IL SAMPDORIANO - 180' per la maglia, ve la sentite giocatori? Nella dirigenza quando la piazza pulita?

In tanti avete chiesto le mie considerazioni sull'attualità Sampdoria dopo il mio ultimo editoriale risalenti ai primi giorni post retrocessione sancita sul campo.
In queste settimane è successo di tutto e di più e sinceramente ogni giorno che passa niente può essere escluso a priori. In poche parole sono amareggiato, incavolato e nauseato, senza dimenticare ovviamente la speranza di poter salvare almeno in parte una stagione maledetta. Punto principale. A parte la decisione di allontanare Pietro Accardi al momento della rivoluzione con Andrea Mancini in dirigenza e Chicco Evani, affiancato da Attilio Lombardo, in panchina, non abbiamo assistito alla tanto agognata piazza pulita a livello dirigenziale che tutti quanti, legittimamente e in modo quasi scontato, si sarebbero aspettati. Fare il punto e pensare di ripartire con gli stessi dirigenti o bracci destri, chiamiamoli come volete, che hanno contribuito a questo disastro epocale che macchierà per sempre, in ogni caso, la storia della Sampdoria è un qualcosa di incredibile. Stiamo ancora aspettando e vedremo se, dopo l'esito del sempre più imminente play-out, succederà qualcosa. La speranza è l'ultima a morire. Comunque vada in campo, serve fare tabula rasa, ben prima dei recentissimi casi tv.
Per non parlare del campo, dove gli stessi fenomenali interpreti, protagonisti di un autentico miracolo al contrario, avranno altre due sfide inaspettate come un'àncora disperata di salvezza, nel tentativo di rimediare ad uno scempio senza precedenti. Eh già, sempre gli stessi interpreti, con le rinomate carenze tecnico-tattiche, fisiche, e soprattutto caratteriali e motivazionali. Resto della folle idea che molti di loro, presi singolarmente, sarebbero titolari e con buoni risultati in molte compagini di bassa serie A – medio / alta serie B ma tutti insieme hanno avuto un rendimento pari al nulla. Ok niente promozione diretta, ok niente play-off, niente metà classifica?!, ma retrocedere in serie C, con l'ulteriore umiliazione di non agganciare nemmeno i play-out, è stato un qualcosa da non credere. Nel frattempo qualcuno si è spaccato, qualcuno non recupera, qualcun altro ha dolorini vari, qualcuno si dedica ai social e qualcun altro ha pensato bene di accelerare il fuggi fuggi generale. Tra prestiti e contratti in scadenza ci aggrappiamo almeno alla professionalità. Dopo questo ultimo doppio sforzo, ci auguriamo di non vederne più uno indossare la nostra maglia.
Soltanto con il sostegno incondizionato, senza sosta e commovente di oltre 31.000 spettatori in un contesto meritevole della Champions League, questa Sampdoria è riuscita a fare un paio di tiri in porta e a trovare un goal contro la Salernitana in uno scontro diretto tra due squadre impresentabili, uno spettacolo che due piazze importanti non avrebbero mai meritato. Siamo stati finora imbarazzanti ma non andremmo a giocare contro una corazzata, ci potrebbero anche essere i margini per mantenere accesa una speranza, ma purtroppo vanno fatte alcune considerazioni. Abbiamo lo svantaggio del peggior piazzamento, davanti non segniamo, il ritorno all'Arechi sarebbe caldo in ogni caso e la Salernitana ha dimostrato una forza caratteriale che noi finora non potremmo nemmeno sognare. Hanno perso una sfida potenzialmente decisiva al Ferraris, erano considerati già retrocessi da buona parte di media e tifosi ma sono andati a Cittadella credendoci e sono riusciti a vincere, prendendo tre punti fondamentali per i play-out. Noi ci saremmo riusciti al loro posto? Sinceramente i fatti direbbero di no.
Nel frattempo siamo passati come la squadra più avvantaggiata (la stessa ad esempio vittima con la retrocessione nel 1999 ai tempi di calciopoli e parte lesa dal calcioscommesse nel 2011) del pianeta Terra, nonostante i timori a Salerno di presunti torti arbitrali nel match del Ferraris non abbiano avuto alcun riscontro sul campo, mentre l'espulsione di Niang a Reggio e il mancato rigore con la Cremonese restano, peccato che avremmo dovuto essere aiutati in ogni partita. Il Brescia, la squadra penalizzata di 8 punti totali tra questa e la prossima stagione, è la stessa che ieri non ha adempiuto nemmeno ai pagamenti basilari per ottenere l'iscrizione al campionato. Certamente se la penalizzazione fosse stata nota diversi mesi fa, la lotta per la retrocessione sarebbe cambiata sostanzialmente per tutte le formazioni coinvolte, nessuna esclusa, nemmeno la Sampdoria. Purtroppo quando accadono fallimenti e gestioni societari oltre l'incredibile, a rimetterci sono sempre e soltanto i tifosi, gli unici da salvare, solidarietà ai tifosi del Brescia che già da molto tempo avevano individuato la causa dei propri problemi. Questo è un calcio che non da ieri e né da oggi, ma da tanti anni ha perso ogni minima forma di credibilità, a causa di ogni genere di scandalo, e i precedenti di ripescaggi, allargamenti della serie B e multiproprietà dovrebbero essere ricordi ben presenti.
In questo periodo, soprattutto vicino a noi, è aumentato alle stelle il numero di esperti di legge, avvocati, esperti di diritto sportivo e sostenitori di complotti in ogni angolo, diventando punti di riferimento di informazione, presunta o reale, nonostante i propri lettori sulla carta sarebbero interessati alla propria squadra che non si chiama Sampdoria. Ossessioni mediatiche con cadenza quotidiana, frutto evidentemente dell'immensa fortuna di una vita senza altri pensieri e di una storia calcistica che non regala gioie per propri meriti, senza scordare accuse che hanno varcato ampiamente i limiti della diffamazione. Anche in questo ambito il comunicato della Sampdoria, a difesa delle vagonate di melma che si è vista arrivare da ogni parte, è arrivato con evidentissimo ritardo. Molto probabilmente chiunque, anche chi dovrebbe essere l'ultimo degli ultimi a dare lezioni, si sente legittimato ad attaccarla e colpirla come il peggior nemico, o una controparte impotente e impossibilitata oppure incapace a contrattaccare, “come se si sparasse sulla croce rossa” ha sostenuto qualcuno. Nella Sampdoria serve gente Sampdoriana, servono professionisti ed esperti di calcio, se vogliamo rimettere sulla retta via una nave alla deriva e difendere un'immagine, mai come oggi, bisognosa di tutela e non di figuracce, anche televisive.
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