Mannini: "Wembley un'esperienza comunque indimenticabile. Enrico Mantovani ha dato tutto quello che poteva. Francesca faceva parte di noi"

Mannini: "Wembley un'esperienza comunque indimenticabile. Enrico Mantovani ha dato tutto quello che poteva. Francesca faceva parte di noi"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
martedì 11 marzo 2014, 15:14News Doria
di Diego Anelli

Moreno Mannini ha descritto le sensazioni provate a Wembley e il rapporto della piazza blucerchiata con Enrico Mantovani in un'intervista rilasciata al numero di marzo di TMW Magazine:

Soddisfazione più grande: scudetto o cavalcata in Champions? “Per lo scudetto ci stavamo preparando. Avevamo
perso una finale di Coppa delle Coppe, poi vinta l’anno dopo con l’Anderlecht, quindi eravamo consapevoli di poter vincere il campionato. Pensare invece di arrivare alla finale di Coppa dei Campioni al primo anno è stata una sorpresa. Col Barcellona in quella finale a Wembley potevamo vincere, che peccato”.

Avevate capito che il ciclo era finito? “Sì, sapevamo che a Wembley finiva il nostro ciclo. Vialli era ormai ceduto alla Juve, il nostro presidente stava morendo. Capimmo che in quella partita si chiudeva un cerchio. Quella partita fu un’esperienza comunque indimenticabile. E nel calcio ci sono cose che non puoi comprare come le emozioni. Ricordo con piacere anche l’emozione che provai alla seconda partita in Serie A al San Paolo a marcare Diego Armando Maradona. Quella era la sua prima partita in campionato a Napoli e lo stadio era una bolgia, al punto che non riuscivi a sentire nemmeno il tuo compagno di squadra a dieci metri”.

Enrico Mantovani molto sfortunato e nemmeno amato dai tifosi. “Sì è trovato lì che in realtà il padre non voleva che i figli proseguissero la sua presidenza. Non si presentò bene in quel momento lì, ma secondo me ha dato tutto quello che poteva dare ma si è trovato in una situazione che non c’era dentro. Mentre la figlia, Francesca, faceva parte di noi, era sempre con noi mentre Enrico era in America a studiare e quando è tornato non conosceva l’ambiente. Si è anche dovuto
affidare a personaggi che non sempre erano all’altezza e siamo retrocessi con una squadra che non era nemmeno da retrocessione”.