SAMPDORIA GONFIA LA RETE - Lavorare sulla mentalità

09.10.2019 09:21 di Matteo Romano   vedi letture
SAMPDORIA GONFIA LA RETE - Lavorare sulla mentalità
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Un fine settimana ad interrogarsi sui perché di un inizio di stagione così negativo, sulla pochezza tecnico-tattica della Sampdoria, arricchito da un lunedì horribilis, che certifica il fallimento progettuale di Eusebio Di Francesco e la fine dell’American Dream, con l’uscita di scena del cosiddetto “Guppo Vialli” dalla trattativa di acquisizione della Sampdoria.

Un periodo nero, dal quale come tifosi non possiamo che augurarci di uscirne al più presto. Al momento della scrittura di questo pezzo non è ancora stato scelto il successore di Di Francesco, al quale spetterà il non semplice compito di rimettere assieme i pezzi di una squadra smarrita ed abulica e in un ambiente teso dai recenti sviluppi societari.

Proviamo a rivedere alcuni aspetti della partita con l'Hellas. Le statistiche parlano chiaro: solo 2 tiri nello specchio della porta difeso da Silvestri per tutto l’arco del match. A dir la verità la partita è rimasta bloccata per diversi minuti, probabilmente per il timore iniziali di scoprirsi da ambo le parti ma anche per la pochezza tecnica dei calciatori in campo. Il baricentro doriano non è riuscito ad alzare il suo raggio d’azione e a produrre gioco, rimanendo schiacciato e preda delle invenzioni di Veloso e Amrabat

Federico Bonazzoli per senso di abnegazione si è rivelato tra i migliori in campo. L'ex Padova è stato costretto a giocare sovente spalle alla porta, nel tentativo di fare salire il baricentro della squadra. Si sono notati alcuni suoi cambi di gioco, in certe occasioni rischiosi, ma comunque utili nel provare a ribaltare il fronte.

Fabio Quagliarella è l'enigma di questo inizio di campionato. Poco servito, forse penalizzato dal modulo, sorretto da una forma fisica deficitaria. Il capitano nel corso del match ha comunque provato a motivare i suoi compagni, senza riuscire lui stesso a combinare granché. 

Veniamo poi alle ali esterne, già abortite dopo la sconfitta col Sassuolo: Gianluca Caprari e Emiliano Rigoni con il loro ingresso in campo hanno garantito un po' più di verve alla manovra, non riuscendo però a rendersi veramente pericolosi. Caprari è andato vicino alla rete in una occasione su assist di Ekdal, sfiorando di poco il palo. Rigoni ha mostrato ancora le sue qualità come anche i suoi limiti. Doti tecniche invidiabili ma poca concretezza se non anche una certa dose di testardaggine nel provare la giocata più difficile.

Infine Manolo Gabbiadini, entrato in campo come "mossa della disperazione" dell'ormai ex tecnico blucerchiato. La bella prestazione col Torino non è stata confermata nelle giornate successive a causa di alcuni problemi fisici. Rientrato in campo con l'Hellas l'ex Atalanta e Bologna non è riuscito a incidere. Certo, lo scarso minutaggio a disposizione e lo svolgimento partita stessa non lo hanno incentivato, ma da un calciatore con le sue qualità è necessario aspettarsi quel quid in più.

In attesa del nuovo mister non possiamo che mantenere alto lo stato di preoccupazione per la stagione in corso. La rosa, perlomeno nel suo reparto attaccanti, pur non essendo da top club ovviamente, risulta composta da giocatori di esperienza e buona tecnica. Spetterà al nuovo allenatore assemblare al meglio il materiale umano e tecnico a disposizione, lavorando soprattutto sull'aspetto psicologico della squadra, che sembra essere l'elemento più delicato e carente al momento.