Samplands, Tigano: "Metti via il cellulare! Alza la testa e urla forte ora!"
Facciamo un passo indietro, anzi una capriola alla Luca Vialli per chi è di quel calcio lì. Il calcio di strada, dove si scambiavano le figurine con i compagni e si imparava la geografia scoprendo città da dove venivano i nostri idoli. Poi una palla, una maglia e due porte disegnate o fatte con gli zaini e ci bastava.
In settimana eravamo "..ma torno alle 8..." E andavamo al campetto quello era il nostro mondo. Senza distrazioni. Una lattina allo spaccio, risate, confronto, imitazione, così crescevamo.
La domenica una preghiera al cielo, una sciarpa, un panino e giù per lo scalone a guardare lo stadio, sentire i cori, i fischi da lontano, l'emozione di esserci, la fortuna di viverlo, di aver faticato a trovare il biglietto dopo ore in coda. Avete capito dove voglio arrivare? Alcuni di voi sicuramente sì, altri, per la quale è scritto l'articolo, a questo punto saranno già passati oltre.. Parliamo di giocatori, dirigenti,degli altri e tu? Sei sicuro di fare il massimo nella tua vita o allo stadio?
Oggi viviamo nel metaverso, dove commentate ma non proponete, siete tutti giudici dietro ad uno schermo poi quando c'è da tirar fuori idee o esser in corteo non ci siete, ma vi fate mandare le foto per postarle. Seguite l'opinione di altri, facendola vostra senza neanche farvi domande.
I vostri ragazzi vivono in scuole calcio spremuti come limoni con il sogno unico di guadagnare soldi (non di rappresentare la propria squadra), o farli guadagnare ai genitori illusi da società che campano una quota alla volta, per poi scaricarli. Durante la partita state al cellulare, non cantate se non l'inno per fare "vedere" agli altri che c'eravate. Guardate le partite a casa perché tanto è uguale, guardate gli altri giocare invece di mettervi alla prova, state ad un concerto a filmare come se lo guardaste in TV per riempire la memoria del vostro ultimo modello di telefono per poi dimenticare nella galleria insieme ad altre centinaia di foto di ricordi usa e getta, reagite con una faccina invece che rispondere e dedicare del tempo alle persone che vi scrivono, non vivete la vostra vita di tutti i giorni, non vi godete il momento perché siete intenti a godervi quello degli altri e pure filtrato.
Ti ho scosso? Ti ho infastidito? Mi spiace ma chi mi conosce lo sa che dico quello che penso e voglio farti pensare, voglio fare un appello a voi, se vi sentite toccati da quanto scritto...posate quei telefoni, cantate, andate nei gruppi ad aiutare, portare la vostra voce, i vostri fischi, scendete in piazza, vivete lo stadio, la vita dello stadio ma come allo stesso modo dovete vivere la vostra vita, i vostri amici, i cari per non rendervi conto tardi di aver perso tempo e quanto fortunati siete stati senza nemmeno accorgervene.
E tutti gli altri, che sicuramente possono impegnarsi ancora di più, ditelo a chi avete vicino.. a chi è sul bus a testa bassa, a chi piazza i suoi figli davanti al cellulare invece di spiegargli come è la vita, a chi in gradinata appena fischia il primo tempo butta gli occhi su quell'arnese, a chi durante un rigore lo riprende senza goderselo, a chi hai vicino la sera che mentre ti stai godendo una cena o un film insieme non riesce a star lontano da quella cosa per un bisogno di extra dopamina...diciamolo, ditelo: mettilo via...ci basterebbe solo questo oggi come allora!
Ora c'è bisogno di tutti nella società e in campo, siate presenti e partecipi per voi stessi e per le prossime generazioni, protestate, battetevi.
Abbiamo bisogno anche di voi, di te che leggi! La vita è una, il campionato è questo, non stare a perder tempo, ALZA LA TESTA E URLA FORTE ORA.....dopo potrebbe essere tardi! Solo così e allora potrai dire di avere dato tutto per davvero!
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