DORIA ALE’ CAMMINEREMO CON TE – Mediana sbilanciata

DORIA ALE’ CAMMINEREMO CON TE – Mediana sbilanciataTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 5 settembre 2019, 09:18News Doria
di Corrado Camera
La rubrica di approfondimento settimanale sul centrocampo blucerchiato

Per la trasferta di Reggio Emilia, Eusebio Di Francesco ha schierato un centrocampo completamente rivoluzionato rispetto all’esordio stagionale contro la Lazio.

Escluso un po’ a sorpresa Karol Linetty, il tecnico abruzzese ha optato per una mediana ibrida a cinque composta da Ekdal centrale, Jankto e Vieira mezzali e Leris e Ramirez esterni con compiti di raccordo con l’unica vera punta, Quagliarella.

Nei primi 25 minuti, ossia prima del vantaggio del Sassuolo che ha cambiato la partita, si è visto come nelle intenzioni fossero proprio gli esterni a giocare un ruolo fondamentale nell’organizzazione della fase offensiva. Si è cercato con insistenza di mettere la palla tra i loro piedi tra il centrocampo e la trequarti, offrendo poi una doppia o tripla opzione al portatore di palla con il terzino che andava in sovrapposizione lungo l’out laterale, la mezzala in appoggio al suo interno e la punta al limite dell’area spalle alla porta.

Dal lato debole, il terzino rimaneva più bloccato e la mezzala si veniva a trovare in posizione più avanzata dell’esterno, pronta a tagliare dentro l’area. Questa è anche la precisa situazione che si è venuta a creare in occasione del primo gol subito.

Ramirez ha la palla tra i piedi, Vieira è al suo fianco un po’ più dentro il campo, Bereszyński si propone lungo la linea laterale e Quagliarella viene incontro. Ramirez sceglie Quagliarella, il passaggio è intercettato, tutta la linea centrale di destra è tagliata fuori con un singolo tocco. Un solo passaggio! Un problema che si è visto anche contro la Lazio (Murru spesso a inseguire Lazzari o le incursioni centrali di Correa e Immobile).

Il baricentro molto alto su entrambi i lati del campo è sicuramente una differenza abissale rispetto a quanto visto nei tre anni di Marco Giampaolo. Dopo soli due mesi è comprensibile che ci siano ancora movimenti da perfezionare e meccanismi da fare propri, ma appare abbastanza evidente come diventino fondamentali la gestione della palla sulla trequarti avversaria (incluso evitare errori su passaggi “semplici”) e il posizionamento della linea difensiva quando la mediana è sbilanciata in avanti.

Questa sembra la maggior lacuna della squadra di mister Di Francesco e la situazione di gioco sulla quale c’è davvero ancora molto da lavorare. In fase di non possesso “organizzata”, le cose sono andate tendenzialmente meglio. Tra la trequarti difensiva del Sassuolo e il centrocampo si è visto spesso Vieira uscire per cercare un pressing alto sui portatori di palla avversari, con Leris e Ramirez che scivolavano sulla stessa linea di Ekdal e Jankto, in una sorta di 4-4-1-1 piuttosto coperto.

Al contrario, con il pallone nella metà campo difensiva blucerchiata, si è osservato Vieira riallinearsi ed Ekdal staccarsi lievemente all’indietro, con lo scopo principale di limitare Traorè. Questa è la situazione del secondo gol subito.

Vieira pressa il difensore, il quale riesce comunque a servire Traorè. Ekdal gli si attacca, lo ostacola e Traorè è costretto ad allargarsi e scaricare su Duncan, il quale crossa dal limite dell’area, posizione solitamente abbastanza innocua. Il centrocampo in questo caso ha fatto il suo e il pasticcio avviene dentro l’area.

Il terzo e il quarto gol, così come l’espulsione di Vieira, sono sembrati invece figli di un calo psicologico più che di reali problemi tecnico - tattici. Con gli ingressi di Barreto per Leris e di Alex Ferrari per Jankto si è passati quindi ad una difesa a tre con Bereszyński e Murru sulla linea dei centrocampisti e Ramirez (poi sostituito da Caprari) a sostegno di Quagliarella.

Con questo assetto del centrocampo la squadra è sembrata più quadrata rispetto al finale del primo tempo e anche un filo più propositiva. Tuttavia, il Sassuolo ha spinto poco, i ritmi si sono abbassati di molto e la parte finale di gara non può essere considerata molto indicativa.