ESCLUSIVA SN - "La rovesciata sotto la Gradinata": "Un po' di superficialità nel mondo del calcio. Preparati a sforzo ancora maggiore"

22.03.2020 14:03 di  Francesco Flachi   vedi letture
ESCLUSIVA SN - "La rovesciata sotto la Gradinata": "Un po' di superficialità nel mondo del calcio. Preparati a sforzo ancora maggiore"
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© foto di Federico De Luca

In questo periodo in cui tutto si è fermato, ringrazio il cielo di avere il mio cane, almeno posso portarlo a prendere una boccata d'aria, per il resto io e la mia famiglia siamo sempre in casa. Mi aspettavo che migliorasse un pochino la situazione, mentre invece non sta andando come sperato. Bisogna più che mai seguire le raccomandazioni per evitare che le cose peggiorino ulteriormente. Non è per niente semplice: con una ragazza di 18 anni e un bambino di 13 non è facile forzarli a stare in casa, ma pian piano ci stiamo abituando. La realtà è questa e bisogna cercare di rispettare al massimo le disposizioni per cercare di migliorare la situazione.

Penso che nel mondo del calcio ci sia stata un po' di superficialità nell'affrontare il problema, perché non si pensava che si potesse arrivare a questa situazione. Abbiamo cercato di andare avanti a porte chiuse sperando che le condizioni non peggiorassero, ma quando si è capito che le cose non stavano andando bene, si è fatto ciò che doveva essere fatto prima, ovvero fermarsi. Penso anche che disputare le partite a porte chiuse sia qualcosa di surreale. Non so come si potrà evolvere la situazione, perché non sappiamo ancora cosa succederà nelle prossime settimane.

Giocare a porte chiuse, senza pubblico, è come se fosse la partita di allenamento del giovedì. Io personalmente non so descriverlo perché non mi sono mai trovato a giocare in queste condizioni, non so nemmeno come si prepara una partita così, ma è sicuramente difficile. Già guardarla non è la stessa cosa, figuriamoci per chi c'è dentro come sia difficile trovare gli stimoli e la concentrazione.

Si parla di un possibile recupero dei campionati in estate, ma bisogna affrontare il problema a 360 gradi. Se c'è la possibilità di giocare, è giusto che si finisca, perché c'è in ballo il futuro delle squadre, a livello di classifica, di Coppa Italia, di Champions League. Tutto però dipenderà da quanto ancora dovremo restare fermi. Se a fine emergenza ci sarà il tempo, e la disposizione da parte di tutti, considerando che dovrà esserci anche lo "stacco" prima dell'inizio della nuova stagione, con lo spazio per il calciomercato, si dovrà pensare a come portare a termine la stagione. Non saprei cosa sarebbe preferibile, se finire il prima possibile o continuare a giocare in estate, non è facile pianificare il rientro in base ai tempi a disposizione.

Da allenatore, non ho potuto chiedere molto ai miei ragazzi durante questo periodo di stop, a casa si può fare ben poco, anzi i programmi individuali di allenamento rischiano di essere controproducenti, perché non si può nemmeno uscire a correre. Credo che sarà difficile riprendere il campionato a livello di settore giovanile perché, se si dovesse riprendere a maggio, non ci sarebbero più i tempi per far ripartire i tornei. Penso invece che qualcosa di molto utile, quando finirà l'emergenza, saranno i camp nel periodo estivo, un contesto in cui si potrà riprendere gradualmente dando spazio al gioco, al divertimento, piuttosto che ai tornei o ai campionati. Ci sarà da ripartire e ricominciare il lavoro: anche se sono giovani il rischio dopo un lungo periodo in cui si resta fermi è di avere qualche problema a livello di infortuni. A meno che non cambi la situazione da qui a due-tre settimane, penso che per quanto riguarda i settori giovanili questa stagione sia finita. Si parla di estendere il periodo di blocco fino a fine aprile, quindi non so quanto possa essere conveniente riprendere i campionati a maggio.

So che restare a casa non è facile per nessuno, ora che stanno arrivando le belle giornate lo è ancora meno, ma dobbiamo attenerci alle regole. Quanto abbiamo fatto finora non è bastato, non so cosa ci aspetta ma penso che dovremo essere preparati ad uno sforzo ancora maggiore per fare in modo che le cose migliorino.

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