di intensità entrando più nel vivo del gioco in entrambe le fasi. Come dicevo nello scorso editoriale, le conclusioni da fuori rappresentano uno dei fattori al quale affidare i nostri tentativi.
L'ingresso nell'intervallo di Hadzikadunic ha rimesso un po' in sesto il reparto difensivo, letteralmente in ginocchio ogni qual volta la Carrarese si faceva vedere dalle parti di Ghidotti nella prima frazione. Ogni avanzata rappresentava una potenziale occasione da goal, con l'ex Abiuso in versione Batistuta, autore sì di grandi marcature in particolare la seconda, ma lasciato libero di agire in autentiche praterie, approfittando di un trio difensivo inadeguato, con un Ferrari in palese difficoltà anche dal punto di vista della tenuta fisica. Una scelta dal 1' che sicuramente si è rivelata non azzeccata. I cambi a partita in corso sono stati praticamente tutti obbligati a causa di questioni fisiche, i subentrati hanno dato un buon supporto.
Il Nazionale Bosniaco ha sistemato il reparto arretrato, con la Carrarese che non ha creato pericoli meritevoli di segnalazione nella ripresa, Benedetti non ha portato molto in fase offensiva ma ha lottato su ogni pallone, Barak ha messo lo zampino sull'azione del rigore decisivo e ha cercato di incidere ad ogni costo, nonostante dia sempre la sensazione del “vorrei ma non posso”, restando un lontano parente del giocatore ammirato in serie A fino a pochi anni fa. In un contesto nel complesso senz'altro non semplice, confortante la prova dal 1' di Francesco Conti in mezzo al campo, dando segnali di minore timidezza, si è fatto vedere dai compagni e, nonostante fosse il più giovane in campo e alle prime presenze in serie B, non si è nascosto dinanzi alle difficoltà, denotando maturità e attaccamento alla maglia che indossa con amore. Matteo Ricci è entrato nella fase cruciale del match, giocando facile e con esperienza, trasmettendo calma all'intero reparto.
Si tratta di tre punti pesanti come macigno, la seconda vittoria casalinga consecutiva dopo il successo con la Juve Stabia, sei punti inattesi alla vigilia per molti di noi, peccato per non aver portato a casa nulla dalla trasferta di Spezia, dove almeno un punto sarebbe stato oro colato in un delicato scontro diretto salvezza ed era raggiungibile soltanto con un pizzico in più di attenzione e freddezza. Palermo e Reggiana rappresentano due avversari molto quotati, in particolare i rosanero. Andiamo a giocarci le nostre carte con il giusto spirito, quello combattivo visto con la Carrarese, con la consapevolezza del gap tecnico e dei nostri limiti ma con la voglia di non lasciare nulla per intentato. Ogni gara va disputata come fosse l'ultima, solo in questo modo l'obiettivo salvezza, assieme ad un rafforzamento dell'organico all'altezza di questo nome, potrà avvicinarci davvero all'obiettivo salvezza senza una valanga di patemi. Il cammino si rivelerebbe meno tortuoso magari non perdendo ulteriori punti dagli scontri salvezza. La trasferta a Padova sarà un importante banco di prova dopo aver fallito con Suditirol, Mantova, Virtus Entella e Spezia. Dai Doria!
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