CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Il difensore nel pallone

Rubrica di approfondimento sul reparto difensivo della Sampdoria.
06.09.2019 10:06 di Lidia Vivaldi   vedi letture
CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - Il difensore nel pallone
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© foto di Simone Lorini

"Permette? Lei ieri ci ha fatto prendere 4 pappine!" Chi sia il principale colpevole della batosta di Sassuolo non posso dirlo con certezza, anzi penso non ce ne sia uno in particolare, ma confesso che mi approccio per la prima volta a questa rubrica in un momento in cui mi sembra di intravvedere nella Sampdoria qualche sgradita analogia con la Longobarda.

Eppure non era neanche cominciata male, in quel di Reggio Emilia: nei primi minuti la Samp aveva costruito palle-gol per Quagliarella, Ekdal e Vieira, mancando tuttavia l'obiettivo, ma spendendo molte energie fisiche e mentali. E mentre eravamo impegnati ad attaccare a testa bassa, qualcosa in difesa non stava funzionando. Il Sassuolo ci ha messo poco ad accorgersene, andando a sfruttare proprio lo sbilanciamento in avanti dei doriani per infilare un contropiede micidiale con Caputo, che trovava praterie per la sua cavalcata sulla sinistra grazie all'assenza di Bereszynski (in quel momento proiettato in area avversaria) e all'intervento a vuoto di Murillo in scivolata. Dalla parte opposta l'inserimento di Berardi trovava un complice in Murru, in leggero ma decisivo ritardo. Tocco preciso da distanza ravvicinata e vantaggio facile facile per gli uomini di De Zerbi.

Passavano 7 minuti scarsi e, con un'azione quasi fotocopiata, Duncan dalla corsia mancina faceva partire indisturbato un cross morbido con destinazione zucca di Berardi. Bereszynski, stavolta in posizione, esitava nel contrasto, Colley e Murru concedevano lo spazio decisivo proprio nel cuore dell'area, ed ecco che Audero era di nuovo battuto, stavolta di testa. La difesa nel pallone è servita. 

L'uno-due nel tempo di uno spot di Carosello lasciava la Samp in stato di shock, ed il tris del Sassuolo, una perla di rara bellezza del folletto neroverde, non faceva altro che gettare un ulteriore peso sulle spalle del tecnico che lo ha plasmato, e che domenica sedeva sulla panchina opposta. L'espulsione di Vieira aggravava un quadro già complicato, ed i 15 minuti di intervallo non bastavano a riordinare le idee, tanto che al rientro dagli spogliatoi i giovani Müldür e Traorè erano pronti a servirci un amaro ammazzacaffè con un'azione sul filo del fuorigioco, stavolta a difesa perfettamente schierata, ma inspiegabilmente inerme.

Questo inizio stagione ha messo in evidenza i problemi difensivi di una Sampdoria che per innumerevoli ragioni non ha ancora trovato il suo equilibrio e che, anzi, ad ogni uscita sta peggiorando il suo bilancio di reti subìte. Con l'ingresso di Ferrari nel finale di Reggio si è visto qualche spiraglio di luce, ma lo schieramento a tre non sembra un'idea prioritaria nella filosofia di gioco di Di Francesco. I suoi dettami difensivi necessitano disperatamente di maggiore rodaggio, e ancor di più di intesa di reparto, nonostante, ricordiamolo, la linea arretrata sia composta per tre quarti dagli stessi uomini di Giampaolo.

Nel film "L'Allenatore nel Pallone" la Longobarda vince la sua prima partita in campionato contro la Sampdoria. In un certo senso penso che anche la squadra di Di Francesco dovrà affrontare la Sampdoria: per individuare i propri errori, per conoscersi meglio, per fare i conti con i limiti di ognuno. Il tempo c'è, ma non bisogna perderlo. Sarebbe molto più grave che perdere una partita.