SAMPDORIA ALE’ CAMMINEREMO CON TE – Ekdal non al top fisico, buoni segnali da Ciervo

La rubrica di approfondimento sul centrocampo della Sampdoria.
14.01.2022 14:14 di Corrado Camera   vedi letture
SAMPDORIA ALE’ CAMMINEREMO CON TE – Ekdal non al top fisico, buoni segnali da Ciervo
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Inutile giraci intorno, la ripresa del campionato e l’inizio di 2022 della Sampdoria sono stati da mani nei capelli. Lo sono stati in generale per l’intera squadra e in particolare per il centrocampo. Anche a considerare le partenze (Silva), gli infortuni (Damsgaard e Verre), gli acciacchi (Ekdal), le squalifiche (prima Askildsen, poi Candreva) e gli adattamenti (Bereszinski alto a destra, Candreva e Thorsby alti a sinistra), le due partite con Cagliari e Napoli non possono che essere considerate ampiamente insufficienti. Riconosco le attenuanti, ma quanto visto non può non far suonare un campanello di allarme o causare preoccupazione.

La serie di risultati utili con cui si era chiuso il 2021 mi aveva fatto sperare (forse illuso) che si stesse trovando la quadra e un po’ di morale, che non guasta mai. Il timore adesso è che questa ripartenza faticosa possa avere l’effetto contrario. Particolarmente ostico da digerire è l’atteggiamento passivo mostrato sia nel secondo tempo con il Cagliari sia nell’intera partita del Maradona. Contro gli isolani, dopo il vantaggio il match sembrava indirizzato e invece l’atteggiamento rinunciatario ha permesso agli avversari di far girare l’inerzia della partita. A Napoli, nel primo tempo, con il risultato in parità, tutto quello che la Sampdoria è stata in grado di produrre sono stati un debole tiro in porta di Quagliarella e due allunghi sulla fascia di Ciervo.

Il Napoli è squadra superiore alla Sampdoria, tanto più se si mettono a confronto quelle che normalmente sono le rispettive panchine. Impostare una partita disciplinata atta a difendere e ripartire è quindi forse l’unica strategia possibile per strappare punti. L’unico appunto è che la Sampdoria, pur difendendosi con ordine, non è mai ripartita e difendendosi ad oltranza è probabile che un errore lo si commetta e la partita venga compromessa. Nel complesso la sconfitta di Napoli presa di per se stessa non è da drammi, resta però la preoccupazione per la fase di costruzione del gioco.

Ekdal sta chiaramente pagando l’infortunio occorsogli a Roma e la partenza di Silva. Il primo non gli ha permesso di lavorare durante la sosta, la seconda lo ha costretto a stringere i denti in condizioni ancora non ottimali, limitandone quindi sia brillantezza (vedi palloni persi contro il Cagliari) sia minutaggio (vedi sostituzione dopo 45’ a Napoli). Inoltre le caratteristiche dello svedese lo portano più a interdire e a proteggere e pulire il pallone con passaggi brevi, lasciando la ricerca della profondità ad altri compagni. Nel momento quindi in cui vengono a mancare giocatori intorno a lui in grado di fare da registi puri o avanzati (Silva ceduto ma anche Candreva poco ispirato o squalificato), la sua forma precaria diventa doppiamente penalizzante.

A Napoli l’ingresso del nuovo acquisto Rincon ha portato più mobilità al reparto, facendo apparire la Sampdoria del secondo tempo un po’ migliore di quella del primo. Tuttavia, c’è da sottolineare come la partita fosse già in discesa per la squadra di Spalletti, che pur senza forzare è andata decisamente più vicina al raddoppio di quanto la Sampdoria al pareggio. Senza dubbio però la voglia del giocatore venezuelano di rimettersi in gioco potrà portare benefici al reparto, soprattutto in termini di alternative ai centrali considerati titolari (Ekdal e Thorsby), ma anche in termini di passo, avendo caratteristiche fisiche diverse da quelle dei tre nordici (includo anche Askildsen).

Riguardo i due norvegesi, la partita di Cagliari ha visto stranamente un Morten Thorsby opaco. Ha provato a lottare, ma senza la solita tempestività nei contrasti e anche senza il solito apporto offensivo. Una partita sottotono è comprensibile, soprattutto quando l’intera squadra è spenta. Già a Napoli è apparso in ripresa. Se il fortino ha retto fino quasi alla fine del primo tempo è anche grazie al suo supporto alla fase difensiva e alla sua capacità di farsi trovare ovunque, in aiuto ad Augello ma anche a fare densità stringendo dentro il campo quando il Napoli ha preferito attaccare centralmente. Askildsen, al rientro dalla squalifica, è stato schierato titolare ma ha sfornato una prestazione poco appariscente, per lui pochi errori ma anche il nulla in fase di ripartenza.

Se proprio si vuole trovare un aspetto positivo nelle ultime due partite, questo è rappresentato da Ciervo e Yepes, classe 2002 entrambi. Il primo gioca una ventina di minuti nel finale contro il Cagliari e parte dall’inizio, causa squalifica di Candreva, nella gara in trasferta a Napoli, dove si fa notare per gli unici due strappi provati dalla Sampdoria nell’intera partita. A livello di risultato o impatto sul match non sono azioni che svoltano l’andamento la gara, ma mostrano quantomeno qualità tecniche e personalità, che in un futuro anche relativamente prossimo potrebbero essere le chiavi per emergere in Serie A. Yepes ha giocato invece scampoli nel finale di entrambe le partite, quando ormai erano già ampiamente indirizzate. Considerato che non è da lui al momento che ci si aspettano impatti sulla partita in grado di cambiarne le sorti, già il fatto che sia sempre andato incontro al compagno per farsi dare il pallone e si sia preso la responsabilità di gestirlo è un ottimo segnale di maturità. In aggiunta non si è limitato a passaggi semplici in orizzontale ma ha cercato ripetutamente la profondità, con alcuni piccoli errori di misura ma dimostrando buona attitudine alla lettura del gioco. Nel corso della stagione bisognerebbe continuare a dargli minuti e a farlo maturare, anche proprio in termini di confidenza con il campo e il campionato di Serie A.

Già a Torino rientrerà Candreva. Inoltre la società sembra si stia muovendo sul mercato per trovare un'alternativa all'infortunato Damsgaard per la sinistra. Opzioni di questo tipo potrebbero migliorare la fase offensiva e la ricerca di profondità della squadra, aiutando quindi anche l'attacco a girare meglio. Qualche soluzione va assolutamente trovata.